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Due sedicenni fermati per l’omicidio del clochard nel Napoletano: “Ucciso con crudeltà”. La rabbia della città: “Addio Frederich, eri un uomo buono”

Colpito con calci e pugni in testa anche quando era già a terra. Il Comune pagherà il funerale, le opposizioni chiedono un consiglio straordinario sulla sicurezza

NAPOLI. Hanno 16 anni e dovranno rispondere di omicidio volontario i due presunti assassini di Frederich Akwasi Adofo, il clochard di 43 anni di origine ghanese ucciso due giorni fa a Pomigliano d'Arco, nel Napoletano. Il tribunale per i minori ha già emesso nei loro confronti un provvedimento di fermo. Frederich è stato picchiato selvaggiamente in via Principe di Piemonte, dove dormiva su una panchina e chiedeva l'elemosina: è morto inospedale poco dopo esser stato soccorso. Ai due sedicenni fermati è stato contestata anche l'aggravante dei futili motivi e dalla crudeltà. Stando alle immagini di alcune videocamere di sicurezza in zona è emerso che i sedicenni lo hanno colpito a calci e pugni in testa, anche quando Frederich era a terra.

Friederick era in Italia nel 2012: aveva cominciato a vivere instrada dopo aver conseguito la licenza media. Era stato aggredito da una banda di giovanissimi anche tempo fa. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, dopo l’aggressione, avrebbe camminato per qualche metro fino ad accasciarsi all'interno di un cortile condominiale, dove è stato visto e soccorso. Non si è tratta quindi – come ipotizzato in un primo momento – di una aggressione mentre dormiva. Gli inquirenti sottolineano che nei video realizzati sui social dai due sedicenni ora fermati per il delitto «si esalta la violenza», anche con l’uso di bastoni e coltelli.

Frederich era una persona amata dai residenti della zona, che da ieri posano fiori, ceri e biglietti sulla panchina antistante il supermercato dove chiedeva l'elemosina. «Sei libero da tutto - scrive un cittadino - vola felice con gli angeli». Aveva problemi con l’alcol, «ma era un uomo mite che non ha mai importunato nessuno». Al contrario: «Augurava il buongiorno a tutti quelli che lo incrociavano, e in molti casi socializzava e si ricordava i nomi».

Anche i dipendenti del supermercato lo conoscevano: «Stava sempre con noi, mangiava qualcosa, ci chiamava amici, “my friend”». Ai bimbi che andavano a scuola poco distante augurava «buona scuola».

«Eri un uomo buono, addio Frederich», ha scritto qualcuno su un biglietto accanto ai fiori. La sua storia ha commosso l’intera città. ll Comune di Pomigliano d'Arco ha deciso di farsi carico dei funerali. «Sappiamo, da quello che dice la gente che lo conosceva, che era una brava persona, che viveva di elemosina e dormiva nel parco», dice il sindaco Lello Russo. «Pomigliano è una città accogliente e generosa, ha sempre risposto positivamente a quelle che erano le richieste delle persone più sfortunate».

Indignazione e rabbia anche sui social. Dai banchi dell'opposizione è arrivata la richiesta di un Consiglio comunale straordinario. Al Prefetto di Napoli quella della convocazione del comitato per l'ordine e la sicurezza. «Pomigliano, negli ultimi mesi - dice il gruppo di minoranza Rinascita – assiste ad una recrudescenza di rapine a mano armata, sparatorie in pieno giorno. In ultimo l'assassinio di Frederick. La situazione della sicurezza pubblica nella città è diventata grave e insostenibile. Servono subito efficienti misure per garantire la sicurezza dei cittadini».

Pubblicato su Corriere delle Alpi