Rogo di Primavalle, la premier Meloni: “Tra le pagine più buie della storia nazionale”. L’attacco ai “cattivi maestri”
Nell’attentato incendiario nel quartiere romano del 16 aprile 1973 persero la vita i fratelli Virgilio e Stefano Mattei, figli dell’allora segretario locale dell’Msi
ROMA. «Il popolo italiano ha saputo superare quegli anni così duri. Non lo ha fatto senza difficoltà. Le cicatrici delle profonde ferite subite ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l'hanno sacrificata ad un'ingiusta violenza. Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale». Sono le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, in occasione della cerimonia di commemorazione del 50° anniversario della strage di Primavalle. «È questo l'obiettivo che l'Associazione Fratelli Mattei persegue fin dalla sua fondazione e che era nel cuore della signora Anna, donna straordinaria che non ha mai smesso di chiedere giustizia per i suoi figli e che ha impegnato tutta la sua vita con la forza della testimonianza. È l'obiettivo che mi auguro tutte le forze politiche, le istituzioni, le agenzie educative e la società vogliano porsi per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di rispetto e tolleranza. Perché nel confronto politico non ci siano più nemici da abbattere o da distruggere, ma soltanto avversari, con i quali confrontarsi civilmente e nel riconoscimento reciproco», ha aggiunto la premier.
«Virgilio, che era più grande, ha abbracciato Stefano perché ha visto che non riusciva a camminare e non ce l'ha fatta. Virgilio ha preferito morire piuttosto che lasciare il fratello più piccolo. Dobbiamo piantare alberi, intitolare piazze… perché loro saranno morti quando non li ricorderemo più». Lo ha raccontato Antonella Mattei alla cerimonia, rivolgendosi direttamente a Francesco Rocca, visibilmente commosso dal racconto. «La giustizia italiana non ci ha aiutato - ha sottolineato rivolgendosi al governatore -. È importate non avere più violenza ma va detto che i miei fratelli non sono come gli altri. Primavalle, Stefano e Virgilio, sono oltre un'idea politica. È stata una barbarie. Bisogna avere giustizia. Nessuno ci ha mai chiesto scusa».
Per me è un momento di grande commozione e di ricordo. Bisogna parlare di questa strage in cui morirono i fratelli Mattei e della campagna di menzogne e di depistaggi che poi impedirono la tempestiva sanzione dei colpevoli della sinistra di Potere Operaio che rimasero all'estero e sfuggirono a una condanna arrivata troppo tardi e troppo lieve". Lo ha detto il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri.
Cosa accadde
Il rogo di Primavalle è stato un attacco (un incendio doloso) compiuto da alcuni aderenti al movimento della sinistra extraparlamentare Potere Operaio nel quartiere di Primavalle a Roma il 16 aprile 1973. Nel rogo morirono Virgilio e Stefano Mattei rispettivamente 22 e 8 anni, figli di Mario Mattei, segretario locale del Movimento Sociale Italiano.
Furono condannati a 18 anni di reclusione, per incendio doloso e duplice omicidio colposo, oltre che per uso di esplosivo e materiale incendiario (pena prescritta) tre esponenti dell'organizzazione Potere Operaio, tra cui Achille Lollo, che solo nel 2005 ammise un attentato con una bomba artigianale non esplosa rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina.
Per me è un momento di grande commozione e di ricordo. Bisogna parlare di questa strage in cui morirono i fratelli Mattei e della campagna di menzogne e di depistaggi che poi impedirono la tempestiva sanzione dei colpevoli della sinistra di Potere Operaio che rimasero all'estero e sfuggirono a una condanna arrivata troppo tardi e troppo lieve". Lo ha detto il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri,
Pubblicato su Corriere delle Alpi