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Verona, morto tredicenne travolto da auto: fermato l’uomo fuggito senza prestare soccorso: “Non l'ho investito”. I medici: “Poteva essere salvato”

Lo schianto dopo la mezzanotte di ieri, lunedì, Chris Obeng è deceduto in ospedale

Una morte che forse si poteva evitare e che lascia nel dolore una famiglia e un'intera comunità. Abom Chris, 13 anni (avrebbe compiuto 14 anni tra un mese) è morto nella mattina di martedì all'ospedale Borgo Trento di Verona dopo essere stato investito lunedì sera a San Vito di Negrar, nel Veronese. L'auto che lo ha falciato non si è fermata, lasciandolo lì sull'asfalto fino a quando non è arrivata la chiamata ai carabinieri alle 23.35. Un tempo forse troppo lungo per salvargli la vita: il 13enne è morto alle 9 del mattino. La caccia al pirata della strada non è durata molto.

Fermato un uomo

Nel pomeriggio di martedì i carabinieri di Negrar di Valpolicella e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caprino Veronese hanno individuato e denunciato a piede libero per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso il conducente dell'auto che lo ha investito. Si tratta di un operaio del posto di 39 anni con piccoli precedenti tra cui anche la guida in stato di ebrezza. A lui i carabinieri sono risalti dal sistema di videosorveglianza comunale e dai detriti dell'auto che sono stati trovati sull'asfalto. La macchina è risultata intestata alla madre, 64anni: a usarla però è stato il figlio che la mattina l'ha presa per recarsi a lavoro in un cantiere edile della Valpolicella.

Le prove che hanno incastrato l’investitore

Grazie a un frammento del fanale e a una parte dello specchietto retrovisore è stato possibile individuare il modello della macchina e cercarlo sulle telecamere di sorveglianza munite di sistema di lettura targhe. Raggiunto dai militari, il 39enne ha ammesso di essere stato lui alla guida, ma di non aver investito alcuna persona. L'auto è stata ritrovata nei pressi del cantiere e sequestrata: sul parabrezza aveva i segni dello schianto.

Comunità a lutto

Un dolore e un vuoto enorme per l'intera comunità e una vita spezzata di un 13enne che sognava di fare il calciatore. «Non ho parole e lacrime, ho tanta rabbia, la vita del nostro carissimo alunno Abom Chris è stata falciata da una auto pirata, non hanno avuto pietà, lo hanno lasciato solo e morente sul ciglio della strada. Tutta la comunità scolastica dell'Istituto Comprensivo di Negrar ti ricorderà sempre e si stringe al dolore della tua famiglia. Addio Chris, continua a calciare fra le nuvole», è lo sfogo della preside dell'Istituto Comprensivo di Negrar di Valpolicella.

I medici: “Poteva essere salvato”

Chris Obeng Abom «poteva essere salvato se fosse stato soccorso» dopo l'incidente. Lo affermano i medici della terapia intensiva e d'emergenza dell'Azienda Ospedaliera universitaria di Verona, che la notte scorsa avevano accolto la giovane vittima. Secondo i sanitari le lesioni riportate dal giovane non sarebbero da sole «compatibili con il decesso», causato invece da «arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento». In sostanza, prima di essere notato da un passante, il 14enne è rimasto a terra per un periodo di tempo che potrebbe essere risultato fatale.

Zaia: “Inaccettabile”

«Un'altra tragedia inaccettabile, un'altra giovane vita stroncata da un pirata della strada, che mi auguro sia individuato al più presto». Lo dice il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo l'ennesima tragedia da un'auto pirata che non si è fermata a prestare soccorso. «Alla famiglia, ai suoi amici, a tutti coloro che hanno voluto bene a questa giovane vita stroncata mentre sbocciava - aggiunge Zaia - rivolgo il mio più addolorato cordoglio». «Fa male, fa molto male - prosegue il Governatore - dover prendere atto di un ennesimo atto criminoso, com'è quello di non soccorrere una persona dopo un incidente. Se l'investitore si fosse fermato e avesse chiamato i soccorsi forse l'epilogo per questo ragazzo sarebbe stato diverso e magari oggi non saremmo qui a piangere l'ennesima giovane vita stroncata su una strada. Quanto accaduto è inaccettabile»

Pubblicato su Corriere delle Alpi