Runner trovato morto sul monte Peller in Trentino: «aggredito da un orso»
Andrea Papi, 26 anni, è stato trovato senza vita in un bosco in Val di Sole con ferite riconducibili all’aggressione di un animale selvatico di grossa taglia. I residenti di Caldes: segnalato da tempo
E' Andrea Papi, 26 anni, la vittima dell'aggressione da parte di un animale selvatico, probabilmente un orso, avvenuta ieri 5 aprile in un bosco in Val di Sole, in Trentino.
Il giovane era uscito nel pomeriggio del 5 aprile dalla sua casa che si trova ai margini della piccola località Caldes per la sua abituale sessione di allenamento di corsa.
Il giovane è salito lungo la strada forestale che si snoda sul monte Peller, che sovrasta l'abitato. Cosa sia poi avvenuto dovrà essere stabilito dal medico legale e dalla scientifica, che stanno terminando i lavori sul luogo di ritrovamento della salma che presenta diverse ferite riconducibili all'aggressione di un grosso animale selvatico. Autopsia decisiva, ipotesi aggressione post mortem
Sarà l’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria a stabilire la causa della morte di Andrea Papi di 26 anni trovato provo di vita alle ore 3 di questa notte sotto il ciglio di una strada forestale in località Contre ai piedi di malga Grum tra i boschi di Caldes in Trentino. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è anche l’aggressione da parte di un animale selvatico, molto probabilmente un orso. Sul corpo dello sportivo sono state trovate lesioni. I residenti di Caldes
Gli abitanti di Caldes in Val di Sole danno per scontata l'aggressione da parte di un orso. Da tempo si parla di avvistamenti in zona. Solo un mese fa l'aggressione in valle di Rabbi di un escursionista da parte dell'esemplare Mj5.
«Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell'ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell'abitato di Caldes lo scorso 19 marzo», raccontano in paese, «Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona». Il precedente
Sul corpo di Papi sono state trovate ferite e gli stessi investigatori giunti sul posto, compreso il governatore trentino Maurizio Fugatti, sostengono che l'uomo sia stato aggredito da un animale selvatico. Non e' stata esclusa l'ipotesi dell'orso considerando che in quella zona in passato sono già stati avvistati plantigradi.
Solo un mese fa nella vicina Val di Rabbi un uomo di 39 anni (Alessandro Cicolini) era stato aggredito e ferito al braccio e alla testa da un orso. Per il momento non vengono escluse nemmeno altre ipotesi. Quanto accaduto tra i boschi di Caldes è al vaglio degli inquirenti coordinati dalla Procura di Trento.
Il giovane runner il pomeriggio di mercoledì 5 aprile era uscito di casa per un allenamento. Dopo non averlo visto rientrare, la compagna ha allertato le forze dell'ordine e sono partite le ricerche che ha visto impegnati i carabinieri della compagnia di Cles, i vigili del fuoco volontari della vallata con droni e cani molecolari. Coldiretti: 100 solo in Trentino, Sos sicurezza
Con il forte incremento della popolazione che ha portato al monitoraggio della presenza di circa 100 orsi in Trentino occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti. È quanto afferma la Coldiretti. Negli ultimi anni, sottolinea in una nota, secondo l'ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento, si è registrato un incremento della presenza di orsi fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia. Il caso del runner rappresenta la punta dell'iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio, denuncia Coldiretti, è ormai al limite considerato che in Trentino in circolazione ci sono anche 26 branchi di lupi o ibridi (erano 17 nel 2020) con intrusioni nelle aziende e allevamenti. Sul territorio trentino il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l'incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall'agricoltura al turismo. Enpa: guai a scatenare la caccia alle streghe
L'Ente Nazionale Protezione Animali esprime profondo cordoglio per la scomparsa del runner. L'associazione «segue con estrema preoccupazione gli sviluppi di questa tragica vicenda, restando in attesa dell'esito delle indagini e del referto del medico legale. Al momento non c'è nessun elemento che permetta di stabilire con assoluta certezza le cause del decesso del giovane, ciononostante - rileva la Protezione Animali - alcuni esponenti politici locali non hanno perso tempo per strumentalizzare il fatto ed alimentare un clima di intolleranza, paura, odio nei confronti degli orsi. Orsi che già da ora, e senza alcun riscontro fattuale, vengono accusati di essere responsabili della morte del giovane, con l'evidente obiettivo di scatenare una vera caccia alle streghe».
«È bene ribadire che allo stato attuale ogni ipotesi sulle cause del decesso può risultare non solo infondata ma anche fuorviante. È possibile, ad esempio, che i presunti segni trovati sul corpo del runner e ricondotti ad un animale selvatico, siano successivi al decesso, le cui cause potrebbero anche essere dovute ad un malore. In attesa che le indagini facciano il loro corso - dichiara Enpa - chiediamo a tutti la massima responsabilità, evitando speculazioni e strumentalizzazioni finalizzate soltanto ad accrescere i consensi in vista della prossima campagna elettorale».
Pubblicato su Corriere delle Alpi