- Home
- > Chiese e Luoghi di culto
- > Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiese in Provincia di Trento - città di Arco: Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di Santa Maria Assunta
ASSUNZIONE S. Maria Assunta
Dettagli
La collegiata di Santa Maria Assunta di Arco, la cui fondazione si colloca tra il IV e il IX secolo, viene menzionata per la prima volta in un documento del 1144. Nulla si è conservato dell'edificio medievale, che fu demolito nel 1613 per far posto all'attuale fabbrica progettata dall'architetto imperiale Giovanni Maria Filippi. La chiesa, orientata a sud e originariamente addossata alle mura meridionali della città di Arco, si sviluppa su una pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale su cui si affacciano otto cappelle simmetriche ed è conclusa da un presbiterio rettangolare, rialzato su cinque gradini. La facciata, rinserrata tra pilastri angolari digradanti, è articolata su un doppio ordine di paraste (tuscaniche e ioniche), inquadranti in basso un portale architravato e in alto un finestrone a luce rettangolare stretto tra volute cedenti e sormontato da un frontone curvilineo; in cima al tutto insiste un frontone triangolare, modanato, rialzato rispetto al livello del tetto, cimato da pinnacoli. Delle due torri campanarie previste dal progetto del Filippi venne realizzata solo quella innestata sull'angolo nord-ovest della facciata. Il campanile, a pianta quadrata, presenta una cella campanaria illuminata da quattro bifore e una copertura a cipolla, circondata da obelischi con sfere apicali disposti in angolo. I prospetti laterali, gradonati, sono scanditi da sette contrafforti culminanti in volute cedenti. In corrispondenza di ogni campata si aprono finestre a lunetta sormontate da due ordini di oculi, ovali e circolari, mentre al centro delle fiancate si aprono due ingressi secondari gemelli. Ai lati del presbiterio sono riconoscibili, inoltre, i volumi delle due sacrestie, ciascuna dotata di un ingresso indipendente, rialzato rispetto al livello stradale e raggiungibile tramite scale a doppia rampa. Il fronte sud, liscio, è centrato da un'ampia finestra termale ed è coronato da un frontone modanato cimato da pinnacoli. L'articolazione della facciata e dei prospetti laterali è unificata da un cornicione marcapiano modanato, percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope; un analogo cornicione svolge la funzione unificatrice degli interni.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, lungo la quale si aprono otto cappelle a pianta rettangolare, simmetriche. Presbiterio rettangolare.
Facciata
La facciata, serrata tra possenti pilastri angolari digradanti, si articola su due ordini di sei paraste, tuscaniche nel livello inferiore e ioniche in quello superiore. I due ordini sono ripartiti da un cornicione modanato percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope. In basso al centro si apre il portale maggiore, architravato, sormontato da una nicchia centinata ospitante la statua della Madonna. In alto al centro si dispone un finestrone a luce rettangolare, stretto tra volute a ricciolo cedenti e cimato da frontone curvilineo eminente. Cornicione sommitale modanato, lievemente eminente in corrispondenza delle paraste, sormontato da frontone triangolare, modanato, rialzato rispetto al livello del tetto, centrato da oculo e cimato da un pinnacolo.
Prospetti
Prospetti laterali gradonati, scanditi da sette contrafforti culminanti in volute cedenti, raccordati a media altezza da un cornicione modanato percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope. Finestre a lunetta si aprono nel livello inferiore, in corrispondenza di ogni campata; ad esse si sovrappongono due ordini di oculi, ovali e circolari. In corrispondenza del settore tra la seconda e la terza campata si aprono due ingressi secondari gemelli, con portali preceduti da scalinate di cinque gradini. Ai lati del presbiterio sono riconoscibili i volumi della sacrestia nuova e di quella dei canonici, a due piani, entrambe dotate di accessi indipendenti, rialzati rispetto al livello della strada e raggiungibili tramite scale a doppia rampa. Sul lato est, in corrispondenza della quarta campata, si colloca la scalinata d'accesso alla
IV - IX (fondazione intero bene)
Si hanno scarse notizie circa la fondazione della collegiata di Arco, cui la critica ha tentato di supplire con alcune congetture. Se da un lato si ipotizza che la pieve di Arco rientri nel novero delle trenta chiese fatte costruire nei nel IV secolo da San Vigilio (incerta), dall'altro si ritiene, forse con maggior fondamento, che essa trasse origine dalla Regola Canonicale prescritta ai chierici nel IX secolo.
IX - 1613 (preesistenze intorno)
La chiesa medievale, che secondo la tradizione sorgeva sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Saturno, aveva orientamento est/ovest, si sviluppava su una pianta rettangolare, era fornita di sei altari, aveva un campanile e presentava un portico in facciata. Sul lato nord si trovava una piazza, mentre sugli altri lati il tempio era circondato da un cimitero, nel quale si trovavano le cappelle di Sant'Antonio e di San Michele Arcangelo. A quest'ultima apparterrebbe la cripta affrescata ritrovata sotto il presbiterio dell'attuale chiesa durante i restauri condotti tra il 1985 e il 1990. Entrambe le cappelle, documentate "in Cimitero S. Mariae de Archo" dagli atti visitali del 1537 e del 1580, furono abbattute nel corso dei lavori di edificazione della nuova collegiata, avviati nel 1613.
1144/11/30 - 1144/11/30 (menzione intero bene)
La pieve di Santa Maria Assunta viene menzionata per la prima volta in una sentenza del vescovo di Trento Altemanno, pronunciata il 30 novembre 1144.
1429 - 1430 (preesistenze intero bene)
Tra il 1429 e 1430 furono compiuti alcuni interventi di restauro che riguardarono in particolare il tetto della sacrestia e il cimitero circostante la chiesa.
1537 - 1613 (fase preliminare intero bene)
Negli atti della visita pastorale del 1537 i visitatori vescovili testimoniano lo stato fatiscente della fabbrica medievale e documentano le esortazioni da loro fatte ai signori locali e al popolo, affinché si prodigassero per costruire una nuova chiesa. L'idea maturò lentamente e solo in occasione della visita pastorale del 1581 si definì un piano di accumulo di capitali di sette anni, finalizzato al finanziamento della nuova fabbrica. La risoluzione definitiva della popolazione del contado arrivò nel 1607, quando le frazioni di Oltresarca, San Martino, Massone e Bolognano accettarono una tassazione per la erigenda chiesa collegiata. La chiesa medievale fu visitata un'ultima volta nel 1613, lo stesso anno in cui fu demolita per far posto alla nuova fabbrica.
1613/01/23 - 1613/11/07 (inizio lavori intero bene)
Con decreto vescovile del 23 gennaio 1613 il principe vescovo trentino Carlo Gaudenzio Madruzzo autorizzava la demolizione dell'antica pieve e la costruzione della nuova chiesa collegiata. Il documento prevedeva che i lavori avessero inizio entro tre mesi dalla sua promulgazione. Un primo progetto di chiesa a tre navate, elaborato dall'architetto veronese Domenico Grani, venne infine rifiutato a vantaggio di quello fornito da Giovanni Maria Filippi, architetto originario di Dasindo (Trento), ma attivo alla corte rudolfina di Praga fin dal 1602. La posa della prima pietra avvenne il 7 novembre 1613. Nonostate il progetto del Grani fosse stato rifiutato, lo scalpellino e architetto rimase comunque attivo nel cantiere della collegiata almento fino al 1626.
1613/11/07 - 1628/08/15 (costruzione intero bene)
Tra il novembre del 1613 e l'agosto del 1628 vennero realizzati il presbiterio e parte della navata (all'altezza della terza arcata si trova inciso nella muratura il millesimo 1628), che proprio da quell'anno iniziarono ad essere officiati, probabilmente grazie all'installazione di una copertura provvisoria. Il 15 agosto 1628, in occasione della festa dell'Assunzione di Maria, si tenne la prima messa solenne, celebrata dall'arciprete di Arco.
1630 - 1642 (interruzione lavori intero bene)
La peste del 1630, che causò circa tremila vittime nel solo contado di Arco, determinò una battuta d'