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Chiese in Provincia di Trento - città di Folgaria: Chiesa di Sant'Antonio di Padova
Chiesa di Sant'Antonio di Padova
S. ANTONIO di Padova sacerdote e dottore S. Antonio di Padova
Dettagli
Orientata a nord-ovest, la parrocchiale di Sant’Antonio di Padova a Guardia si eleva su di una terrazza panoramica verso il paese di Folgaria; la costruzione risale al 1906-1908 e sostituì un piccolo edificio di culto dedicato alla Madonna dei Sette Dolori e ai Santi Antonio e Valentino, risalente al 1746, che si trovava tra il maso di Guardia e quello dei Grotti. La chiesa presenta una facciata dal profilo rettangolare serrata tra due paraste con capitelli svasati, raccordate da uno zoccolo di base e da una cornice marcapiano con iscrizione dedicatoria. Il portale architravato, sormontato da un oculo, è incorniciato da un’arcata a pieno centro, sostenuta da una seconda coppia di paraste minori. Il frontone triangolare è forato da un oculo al centro del timpano. Lungo le fiancate lisce si aprono tre monofore centinate per lato; un ingresso secondario si trova sul lato sinistro, in corrispondenza della seconda campata; sempre lungo il lato sinistro emerge il corpo della sacrestia, con accesso indipendente sul lato nord-ovest. L’abside poligonale presenta due monofore centinate sui lati obliqui. Il campanile si eleva sul fianco destro della chiesa ed è caratterizzato da quattro monofore centinate nella cella, da un tiburio ottagonale con quadranti di orologio sui lati principali e aperture ovali nei lati obliqui e da una copertura piramidale svasata. All’interno la navata unica, coperta da volte a botte unghiata, è divisa in tre campate da coppie di paraste sormontate da capitelli ionici, sorreggenti arcate a sesto ribassato. L’arco santo a pieno centro introduce al presbiterio rettangolare, elevato di due gradini, separato dall’abside poligonale mediante una seconda arcata a tutto sesto e la struttura dell’altare maggiore.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside a pianta poligonale.
Facciata
Facciata dal profilo rettangolare serrata tra due paraste con capitelli svasati, raccordate da uno zoccolo di base e da una cornice marcapiano con iscrizione dedicatoria. Portale architravato sormontato da un oculo; entrambi sono incorniciati da un’arcata a pieno centro, sostenuta da una seconda coppia di paraste minori. Frontone triangolare con oculo al centro del timpano. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancate lisce, forate ciascuna da tre monofore centinate. Un ingresso secondario si apre sul lato sinistro, in corrispondenza della seconda campata; sempre lungo il lato sinistro emerge il corpo della sacrestia, con accesso indipendente sul lato nord-ovest. L’abside poligonale presenta due monofore centinate sui lati obliqui. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale a intonaco rustico.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta a destra del presbiterio; cella campanaria serrata tra cornici modanate e svasate, dotata di quattro monofore centinate allungate. Tiburio ottagonale con quadranti di orologio sui lati principali e aperture ovali nei lati obliqui; copertura piramidale ottagonale svasata.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a botte unghiata, presbiterio da volta a vela; volta unghiata tripartita nell’abside.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata e sul presbiterio, a più spioventi sopra l’abside e la sacrestia; struttura portante in legno, manto di copertura in tegole in laterizio. Campanile coperto da lamiera di rame.
Interni
Interno a navata unica divisa in tre campate da coppie di paraste sormontate da capitelli ionici, sorreggenti arcate a sesto ribassato. L’arco santo a pieno centro introduce al presbiterio rettangolare, elevato di due gradini, separato dall’abside poligonale mediante una seconda arcata a tutto sesto e la struttura dell’altare maggiore. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in lastre di marmo.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento
1746 - 1746 (preesistenze intorno)
Una cappella dedicata alla Madonna dei Sette Dolori e ai Santi Antonio e Valentino, dipendente dalla chiesa di Folgaria e poi da Santa Cristina di Serrada, fu eretta intorno al 1746 al centro del paese, tra il maso di Guardia e quello dei Grotti. Ampliata nel 1780, mutò intitolazione, si separò ecclesiasticamente da Serrada e ottenne di poter avere un sacerdote non residente. La cappella venne sconsacrata, acquistata da privati e trasformata in abitazione con la costruzione della chiesa nuova, tra il 1909 e il 1910.
1782 - 1782 (erezione a espositura carattere generale)
Nel 1782 Guardia ottenne il diritto di avere il cimitero e il fonte battesimale e divenne cappellania esposta di Folgaria.
1795 - 1795 (erezione a curazia carattere generale)
Con una supplica datata 20 dicembre 1795 i vicini della Guardia chiesero e ottennero dal vescovo di poter conservare il Santissimo Sacramento in chiesa, che divenne curazia della parrocchia di Folgaria.
1906 - 1908 (costruzione intero bene)
La nuova chiesa fu eretta tra il 1906 (la posa della prima pietra avvenne il 13 giugno) e il 1908, sul Dos, poco lontano dal paese.
1908 - 1908 (benedizione carattere generale)
La benedizione dell’edificio sacro risale al 1908.
1911/06/22 - 1911/06/22 (consacrazione carattere generale)
Il 22 giugno 1911 la chiesa venne consacrata.
1966 - 1966 (cambio di giurisdizione carattere generale)
La chiesa di Guardia fu aggregata alla curazia (oggi parrocchia) di Mezzomonte nel 1966.
1999 - 1999 (restauro esterno)
In seguito all’autorizzazione edilizia del 18 maggio 1999, vennero eseguiti dei lavori di restauro e sistemazione del sagrato e di parte degli intonaci esterni con malte a base di calce.
2009 - 2009 (tinteggiatura esterno)
A conclusione degli interventi già eseguiti, nell’ottobre 2009 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento ha approvato il progetto di ritinteggiatura esterna con tinte ai silicati redatto dall’ingegner Riccardo Zanotti e dall’architetto Tatiana Tettamanti.