Chiese in Provincia di Trento - città di Trambileno: Chiesa di Sant'Antonio di Padova

Chiesa di Sant'Antonio di Padova
S. Antonio di Padova

TRENTO / TRAMBILENO
Pozzacchio, Trambileno (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Orienta a sud-est e posta all’estremità settentrionale del paese di Pozzacchio, la piccola chiesa di Sant’Antonio di Padova fu eretta nel 1680 per volere di Giuseppe Corazza di Rovereto, realizzando il desiderio dei defunti genitori. Inizialmente priva di campanile e sacrestia, la costruzione venne completata da entrambi nel 1779, assumendo l’aspetto odierno dopo un intervento di ristrutturazione nel 1860. La semplice facciata a due spioventi è caratterizzata da un portale centrale... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Orienta a sud-est e posta all’estremità settentrionale del paese di Pozzacchio, la piccola chiesa di Sant’Antonio di Padova fu eretta nel 1680 per volere di Giuseppe Corazza di Rovereto, realizzando il desiderio dei defunti genitori. Inizialmente priva di campanile e sacrestia, la costruzione venne completata da entrambi nel 1779, assumendo l’aspetto odierno dopo un intervento di ristrutturazione nel 1860. La semplice facciata a due spioventi è caratterizzata da un portale centrale architravato tra due finestre quadrate protette da inferriate e da una luce sommitale a lunetta; a destra le si addossa il campanile, sopraelevato nel 1961-1962, dotato di quattro monofore centinate nella cella, che fa corpo unico con il fusto intonacato e tinteggiato, e coperto da un tetto piramidale a quattro falde. La sacrestia emerge sul fianco destro della chiesa, mentre lungo quello sinistro si trova un piccolo corpo quadrangolare corrispondente ad una nicchia centinata interna. All’interno il volume dell’edificio sacro a pianta rettangolare contiene sia la navata che il presbiterio, separato dalla prima soltanto mediante l’elevazione di un gradino. La parete terminale, cieca, è sfondata da una nicchia centinata realizzata per contenere un altare di dimensioni più modeste rispetto a quello ligneo ora esistente. La chiesetta conserva al suo interno una curiosa statua di Sant’Antonio di Padova, integrata con gli attributi del maialino e della campanella, tipici di Sant’Antonio Abate, a testimonianza della venerazione della comunità per entrambi.

Pianta

Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, senza soluzione di continuità tra la navata e il presbiterio; piccolo corpo emergente a pianta rettangolare sul lato sinistro.

Facciata

Semplice facciata a due spioventi con zoccolo in lastre di pietra rosa a vista, portale architravato centrale tra due finestre quadrate protette da inferriate e luce sommitale a lunetta. Finiture a intonaco tinteggiato.

Prospetti

Lungo il fianco sinistro emerge il piccolo volume quadrangolare cieco della nicchia interna, dotato di zoccolo finito in lastre di pietra a vista; sul lato destro, illuminato da una finestra a lunetta, si addossa invece il corpo della sacrestia. La parete di fondo della chiesa è cieca. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in pietra calcarea rosa a vista.

Campanile

Torre a pianta quadrangolare addossata alla facciata sulla destra; fusto intonacato e tinteggiato diviso in due tronconi da una cornice orizzontale emergente. Cella sommitale a corpo unico col fusto, forata da quattro ampie monofore centinate; tetto piramidale a quattro falde sormontato da croce apicale e bandierina segnavento.

Struttura

Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: orditura lignea a vista dei due spioventi.

Coperture

Tetto a due spioventi sopra l’intera chiesa, a tre spioventi sopra la nicchia emergente a sinistra e a spiovente unico sopra la sacrestia; struttura portante in legno e manto di copertura in coppi. Campanile coperto da lamiera metallica.

Interni

Interno a pianta rettangolare, con un unico gradino a separare la navata dal presbiterio; una nicchia centinata ospitante una statua si apre lungo il fianco sinistro, mentre a destra vi è una prima porta di collegamento con il campanile e una seconda che conduce alla sacrestia. La cantoria in muratura sospesa occupa la controfacciata. Finiture a intonaco tinteggiato.

Pavimenti e pavimentazioni

Pavimento a quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse disposte a scacchiera sia nella navata che nel presbiterio.

1680 - 1680 (costruzione intero bene)

Nel 1618, col suo testamento, Giulia Betta dal Toldo, vedova di Giovanni Battista Corazza di Rovereto, che aveva dei beni a Pozzacchio, ordinò al figlio Giuseppe, allora ancora bambino, di far edificare qui una cappella, secondo il volere del suo defunto padre, destinandovi 15 ragnesi. Nel 1647 Giuseppe Corazza legò alla erigenda chiesa un terreno arativo e nel 1649 dispose davanti ad un notaio che “il credito dovuto per legato paterno sia dato alla fabbrica [della] chiesa nova da farsi a Pozzacchio”. Tuttavia egli esaudì la richiesta dei genitori più di 30 anni dopo: nel 1678 assegnò diversi stabili nel paese all’edificio sacro, per il suo mantenimento; ma secondo una nota nell’Urbario della chiesa dei Santi Mauro e Stefano di Trambileno la cappella di Sant’Antonio di Padova fu fondata e fabbricata dall’illustre benefattore solo nel 1680. L’edificio sacro possedeva un solo altare ed era privo di campanile e di sacrestia.

1682/06/13 - 1682/06/13 (benedizione carattere generale)

La cappella fu benedetta da don Domenico Pedrazzi, curato di Trambileno, il 13 giugno 1682.

1779 - 1779 (costruzione campanile e sacrestia)

Approfittando di un periodo economicamente favorevole, nel 1779 la piccola chiesa fu completata con l’erezione della sacrestia e del campanile; in precedenza la campana di cui era fornita, collocata nel 1693, doveva esser posta su di un traliccio di legno all’esterno.

1790 - 1800 (cambio di intitolazione carattere generale)

Alla fine del XVIII secolo si registra nella “Notitia Ecclesiarum Tridentinae Civitatis ac Diocesis” di padre Giangrisostomo Tovazzi il cambio di intitolazione della chiesa di Pozzacchio, che risulta ora dedicata a Sant’Antonio Abate; lo studioso ricorda tuttavia che vi si onora come patrono anche “un altro Sant’Antonio, ossia quello chiamato patavino”.

1827 - 1827 (riparazioni intero bene)

La visita pastorale del 1827 segnala che la chiesa è decrepita, è necessario rifare il pavimento del presbiterio e la sacrestia necessita di sollecite riparazioni; la popolazione provvide ai lavori urgenti.

1849/03/21 - 1849/03/21 (installazione campana campanile)

Il 21 marzo 1849 fu posta una seconda campana sul campanile.

1860/07/19 - 1860/07/19 (chiusura al culto intero bene)

Dopo essere stata officiata ogni domenica e festività a partire dal 1849 dal secondo cooperatore di Trambileno, la seduta comunale del 19 luglio 1860 ordinò la sospensione delle messe, a seguito della rilevazione che la funzione religiosa “provocava quasi in ogni circostanza un vistoso scandalo anziché profitto”.

1860/07/19 - 1862 (ristrutturazione (?) intero bene)

Secondo alcune fonti, nel 1860 la chiesa venne riedificata quasi per intero; è forse più probabile che, anche in relazione alla chiusura al culto, abbia subito dei lavori di ristrutturazione. Risalgono presumibilmente a quest’epoca la nicchia sul fianco sinistro del presbiterio e il parapetto della cantoria.

1862 - 1862 (benedizione carattere generale)

Al termine dei lavori l’edificio sacro fu benedetto per la seconda volta, il 15 giugno 1862.

1905/11/16 - 1905/11/16 (erezione a curazia carattere generale)

Dopo anni di contrasti tra la popolazione locale, il curato di Trambileno e l’Ordinariato vescovile per riottenere le celebrazioni festive nella chiesa, in data 16 novembre 1905 Vanza e Pozzacchio con il Pian del Levro furono unite in un’unica curazia, dipendente da quella di Trambileno. Il nuovo curato, che risiedeva a Vanza, riprese le celebrazioni domenicali a Pozzacchio.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Con lo scoppio della prima guerra mondiale il paese fu evacuato presso Salisburgo e occupato per circa un anno dai militari italiani. La chiesa subì gravi danni e spogliazioni, documentati da una nota di Giuseppe Gerola del 1919. In particolare vennero distrutti la sacrestia, le coperture del campanile e della chiesa e l’avvolto di quest’ultima e fu gravemente da

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