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Migranti, Michel a Meloni: “Cutro è un richiamo a soluzioni reali, agire insieme”. La premier: “Risposta Ue improcrastinabile”

Il presidente del Consiglio Europeo: «Dobbiamo evitare che si ripetano tragedie così terribili come quella al largo della Calabria»

Sale ancora il numero delle vittime accertate del naufragio di Cutro.

Poco dopo le 16 è stata recuperata dai Vigili del fuoco un'altra salma, presumibilmente di una ragazzina fra i 6 e i 10 anni d'età.

Sempre oggi erano stati restituiti dal mare altri due corpi: stamane quello di un'altra bimba e nel pomeriggio quello di un uomo. Il totale delle vittime accertate sale quindi a 76. Oggi nella spiaggia di Steccato di Cutro si è svolta una manifestazione di protesta, a cui hanno partecipato i superstiti e i familiari delle vittime. Alcune salme sono state già sepolte nel cimitero islamico di Bologna, altre sono state trasportate altrove, a spese dei familiari.

Al corteo presenti Luigi De Magistris, Cecilia Strada, Mimmo Lucano, i vertici di Emergency. Il prossimo Consiglio Europeo si riunirà il 23 e 24 marzo.

Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, ha scritto alla premier Giorgia Meloni: «E' imperativo che i colegislatori continuino i lavori sul Patto per la migrazione e l'asilo, in linea con la tabella di marcia comune del Parlamento europeo e delle presidenze di turno del Consiglio, e in vista dell'adozione delle proposte prima della fine dell'attuale legislatura».

Per Michel «il tragico naufragio al largo di Crotone è un forte richiamo alla necessità di trovare soluzioni reali e praticabili per gestire meglio la migrazione e combattere il traffico di migranti».

Palazzo Chigi esprime «sentito apprezzamento per le parole rivolte all'Italia dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Quanto affermato dal Presidente Michel é in piena sintonia con l'azione del governo italiano in Europa volta a una migliore gestione della migrazione e al contrasto del traffico di migranti».

Per il Governo italiano «dopo la terribile tragedia di Cutro, l'impegno comune a una risposta europea adeguata al complesso fenomeno della migrazione rende ancora più improcrastinabile l'attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio.

Come sottolineato dal Presidente Michel, occorre realizzare misure concrete di aumentata azione esterna, una cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissioni, il controllo delle frontiere esterne dell'UE e la lotta al traffico di esseri umani, utilizzando tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell'Ue. La determinazione del Presidente Michel circa una rapida attuazione di quanto concordato al Consiglio europeo di febbraio rappresenta un ulteriore passo in avanti in vista del Consiglio europeo di marzo».

La Gazzetta Ufficiale ha intanto pubblicato il decreto legge sui migranti, approvato giovedì dal Consiglio dei Ministri a Cutro. Il provvedimento è in vigore. Ci sono l'aumento della pena per gli scafisti fino a 30 anni e la durata triennale (2023-2025) dei decreti flussi, ma c’è anche l'aumento della durata a tre anni dei permessi di soggiorno per contratti di lavoro a tempo indeterminato, per il lavoro autonomo e per ricongiungimenti familiari. La durata finora prevista per questi permessi di soggiono era di due anni.

Per quanto riguarda la protezione speciale diminuiscono i divieti di espulsione. Il decreto legge cancella queste norme: «Non sono altresì ammessi il respingimento o l’espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, a meno che esso sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale, di ordine e sicurezza pubblica nonché di protezione della salute nel rispetto della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28 luglio 1951, resa esecutiva dalla legge 24 luglio 1954, n. 722, e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Ai fini della valutazione del rischio di violazione di cui al periodo precedente, si tiene conto della natura e della effettività dei vincoli familiari dell'interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d'origine».

Per Amnesty International «le persone si mettono in viaggio perché in viaggio hanno comunque qualche speranza di salvarsi, rispetto al 100 per 100 di possibilità di morire rimanendo a casa. E' inutile avvertirli, non serve a nulla».

Oggi oltre 1.300 migranti - 1.366 secondo un conteggio ufficiale - sono stati tratti in salvo dalla Guardia costiera. Ancora in corso le operazioni coordinate dal Centro nazionale del soccorso marittimo della Guardia costiera a favore delle due imbarcazioni intercettate ieri a oltre 100 miglia al traverso delle coste di Roccella Ionica, in acque Sar italiane. Il salvataggio, reso complesso a causa dei barconi sovraccarichi di migranti e delle condizioni meteo marine sfavorevoli, si sta concludendo in queste ore.

Anche il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra, ha partecipato alla manifestazione del pomeriggio nella spiaggia di Steccato di Cutro: «Oggi sulla spiaggia di Cutro per restituire dignità a questo Paese e alle sue Istituzioni, dignità persa con la sceneggiata del consiglio dei ministri di qualche giorno fa, dignità persa nel rapporto fra Stato e familiari delle vittime del naufragi, dignità che viene persa quando non si salvano le persone in mare».

Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil sottolinea: «Un corteo silenzioso, partecipatissimo, quello di oggi sulla spiaggia di Cutro. Una manifestazione in cui i sindacati, insieme a centinaia di associazioni, hanno ricordato le vittime del naufragio e hanno espresso vicinanza ai familiari e alla popolazione locale che, subito dopo la tragedia, ha risposto con grande solidarietà.

Un'iniziativa nazionale non solo per esprimere vicinanza, ma anche - rimarca Scacchetti - per chiedere un radicale cambiamento delle politiche migratorie italiane ed europee, e quindi per rafforzare l'accoglienza, aprire i corridoi umanitari: le persone in mare vanno sempre soccorse, senza se e senza ma.

Pensare che si possano fermare i migranti, che fuggono da guerre e persecuzioni, nei Paesi di partenza è una grande falsità. Inoltre l'enorme spirito di solidarietà espresso quest'oggi si contrappone ad un Governo che non ha voluto incontrare i parenti delle vittime, né tanto meno avvicinarsi al luogo della tragedia. Il nostro Paese e l'Europa - conclude Scacchetti - devono definire nuove politiche migratorie che mettano al centro umanità e accoglienza».

Pubblicato su Corriere delle Alpi