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Chiese in Provincia di Trento - città di Mori: Chiesa di Santo Stefano
Chiesa di Santo Stefano
S. STEFANO protomartire S. Stefano
Dettagli
Orientata regolarmente ad est, la chiesa di Santo Stefano sorge a sud-ovest dell'antico nucleo di Mori; l'esistenza di un edificio sacro già di rilievo è documentata nel XII e XIII secolo, ma quello attuale deve le sue forme alla ricostruzione seicentesca, proseguita poi nel Settecento con l'ampliamento del presbiterio. Della prima chiesa rimane il campanile, con fusto intonacato caratterizzato da cantonali sfalsati in pietra a vista, due ordini di bifore a luci centinate separate da colonnine e copertura conica con acroteri angolari. La semplice facciata a due spioventi è preceduta da un avancorpo a salienti con protiro centrale sostenuto da colonne su alti plinti, inquadrato da un'arcata frontale a pieno centro. Le fiancate gradonate sono ritmate, nella parte superiore della muratura, da una serie di paraste che riprendono la suddivisione interna in sei campate e sono raccordate da un cornicione dentellato; finestre dal profilo mistilineo si alternano a lunette. Gli ingressi laterali simmetrici architravati si aprono in corrispondenza della quarta campata, quello sinistro al termine di una scalinata a due rampe, quello destro protetto da un portico su colonne, reggenti arcate a pieno centro, affiancato dal locale caldaia e sormontato da ambienti di servizio. Il presbiterio rettangolare, segnato da cantonali sfalsati in pietra a vista, è dotato di due finestre mistilinee sul lato destro e una sul lato sinistro; ad esso si appoggiano i volumi della sacrestia (a sinistra) e di un ambiente di deposito (a destra). All'interno l'ampia navata unica, coperta da volte a botte unghiata, è preceduta dall'avancorpo d'ingresso con la cantoria, sostenuta al centro da due colonne lisce libere e incorniciata da un diaframma architettonico con apertura tipo serliana. Lungo le fiancate, scandite da pilastri raccordati in alto dal cornicione modanato, si dispongono simmetricamente sei cappelle, nella prima, terza e quinta campata, precedute da arcate a pieno centro e ospitanti gli altari laterali. Anche il presbiterio rettangolare, elevato di quattro gradini, è diaframmato da due coppie di arcate su pilastri, che dividono l'ambiente in due campate e raccordano il presbiterio vero e proprio con i due ambienti laterali di servizio; la parete di fondo, cieca, è dominata dall'imponenza dell'altare maggiore. La decorazione a stucco seicentesca interessa l'accesso alle cappelle e l'arco santo; altri stucchi e dipinti del XVIII secolo ornano pareti e volte del presbiterio, mentre le decorazioni pittoriche della navata risalgono al 1923, all'epoca dei necessari restauri postbellici.
Preesistenze
Il campanile duecentesco è l'unica testimonianza dell'edificio medievale.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale.
Facciata
Semplice facciata a due spioventi, preceduta da un avancorpo a salienti con protiro centrale su colonne con alti plinti di base, inquadrato da un'arcata frontale a pieno centro. Zoccolo in pietra calcarea e rivestimento di pannelli di marmo. Frontone triangolare; finiture a intonaco rustico.
Prospetti
Fiancate gradonate, ritmate da una serie di paraste che riprendono, nella parte superiore della muratura, la suddivisione interna in sei campate e sono raccordate da un cornicione dentellato; finestre dal profilo mistilineo si alternano a lunette. Gli ingressi laterali simmetrici architravati si aprono in corrispondenza della quarta campata, quello sinistro al termine di una scalinata a due rampe, quello destro protetto da un portico su colonne, reggenti arcate a pieno centro, affiancato dal locale caldaia e sormontato da ambienti di servizio. Presbiterio rettangolare, segnato da cantonali sfalsati in pietra a vista e dotato di due finestre mistilinee sul lato destro e una sul lato sinistro; ad esso si appoggiano i volumi della sacrestia (a sinistra) e di un ambiente di deposito (a destra). Finiture a intonaco rustico.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta sul lato destro, presso il pre
XII - XII (menzione carattere generale)
Il 1° agosto 1180 Rambaldo "archipresbiter de Murio" e i suoi confratelli intervenero in un giudizio per sostenere la dipendenza di due uomini dalla chiesa di Sant'Andrea sull'isola, presso Loppio; a fondamento di tale diritto su questi "famuli", Rambaldo pose una concessione fatta alla pieve di Mori dal vescovo Altemanno (1124-1149).
1214 - 1214 (dedicazione carattere generale)
In un documento del 1214 la chiesa battesimale risulta essere dedicata a Santo Stefano.
1414/07/02 - 1414/07/02 (incorporazione carattere generale)
Il 2 luglio 1414 la chiesa fu incorporata alla Cattedrale di Trento.
1611 - 1618 (ricostruzione intero bene)
L'edificio venne riedificato presumibilmente tra il 1611 e il 1618, in base alla presenza di un'iscrizione con la prima data sul fianco sinistro e di quella con la seconda sotto l'avvolto.
1620 - 1645 (completamento e decorazione intero bene)
I lavori di completamento e decorazione proseguirono nel corso del terzo, quarto e quinto decennio del Seicento, con la realizzazione di tre altari laterali, dei portali d'ingresso e della decorazione in stucco di bottega lombarda che interessa l'accesso alle cappelle e l'arco santo.
1733 - 1750 (ampliamento e decorazione presbiterio)
Nel 1733, sotto la guida dell'arciprete Gerolamo Baldassarre Thun e forse su progetto di Cristoforo Benedetti, venne ampliato il presbiterio in ottemperanza alle indicazioni della visita pastorale del 1628, che aveva segnalato anche la necessità di riedificare l'altare maggiore, opera di Teodoro Benedetti eseguita tra il 1735 e il 1745. Allo stesso periodo, entro il 1750, data della consacrazione dell'altare, dovrebbe risalire la decorazione in stucco della volta del presbiterio, dei pilastri e del sottarco dell'arco santo.
1872 - 1892 (ampliamento e ristrutturazione intero bene)
Sotto la reggenza dell'arciprete Eustasio Cappello (1852-1888) l'edificio fu ampliato verso ovest, realizzando nel 1872-1873 la nuova cantoria per ospitare il nuovo organo della ditta Tonolli di Brescia (collaudato nel 1877) e l'avacorpo davanti alla facciata, oltre che una nuova sacrestia. L'arciprete iniziò inoltre i lavori di ristrutturazione interna rinnovando la pavimentazione e le vetrate. Fu il suo successore, don Germano Rossi, a terminare l'opera con il restauro degli stucchi e l'esecuzione di nuovi dipinti murali da parte del pittore Antonio Mayer (1890). Sempre nel 1890 fu installato l'orologio sul campanile, dotato di un quadrante sul lato nord. Nel 1892 venne realizzata la scalinata che sale all'accesso secondario sul fianco sinistro.
1914 - 1914 (erezione ad arcipretura carattere generale)
La chiesa ricevette nuovamente il titolo di arcipretura nel 1914.
1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)
Durante la prima guerra mondiale crollò parte della volta della navata.
1920 - 1925 (ristrutturazione e decorazione intero bene)
Nel 1920 l'edificio venne risanato; le volte furono decorate nuovamente nel 1923 da Carlo Donati e Francesco Rossi di Milano. Nello stesso periodo venne costruito il protiro antistante la facciata e fu steso l'intonaco esterno.
1987 - 1987 (restauro campanile )
La torre campanaria fu interessata da un restauro nel 1987, quando fu rintonacata cancellando il quadrante di orologio.
1999 - 2000 (restauro esterno)
Tra il 1999 e il 2000 si realizzarono il consolidamento statico del terreno su cui poggia la chiesa, il restauro dello scalone del fianco nord, dei parapetti e dei terrazzamenti e la sistemazione di pavimentazioni e percorsi.
2012 - 2013 (restauro intero bene)
E' in corso dal 2012 il generale restauro della chiesa, sotto la direzione dell'architetto Camilla Gavazzini di Rovereto. All'esterno è previsto il restauro e il controllo statico del campanile e del castello campanario, delle coperture, delle pareti e della pavimentazione. All'interno è previsto il consolidamento statico delle murature del presbiterio