Tunisia, 5 morti e almeno nove feriti in un attacco alla sinagoga di Ghriba. Tra le vittime c'è l'attentatore
Gli spari seminano il panico nella sinagoga dove è in corso un pellegrinaggio con centinaia di fedeli
TUNISI. Sarebbe di 5 morti (tra cui l'attentatore) e nove feriti il bilancio dell'attacco sferrato martedì sera contro la sinagoga di Ghriba, sull'isola tunisina di Djerba. Lo rende noto la radio locale Mosaique fm. Una fonte medica dell’ospedale regionale, Sadok Mokadem, ha detto che una guardia di sicurezza è morta a causa delle ferite riportate. Un altro ufficiale ricoverato in gravi condizioni sarà trasportato all'ospedale militare di Tunisi perché affetto da un'emorragia alla testa. Altri due sono stati operati con successo, ha aggiunto la stessa fonte. I feriti ricoverati sono 8 (4 agenti e 4 civili).
Tra le vittime c’è un cittadino francese, «un uomo di bontà» come è stato ricordato Benjamin Haddad, titolare di una panetteria kosher nel centro di Marsiglia. Haddad, 42 anni, «era sempre pronto ad aiutare i più deboli della nostra comunità, fornendo loro il pane ebraico (Hallot) per lo shabbat», dice in una nota il Concistoro israelita di Marsiglia. «Benjamin Haddad - sottolinea il presidente del stesso Concistoro, Michel Cohen-Tenoudjin - era un negoziante molto noto a Marsiglia, un uomo amabile. Perché proprio lui? Era un uomo di bontà! La famiglia è a pezzi. A titolo personale, provo indignazione, orrore e tristezza». Benjamin Haddad è stato assassinato nei pressi della sinagoga di Gerb, insieme al cugino Aviel Haddad, tunisino di 30 anni, anch'egli ucciso dall'attentatore. Entrambi stavano partecipando al pellegrinaggio per le festività ebraiche di Lag BaOmer (il trentatreesimo o giorno dell'Omer).
La dinamica dell’assalto
Gli spari sono stati uditi dalla sinagoga di Ghriba, causando il panico tra le centinaia di fedeli che partecipavano al pellegrinaggio ebraico annuale che si stava concludendo. Intorno alla sinagoga sono stati dispiegati rinforzi di polizia per mettere in sicurezza i pellegrini.
Il ministero dell'Interno tunisino ha confermato che l'attentatore, un ufficiale della Guardia nazionale, avrebbe ucciso un suo collega ad Aghir, a 21 chilometri dalla sinagoga, il cui corpo è stato trovato poco dopo privo dell'arma d'ordinanza. L'omicida si sarebbe poi diretto verso il tempio, cercando di avvicinarvisi «sparando colpi casuali alle unità di sicurezza a difesa del luogo di culto. Gli agenti schierati gli hanno impedito di farlo e lo hanno eliminato». Lui, intanto, ne aveva colpiti 6, uno dei quali a morte. Nello scontro a fuoco sono rimasti uccisi anche due pellegrini ebrei. Altri 4 civili sono rimasti feriti e trasferiti all'ospedale Sadok Mkadem, a 8 chilometri dalla sinagoga. Il ministero assicura che la sinagoga è stata circondata, sottolineando che i visitatori sono stati messi al sicuro. Tuttavia, le indagini sono ancora in corso per scoprire «le cause di questo vile attacco», aggiunge il ministero, senza menzionare la parola «terrorismo».
La condanna di Mattarella
«Ho appreso con sgomento la notizia del vile attentato che ha colpito la comunità ebraica tunisina presso la sinagoga dell'isola di Djerba – scrive il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente tunisino Kais Saied -. Nel farmi interprete dei sentimenti di partecipe vicinanza della repubblica italiana, desidero porgere le espressioni del più sincero cordoglio a lei, signor presidente, al governo e all'amico popolo tunisino, oltre che alle famiglie delle vittime cui va il nostro pensiero». Mattarella ribadisce «con forza la più ferma condanna di ogni atto di violenza antisemita».
Cirielli: ennesimo vile attacco ai danni comunità ebraica
Cordoglio e vicinanza al popolo tunisino e alle famiglie delle vittime arriva anche dal viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli: «A pochi giorni dalle celebrazioni per il 75esimo anniversario dell'indipendenza dello Stato di Israele – dice – da Djerba arriva la triste notizia del vile attacco, nei pressi della sinagoga di Ghriba, ai danni della comunità ebraica tunisina, in occasione dei festeggiamenti dell'annuale pellegrinaggio»». «Ancora vivo – prosegue – è il ricordo del tragico attentato terroristico dell'11 aprile 2002 negli stessi luoghi, attribuito ad Al Qaida, come pure la ferita inferta allora come oggi a una comunità, quella ebraica, che continua a vivere nella paura e nell'angoscia questo importante evento». Conclude: «La lotta al terrorismo, di qualsiasi matrice esso sia, è una priorità assoluta non solo per l'Italia ma per l'intera Unione Europea. Continueremo a lavorare per rafforzare la cooperazione internazionale al fine di prevenire atti sovversivi che possano mettere in pericolo la sicurezza nostra e dei Paesi amici».
Il cordoglio dell’Europa
Il cordoglio arriva unanime da diversi Paesi d’Europa, a cominciare dal commissario europeo all'Allargamento e al vicinato, Oliver Varhelyi, che in un tweet scrive: «Deploro l'attacco sull'isola di Djerba contro i pellegrini ebrei ed esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. L'Ue è pronta a sostenere le comunità locali e la convivenza in Tunisia dove cristiani, ebrei e musulmani vivono fianco a fianco». Conclude: «Apprezziamo la forte reazione delle autorità tunisine».
Pubblicato su Corriere delle Alpi