Barca di migranti naufraga a Selinunte, 5 morti. Donna incinta soccorsa da Sea Eye perde il bimbo, la ong accusa l’Italia
Il naufragio a pochi metri dalla costa
L'insolito itinerario seguito, forse perché è stata persa la rotta considerato che era molto più vicina Lampedusa, da un barcone tunisino partito alle 4 di giovedì scorso da Mahdia in Tunisia, termina in tragedia a poche decine di metri dalla sabbia dorata della lunga costa sabbiosa che parte da sotto i templi dell'antica città di Selinunte e arriva fino a Menfi: l'imbarcazione che è squarciata in più punti si è arenata la notte scorsa, verso l'una, sulla costa, e delle decine di migranti a bordo 5 sono stati recuperati morti mentre 35 sono stati fermati a Castelvetrano e a Menfi. Ma ci sono altre vittime: ieri 4 corpi sono stati trovati su un gommone soccorso dalla nave Sea Eye 4 che ha preso a bordo 49 persone. Tra loro anche una donna incinta che è stata evacuata poi a Lampedusa, ma ha perso il bambino che aspettava e la ong tedesca accusa l'Italia per non averla tempestivamente evacuata.
Negli ultimi cinque anni le rotte dei migranti non avevano mai compreso lo sbarco finale a Marinella di Selinunte. Il peschereccio, con una sessantina di persone a bordo, è rimasto inclinato di fronte al Paradise beach, un hotel che guarda il mare a due chilometri dal lido-ristorante «La Pineta», meta estiva di tanti turisti che vanno in quella zona per godere di una spiaggia incontaminata e senza strutture. Ed è stato proprio uno dei titolari della Pineta, Giuseppe Rizzuto, ad accogliere e rifocillare il ragazzo tunisino che gli si è presentato davanti. «Stamattina mi ha chiamato il custode avvertendomi che c'era un migrante tunisino che piangeva, sono arrivato e mi ha raccontato quanto è successo. In lacrime mi ha detto che erano partiti tre giorni fa dalla Tunisia e a bordo c'erano anche donne e ragazzi - dice Rizzuto - prima di raggiungere la costa la barca si sarebbe quasi capovolta e alcuni migranti sarebbero finiti in mare».
Il superstite ha raccontato a Rizzuto altri momenti tragici dello sbarco: «Quelli caduti in acqua hanno cercato di aiutarsi tra di loro, mi ha raccontato il giovane, lui ha bevuto acqua e non appena ha toccato terra si è girato verso il mare e sostiene di avere visto 15 corpi galleggiare. Il ragazzino - continua - era a piedi scalzi, in costume e con una felpa. Mi ha chiesto di bere e mangiare».
Il ristoratore grazie al suo cuoco tunisino, è riuscito a dialogare col giovane: «Mi ha detto che aveva 14 anni e aveva camminato a piedi tra la spiaggia e le strade qui vicino, dopo essere sbarcato sulla spiaggia di fronte all'hotel Paradise beach. Io gli ho comunicato che avrei avvertito i carabinieri». Così è arrivata una pattuglia che ha portato via il giovane.
Dopo l'allarme sono cominciate le ricerche nel territorio che va da Castelvetrano (Trapani) a Menfi (Agrigento). I vigili del fuoco sono saliti nel barcone verificando che all'interno non vi fossero morti e portando giù sei bidoni di nafta e una bombola del gas. Gli agenti della polizia scientifica hanno recuperato il timone per i rilievi per eventuali impronte di chi era alla guida dell'imbarcazione.
E i viaggi dal Nord Africa alla Sicilia continuano: a Lampedusa oggi con due sbarchi sono giunti 95 migranti e con altri due sono arrivate 121 persone mentre altri 49 partiti dalla Libia sono stati soccorsi davanti l'isola. Durante la notte, dalla Sea Eye 4 una nigeriana al sesto mese di gravidanza, in condizioni critiche è stata trasbordata sulla motovedetta Cp306 della Guardia costiera e sbarcata a molo Favarolo e poi è stata trasferita al Poliambulatorio, dove i medici non hanno potuto far altro che accertare l'aborto. Ieri la nave umanitaria aveva chiesto alle autorità italiane l'evacuazione medica urgente per la donna con un elicottero senza ottenerla, lamenta la ong.
Sea Eye accusa poi anche la guardia costiera libica che avrebbe disturbato l'intervento di soccorso del gommone causando il panico a bordo con persone che si sono gettate in acque e risulterebbero disperse: sul gommone sono stati inoltre individuati 4 corpi. Alla Sea Eye è stato assegnato il porto di Vibo Valentia.
Pubblicato su Corriere delle Alpi