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Il Duomo di Treviso gremito per l’addio a don Edy Savietto: «Era innamorato di Cristo»

I funerali del sacerdote missionario morto in Brasile per un infarto a 51 anni. Il vescovo: «Creativo e attento alle persone»

«Un innamorato di Cristo. Era difficile non rimanere colpiti e affascinati dal suo modo di fare». Così monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso, nell’omelia del funerale, sabato 30 dicembre in Duomo a Treviso, di don Edy Savietto, 51 anni, missionario in Brasile dall’autunno 2022, morto per infarto mercoledì 20 dicembre a Pacaraima, nel nord del Paese sudamericano.

Nelle scorse ore le ceneri del sacerdote sono arrivate dal Brasile, dove era stata celebrata una prima liturgia funebre: l’urna ha sostato nella parrocchia di Olmi nella giornata di venerdì.

«Era creativo e attento alle persone, capace di leggere con intelligenza le situazioni sociali e pastorali», sottolinea il vescovo. Alle esequie, fra gli altri, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e il sindaco di Treviso Mario Conte, oltre a tantissima gente che aveva condiviso con don Edy un pezzettino di strada. Parroco dei giovani, sempre in prima fila nelle manifestazioni per la pace, e nelle iniziative per l’accoglienza e l’integrazione, si era fatto voler bene anche da chi era più distante dal mondo ecclesiastico.

«Mi piace interpretare la vita di don Edy come la continua tensione verso la povertà in spirito e verso l’amore per i poveri; verso la mitezza e la costruzione di solide relazioni di fiducia; verso la fame e sete della giustizia, e l’apertura di luoghi in cui se ne possa cogliere nei fatti la verità e la bellezza; verso la misericordia nei confronti di ogni persona e del creato intero; verso la purezza di cuore con cui guardare alla vita e alle persone», ha proseguito il vescovo, «Mi piace leggere la sua vita come un percorso buono, che lascia traccia di sé con passi tenaci e quotidiani verso la pace, nell’impegno anche gravoso per la giustizia, e nell’accoglienza matura delle contraddizioni che sorgono dall’essere autentici discepoli di Cristo, testimoni della sua opera».

Don Edy era nato a Montebelluna il 20 agosto 1972. Ordinato sacerdote il 23 maggio 1998, è stato vicario parrocchiale a San Martino di Lupari, Maerne, San Donà di Piave e Cattedrale di Treviso, quindi parroco di Olmi e Cavrie. Era anche un grande sportivo, appassionato maratoneta e ciclista.

Lo scorso anno la partenza per il Brasile, “apripista”, per la Diocesi di Treviso, di una nuova esperienza missionaria, in collaborazione con le diocesi di Padova e Vicenza. Scriveva nell’intraprendere questa nuova avventura: «Ringrazio con tutto quello che sono e posso per lo tsunami di affetto ricevuto. Non riesco a rispondere a tutti ma una cosa é sicura, quello che percepisco dentro è legame profondo che oltrepassa oceani e costellazioni e si fa Gioia di vivere e voglia di condividere. Grazie fratelli e sorelle incontrati lungo il cammino del tempo, mi date forza per salire sempre più in alto». Dieci giorni fa, il dramma.

Pubblicato su Corriere delle Alpi