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Chiese in Provincia di Trento - città di Levico Terme: Chiesa del Santissimo Redentore
Chiesa del Santissimo Redentore
SS. Redentore
Dettagli
Orientata regolarmente ad est, la grandiosa parrocchiale di Levico, la più grande chiesa della diocesi, sorge nel centro dell'abitato, accanto al campanile, unica testimonianza dell'edificio antico. L'edificio, a croce latina e diviso in tre navate, fu progettato in stile neoromanco dall'architetto goriziano Leopoldo de Claricini e vide la luce tra il 1872 e il 1877. La facciata, emergente e corrispondente alla navata centrale, è serrata tra pilastri angolari; i due spioventi sono profilati da una cornice ad archetti pensili e sono raccordati alla sommità dalla base a parallelepipedo per la statua sommitale di Cristo Redentore. L'ampio portale centinato e strombato, elevato su otto gradini, è ornato da un mosaico nella lunetta. Al di sopra si apre una finestra trifora, dove le luci sono separate da colonnine singole o binate, che continuano come elemento decorativo anche sui pilastri angolari. In posizione arretrata si dispongono le fronti simmetriche delle navate minori; tra queste e la facciata si elevano due torrette a pianta ottagonale, contenenti le scale di accesso alla cantoria. Le fiancate sono scandite da lesene e da una cornice superiore profilata da archetti pensili, che riprendono la suddivisione interna in cinque campate, ognuna illuminata da un oculo. Ingressi laterali simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Tra i due bracci del transetto emergente si innalza il tiburio ottagonale, con lesene angolari, oculi strombati e galleria di archetti su ogni lato. Il presbiterio rettangolare a due campate, di ampiezza corrispondente a quella della navata maggiore, è affiancato dalla sacrestia sul lato destro e dalla cappella feriale su quello sinistro ed è concluso dall'abside poligonale. All'interno una serie di colonne lisce libere in pietra completate da capitelli compositi separano le navate; le pareti della navata centrale, di maggiore altezza e ampiezza rispetto alle laterali, sono alleggerite da trifore centinate. Quattro imponenti pilastri a fascio sostengono il tamburo ottagonale, ornato da dipinti murali figurati del 1908 di Devigili e Tevini, raccordato da quattro pennacchi, pure figurati, e la cupola. L'arco santo a sesto leggermente ribassato introduce al presbiterio, elevato di quattro gradini e diviso in due campate. Le pareti laterali, chiuse fino a mezza altezza, sono sormontate da una balaustra marmorea, che prosegue anche lungo le pareti dell'abside poligonale, e forate da arcate a pieno centro, sostenute da colonne, simili a quelle della navata centrale. Monumentale altare a ciborio.
Preesistenze
Il campanile faceva parte della costruzione precedente.
Pianta
Pianta a croce latina, a tre navate; presbiterio a pianta rettangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata emergente, corrispondente alla sola navata centrale, serrata tra pilastri angolari eminenti. Zoccolo rivestito in pietra; i due spioventi sono profilati da una cornice ornata sul lato interno da archetti pensili e sono raccordati alla sommità dalla base a parallelepipedo per la statua sommitale di Cristo Redentore. Ampio portale centinato e strombato, elevato su otto gradini, sostenuto da due colonne lisce libere e ornato da un mosaico nella lunetta. Al di sopra si apre una finestra trifora, dove le luci sono separate da colonnine singole o binate, che continuano come elemento decorativo anche sui pilastri angolari. In posizione arretrata si dispongono le fronti simmetriche delle navate minori, mascherate da due torrette a pianta ottagonale, contenenti le scale di accesso alla cantoria. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Zoccolo perimetrale gradonato rivestito in pietra calcarea; fiancate scandite da lesene e da una cornice superiore profilata da archetti pensili, che riprendono la suddivisione interna in cinque campate, ognuna illuminata da un oculo. Ingressi laterali simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Il corpo del transetto emergente è caratterizzato su
XIII - 1770 (preesistenze intorno)
L'antica parrocchiale di Levico, ad unica navata divisa in quattro campate e dotata di abside poligonale, era dedicata ai Santi Vittore e Corona; sorgeva leggermente più a ovest di quella attuale, nell'area dell'odierno sagrato. Menzionata per la prima volta in un documento del 1276, fu ampliata e ristrutturata a più riprese, l'ultima volta nel 1770 circa.
1630 - 1630 (ricostruzione campanile)
Il campanile fu ricostruito nel 1630 circa.
1871 - 1872 (inizio lavori intero bene)
La nuova chiesa fu eretta su progetto di Leopoldo Claricini e per volere di monsignor Domenico Caproni: nell'autunno del 1871 fu tracciato il perimetro e iniziò lo scavo delle fondamenta; la posa della prima pietra avvenne il 18 luglio 1872.
1874 - 1874 (crollo e ricostruzione cupola)
Per un errore di calcolo, la cupola crollò il 9 aprile 1874; il tiburio venne completato alla fine dell'anno.
1876 - 1876 (completamento intero bene)
Nel 1876 i lavori si possono ritenere conclusi; il 16 dicembre don Caproni benedisse la soglia del nuovo tempio.
1877/07/15 - 1877/07/15 (consacrazione carattere generale)
Il 15 luglio 1877 l'edificio fu consacrato da monsignor Haller, ausiliario del vescovo Benedetto Riccabona.
1878 - 1878 (costruzione scalinata esterno)
La prima scalinata di accesso fu realizzata nel 1878, sul luogo in cui sorgeva l'antica parrocchiale, demolita completamente in quest'occasione.
1893/10/29 - 1893/10/29 (erezione ad arcipretale carattere generale)
L'antica chiesa di Levico aveva ricevuto il titolo di arcipretale sotto la giurisdizione vescovile di Feltre; dopo averlo perso nel 1786 con l'aggregazione alla diocesi di Trento, lo ricevette nuovamente con decreto di monsignor Eugenio Carlo Valussi, il 29 ottobre 1893.
1908 - 1908 (decorazione interno)
Nel 1908 i pennacchi e le pareti del tiburio furono ornati con dipinti murali dai pittori Tevini e Devigili. Anche il profilo delle arcate e le nervature delle vele furono decorati con motivi geometrici.
1943 - 1946 (decorazione intero bene)
Nel 1943 la lunetta del portale maggiore fu ornata da un mosaico con Cristo Redentore, opera della ditta Gianese di Venezia. La stessa ditta realizzò tre anni dopo il mosaico del Buon Pastore nella nicchia della controfacciata della navata sinistra.
1951 - 1951 (ricostruzione scalinata esterno)
La scalinata esterna fu ricostruita a cura del Comune di Levico nel 1951.
1961 - 1972 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1961 fu posata la nuova pavimentazione; tra il 1965 e il 1971 la chiesa fu adeguata alle rinnovate esigenze liturgiche postconciliari e fu dotata del primo impianto di riscaldamento alimentato a nafta. Risale al giugno del 1967 il rinnovo degli impianti di illuminazione e di amplificazione; furono inoltre tinteggiate le navate laterali. Il rinnovo del manto di copertura del campanile in lastre di rame fu autorizzato dal soprintendente Rasmo nel 1970. In occasione del centenario della costruzione, nel 1972 fu rifatta la scalinata in pietra davanti alla facciata, venne revisionato il tetto, fu sostituito l'organo, posizionato dietro l'altare maggiore storico, venne sostituito l'impianto elettrico, l'alimentazione dell'impianto di riscaldamento passò dalla nafta al gasolio e furono ritinteggiati interni ed esterni.
1976 - 1976 (danneggiamento intero bene)
L'edificio subì lievi danni in occasione delle scosse di terremoto del 6 maggio e del 15 settembre del 1976.
1997 - 2008 (ristrutturazione esterno)
A partire dall’inverno 1997-1998 gli esterni della chiesa furono interessati da lavori di consolidamento e restauro. Nel giugno del 2002 l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento autorizzò il progetto di restauro conservativo del campanile, redatto dall'architetto Renzo Acler. Tra il 2003 e il 2008 venne rinnovata la pavimentazione del sagrato e delle zone di pertinenza della chiesa in porfido e Verdello, in relazione con il contestuale inte