Giovane ucciso per errore a Napoli, il gip convalida il fermo del 19enne
Francesco Pio Valda, che si ritiene abbia ucciso con colpi di pistola Francesco Pio Maimone, non ha risposto al gip
Resta in cella Francesco Pio Valda, il 19enne accusato dell'omicidio volontario, aggravato dalle modalità mafiose, di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso «per sbaglio» la notte tra domenica e lunedì scorsi, con un colpo di pistola al petto, mentre mangiava noccioline insieme con alcuni amici davanti a un chiosco del lungomare di Napoli. Il gip di Napoli Maria Luisa Miranda (terza sezione penale) ha convalidato il fermo che la Squadra Mobile di Napoli ha notificato al 19enne martedì scorso e ha emesso nei suoi confronti la misura cautelare del carcere. Inoltre ha ritenuto sussistente l'aggravante mafiosa. Il ragazzo non ha risposto al gip. Valda è stato difeso davanti al gip Maria Luisa Miranda dall'avvocato Antonio Iavarone. «Il mio assistito- ha detto il legale – non ha reso alcuna dichiarazione spontanea».
In mattinata è stata eseguita l'autopsia disposta dalla Procura di Napoli sul corpo del 18enne. La salma sarà poi restituita ai familiari per i funerali, che dovrebbero essere celebrati domani nella chiesa di San Lorenzo Martire nel quartiere Pianura dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella.
La dinamica
Secondo le prime ricostruzioni il 18enne, estraneo agli ambienti criminali, era fermo vicino a un chiosco sul marciapiede lato scogliera insieme con gli amici quando sono stati esplosi i colpi. All’origine, secondo la versione più accreditata, ci sarebbe stato un litigio tra due gruppi di giovanissimi, uno scontro nato per quelli che si usa indicare come futili motivi (in genere solo pretesti per dare libero sfogo alla rabbia): di solito è uno sguardo di troppo ma in questo caso pare per una scarpa sporcata. Stando ai racconti dei testimoni tutto si è svolto in pochi attimi, un raid che è sembrato quasi una stesa con l’omicida che ha sparato sia in aria che nel mucchio, dunque con l’intenzione di uccidere. Mentre si scatenava il panico il ragazzo si è accasciato in un lago di sangue, gli amici terrorizzati hanno compreso la gravità della situazione e piuttosto che aspettare l’ambulanza (è una zona molto caotica) lo hanno trasportato con una macchina all’ospedale Pellegrini. Sforzi vani, i medici non hanno potuto salvarlo.
Pubblicato su Corriere delle Alpi