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Chiese in Provincia di Trento - città di Molveno: Chiesa di San Carlo Borromeo
Chiesa di San Carlo Borromeo
S. Carlo Borromeo
Dettagli
Orientata a sud-ovest, verso il lago, la parrocchiale di San Carlo Borromeo venne ricostruita ex novo tra il 1939 e il 1940 su progetto dell’architetto e ingegnere conte Pietro Marzani di Villalagarina, abbattendo la curaziale seicentesca preesistente e mantenendo in piedi solamente il campanile medievale, isolato e posto per angolo a sinistra della facciata, con fusto intonacato e tinteggiato segnato dai conci angolari in pietra grigia a vista, due quadranti di orologio dipinti sui lati nord e sud, quattro bifore a luci centinate separate da colonnine nella cella e copertura piramidale a quattro falde. La facciata a due spioventi è caratterizzata dalla diversa finitura delle fasce laterali, intonacate e tinteggiate con i conci angolari sfalsati lapidei a vista, rispetto al settore centrale, rivestito in pietra grigia; il massiccio portale architravato e strombato, protetto da una pensilina con tettoia a spiovente unico, è sovrastato da un rosone con luci circolari. Quattro finestre rettangolari alte e strette si aprono sul fianco destro, tre su quello sinistro, che reca l’ingresso secondario elevato di quattro gradini e con portale seicentesco di reimpiego; sempre a sinistra emerge il volume della sacrestia, con accesso centinato indipendente sul lato nord-est. Il catino absidale è forato da una coppia di finestre rettangolari simili a quelle della navata, mentre un corpo quadrangolare elevato, con prospetto principale a due spioventi movimentato da cinque monofore centinate digradanti che seguono il profilo del tetto, è innestato sopra il presbiterio; a destra si sviluppa un corpo laterale più basso corrispondente alla cappella eucaristica e ad ambienti di servizio. All’interno l’ampia navata unica rettangolare coperta da soffitto a cassettoni in legno e muratura è dotata su ogni fianco di cinque arcate longitudinali a pieno centro sostenute da pilastri, accesso ad altrettante cappelle laterali percorribili e collegate fra loro da bassi passaggi architravati; l’arco santo a pieno centro introduce al presbiterio rettangolare, elevato di tre gradini e coperto da soffitto piano con un lucernario centrale circolare; una seconda arcata centinata lo collega al profondo catino absidale, sempre coperto da soffitto piano, che ospita la grande ancona lignea del primitivo altare maggiore. Nel 1940 Carlo Bonacina affrescò l’interno; lo stesso pittore restaurò e integrò la sua opera nel 1977, dopo il rovinoso incendio che nell’ottobre dell’anno prima distrusse il tetto e molti degli arredi.
Preesistenze
Il campanile isolato, anteriore al XVI secolo, è l’elemento architettonico più antico del complesso della parrocchiale.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare concluso da profonda abside semicircolare.
Facciata
Facciata a due spioventi caratterizzata dalla diversa finitura delle fasce laterali, intonacate e tinteggiate con i conci angolari sfalsati lapidei a vista, rispetto al settore centrale, rivestito in pietra grigia; massiccio portale architravato e strombato, protetto da una pensilina con tettoia a spiovente unico e sovrastato da un rosone con luci circolari.
Prospetti
Quattro finestre rettangolari alte e strette si aprono sul fianco destro, tre su quello sinistro, che reca l’ingresso secondario in corrispondenza della terza cappella, elevato di quattro gradini e con portale seicentesco di reimpiego dalla vecchia curaziale, sovrastato da un oculo; sempre a sinistra emerge il volume della sacrestia, con accesso centinato indipendente sul lato nord-est, finestre quadrangolari sul fianco e oculi ovali sui lati nord-est e sud-ovest. Il catino absidale è forato da una coppia di finestre rettangolari simili a quelle della navata, mentre un corpo quadrangolare elevato, con prospetto principale a due spioventi movimentato da cinque monofore centinate digradanti che seguono il profilo del tetto, un’apertura crociata sulla parete di fondo e due finestre su
XV - XV (costruzione campanile)
Il campanile esistente a fianco della chiesa, sicuramente anteriore al XVI secolo, doveva probabilmente essere in origine una torre di avvistamento, sicuramente utilizzata a servizio della chiesa di San Vigilio, quindi della curaziale di San Carlo, a partire dalla seconda metà del Cinquecento.
1616/04/18 - 1630 (preesistenze intorno)
Il 18 aprile 1616, nel corso della visita pastorale alla chiesa di San Vigilio a Molveno, monsignor Pietro Belli di Condino, vescovo ausiliare del cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo, ordinò di costruire quanto prima la nuova curaziale, le cui fondamenta erano già in fase di realizzazione nella piazza centrale del paese, con l’abside rivolta verso il lago e la navata a sinistra del campanile esistente, ad esso addossata. Dopo varie interruzioni per le difficoltà incontrate a causa delle notevoli infiltrazioni d'acqua nel sottosuolo e per il rifiuto da parte della comunità di Andalo di contribuire alle spese, la costruzione terminò nel 1630. Aveva tre altari lignei, navata unica coperta da tetto a due ripidi spioventi e abside poligonale con volta a ombrello.
1650 - 1650 (consacrazione carattere generale)
Il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo la consacrò nel 1650.
1671 - 1671 (trasferimento fonte battesimale)
Nel 1671 il fonte battesimale venne trasferito dalla chiesa di San Vigilio alla nuova curaziale, che già conservava il tabernacolo.
1811 - 1824 (cambio di giurisdizione carattere generale)
Nel 1811 i distretti di Andalo e Molveno furono uniti alla Giudicatura di Denno e aggregati nello spirituale alla parrocchia di Spormaggiore; nel 1824 Molveno fu associato al decanato di Mezzolombardo, pur continuando a riconoscere per matrice la pieve del Banale.
1852 - 1853 (costruzione sacrestia)
Una nuova sacrestia venne realizzata tra il 1852 e il 1853.
1904/04/10 - 1921 (progetto di ampliamento carattere generale)
L’incremento demografico e la ripresa economica dell’inizio del XX secolo portarono il curato don Augusto Gentilini a sostenere l’idea di ampliare la chiesa: venne costituito un comitato promotore, nominato dalla rappresentanza comunale il 10 aprile 1904, che nella stessa seduta approvò all’unanimità un preventivo di spesa di 18000 corone austriache redatto dall’ingegner Oss di Trento (divenuto poi di 18523, secondo il preventivo dell’ingegner Rasmo), che il comune, in quanto patrono della chiesa, si impegnava a investire. Si prevedeva di allungare la navata di 5 metri oltre il campanile espropriando il terreno necessario. Ottenuto il placet della curia, la rappresentanza comunale decise di iniziare i lavori nel maggio del 1906, incaricandosi dell’impresa. Ma l’insorgere di dispute sulla necessità di ricostruire la chiesa ex novo piuttosto che ampliarla, il successivo periodo bellico e l’incendio del paese del 5 settembre 1921 procrastinarono la soluzione del problema.
1932 - 1932 (sostituzione campane campanile)
Le campane, tutte tranne una requisite dal governo austriaco durante la guerra, vennero sostituite nel 1932.
1939 - 1940 (costruzione intero bene)
Il problema di capienza della vecchia curaziale venne riaffrontato a partire dal 1928, anche a seguito dell’aumento della popolazione nei mesi estivi per il flusso turistico; nel 1936 si costituì un nuovo comitato, che decise la costruzione di un nuovo edificio. Il progetto della costruzione fu redatto nel 1938 dall’ingegnere e architetto conte Pietro Marzani di Villalagarina e la direzione dei lavori fu assunta dal geometra Giacomo Scalet. Il 26 giugno 1939 don Giovanni Guadagnini, decano di Mezzolombardo, benedisse la posa della prima pietra. La nuova chiesa, terminata nel 1940, costò complessivamente 377843 lire, spesa coperta per più del 90% con il contributo dell'amministrazione separata dei beni d'uso civico (ASUC). L’interno fu ornato da dipinti murali di Carlo Bonacina nello stesso 1940.
1940/11/20 - 1940/11/20 (consacrazione carattere genera