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Gran Sasso, precipitano e muoiono una guida alpina e un amico appassionato di montagna: erano in cordata

Venti giorni fa un altro istruttore alpinista è morto precipitando dal Corno Grande dove c’è stata questa nuova tragedia

Due escursionisti sono morti sul versante teramano del Gran Sasso dopo essere precipitati durate un'escursione di sci d'alpinismo. Non si conoscono ancora, nel dettaglio, le ragioni della tagedia. Le vittime sono Raffaello Toro, 44 anni, e Gianluca Camplone, di 51.

Raffaello Toro era una guida alpina molto esperta, padre di una bambina di 10 anni. La tragedia mentre si arrampicava sulla parete nord del Corno Piccolo, una delle cime più frequentate del Gran Sasso con i suoi 2.600 metri di quota. Tutto è accaduto alle 15,30, mentre faceva quello che aveva già fatto tantissime altre volte sulle pendici teramane della montagna: condurre in cima uno degli escursionisti della domenica, in questo caso anche un carissimo amico: Gianluca, anche lui appassionato di arrampicate.

Sono morti entrambi dopo essere precipitati nel canale Sivitilli, ben visibile dall'area sottostante di Prati di Tivo, la zona alberghiera e residenziale della zona.

Sembra che a dare l'allarme sia stata un'altra cordata di escursionisti che stava per incamminarsi lungo lo stesso percorso delle due vittime, entrambe pescaresi: Raffaello Toro era residente a Caramanico, Gianlcuca Camplone nel capoluogo adriatico. Anche l'immediato soccorso dell'elicottero del 118 è stato inutile. Così come quello del Soccorso Alpino.

Il volo di un centinaio di metri lungo la parete del Corno Piccolo non ha dato scampo a Toro e al suo compagno di cordata, deceduti sul colpo. Nelle prossime ore si dovrebbe saperne di più sulla dinamica di un’incidente che segue di soli 20 giorni quello del 7 maggio scorso, quando un altro istruttore alpinista, Fabio Racanella, 52 anni, di Orvieto, è morto precipitando dal Corno Grande del Gran Sasso. Ed è proprio questa drammatica coincidenza a fare riflettere gli esperti su quanto accaduto a distanza di sole tre settimane sulle cime della montagna più alta dell'Appennino.

Sia Toro sia Racanella erano due istruttori espertissimi. Non si esclude che entrambi possano essere stati vittima di qualcosa che può avere interrotto così tragicamente la salita lungo la parete rocciosa dopo i forti sbalzi termici e le intense precipitazioni dei giorni scorsi: potrebbero aver causato la caduta di grossi massi.

Pubblicato su Corriere delle Alpi