Chiese in Provincia di Trento - città di Condino: Chiesa di Santa Maria Assunta

Chiesa di Santa Maria Assunta
ASSUNZIONE S. Maria Assunta

TRENTO / CONDINO
via Regensburger - Condino (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Posta in posizione isolata all'estremità settentrionale di Condino, ai piedi del conoide nato dai detriti portati dal rio Giulis, la maestosa pieve di Santa Maria Assunta, completamente riedificata tra il 1495 e il 1505 dall'architetto Albertino Comanedi di Osteno (Claino), è orientata regolarmente ad est. La semplice facciata a due spioventi è serrata tra pilastri angolari in granito a vista e presenta il portale architravato in marmo bianco scolpito, incorniciato da un affresco e protetto... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Posta in posizione isolata all'estremità settentrionale di Condino, ai piedi del conoide nato dai detriti portati dal rio Giulis, la maestosa pieve di Santa Maria Assunta, completamente riedificata tra il 1495 e il 1505 dall'architetto Albertino Comanedi di Osteno (Claino), è orientata regolarmente ad est. La semplice facciata a due spioventi è serrata tra pilastri angolari in granito a vista e presenta il portale architravato in marmo bianco scolpito, incorniciato da un affresco e protetto da un tettuccio a due spioventi. Al di sopra si apre un oculo con cornice strombata. Le fiancate sono ritmate da paraste in granito e arenaria a vista, raccordate in alto da una cornice perimetrale ad archetti pensili a sesto acuto sormontata da una fascia dentellata, entrambe in cotto. Ingressi secondari simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Lungo il fianco sinistro, cieco, in corrispondenza della prima campata emerge la cappella dei Disciplini, illuminata da una coppia di monofore centinate sul lato nord e con accesso indipendente sul lato ovest, arretrato rispetto alla facciata; il campanile in pietra a vista con bifore a luci centinate nella cella e cuspide conica è addossato alla seconda campata. Il fianco destro è forato da un'ampia monofora centinata su ogni campata e da due sovrapposte nella seconda campata del presbiterio; l'abside poligonale è segnata da paraste angolari e da due monofore centinate sovrapposte tamponate sui lati obliqui; le finiture esterne sono a intonaco con stillature. All'interno l'unica navata è divisa in quattro ampie campate da coppie di pilastri in granito a vista sorreggenti arcate trasversali a sesto ribassato sempre in pietra, rinforzate da chiavi in ferro e travi lignee. L'arco santo a tutto sesto introduce al presbiterio rettangolare, diviso in due campate ed elevato di tre gradini, affiancato dai volumi simmetrici della sacrestia (a destra) e del deposito (a sinistra), dotati di doppio accesso. L'abside poligonale cieca è occupata dall'imponente ancona dell'altare maggiore dei fratelli Olivieri. Vari riquadri affrescati cinquecenteschi riemersi dallo scialbo nel corso del Novecento e con l'ultimo restauro generale ornano le pareti e le volte a crociera costolonata di navata e presbiterio; la chiesa è inoltre impreziosita da otto altari laterali lignei, realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, pregevoli sculture e tele di area veneta e bresciana.

Preesistenze

Il fusto del campanile, risalente al XIV secolo, è la parte più antica dell'intera costruzione.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio di minori dimensioni, a pianta rettangolare, serrato tra due ambienti di servizio simmetrici, pure a pianta rettangolare. Abside poligonale.

Facciata

Semplice facciata a due spioventi serrata tra pilastri angolari in granito a vista; portale architravato in marmo bianco scolpito, incorniciato da un affresco e protetto da un tettuccio a due spioventi. Al di sopra si apre un oculo con cornice strombata. Alla base e al culmine degli spioventi si elevano tre pilastrini acroteriali sormontati da croci in ferro; finitura a intonaco con stillature.

Prospetti

Fiancate ritmate da paraste in granito e arenaria a vista, che delimitano l'ampiezza delle quattro campate della navata e delle due del presbiterio, raccordate in alto da una cornice perimetrale ad archetti pensili a sesto acuto sormontata da una fascia dentellata, entrambe in cotto. Ingressi secondari simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Lungo il fianco sinistro, cieco, in corrispondenza della prima campata emerge la cappella dei Disciplini, illuminata da una coppia di monofore centinate sul lato nord e con accesso indipendente sul lato ovest, arretrato rispetto alla facciata; un ambiente adibito a deposito è addossato al presbiterio. Sul fianco destro, forato da un'ampia monofora centinata su ogni campata (due sovrapposte nella seconda campata del presbite

XII - XV (preesistenze intero bene)

La prima chiesa di Condino è menzionata a partire dal 1189, ma dovrebbe essere molto più antica. L'edificio è poi ricordato più volte nei documenti successivi, che registrano in particolare la sostituzione di scandole (1289), la riparazione dei danni causati da un incendio (1383), la costruzione di una cappella (1482-1484, eretta da maestro Andrea del Lago di Como), la realizzazione di un portico e la chiusura con assi del sagrato (1489), la riparazione del campanile (1491).

1495/01/05 - 1505 (ricostruzione intero bene)

Sotto la guida del pievano Matteo di Giacomo Chizzola, documentato a partire dal 1476, il 5 gennaio 1495 la regola generale di Condino decise di coinvolgere l'intera popolazione nella costruzione della nuova pieve; nonostante le lunghe liti con le comunità minori per le enormi spese contratte, l'edificio venne compiuto, raggiungendo un'ampiezza doppia rispetto a quello precedente. I lavori furono affidati all'architetto Albertino del fu Bernardo Comanedi di Osteno (Claino), che portò a termine l'opera con l'aiuto di operai comaschi, luganesi e bresciani. Nel 1499 doveva essere conclusa la zona presbiteriale, nel 1500 si approntavano le travi per il soffitto, chiuso nel 1501 e coperto di scandole tra il 1504 e il 1505.

1506 - 1507 (riparazione intero bene)

A lavori appena ultimati, due arconi della navata si fessurarono, mostrando segni di cedimento; fu richiamato perciò l'architetto, che provvide a rimediare tra il 1506 e il 1507, rafforzandoli mediante chiavi in ferro. Sempre nel 1507 i "dipintori bresciani", che insieme ai "dipintori todeschi" avevano ornato l'interno con affreschi, ricevettero gli ultimi pagamenti e maestro Albertino realizzò il muro di delimitazione del sagrato.

1510 - 1510 (consacrazione carattere generale)

Nel 1510 la costruzione venne consacrata da Francesco de la Chiesa, suffraganeo del principe vescovo Giorgio Neideck.

1511 - 1514 (completamento intero bene)

Nel 1511 il campanile fu dotato di nuove campane; l'8 settembre dell'anno successivo Giovanni Antonio Comani firmò un accordo per completare la pavimentazione in pietra della chiesa, avendo già realizzato per la Confraternita di Sant'Antonio la parte davanti al suo altare. Un secondo contratto lo impegnò anche nel 1514.

1517 - 1517 (consacrazione carattere generale)

Il vescovo suffraganeo di Trento venne a consacrare nuovamente la chiesa nel 1517, probabilmente a causa dei lavori di completamento eseguiti dopo il 1510.

1534 - 1536 (costruzione portale maggiore)

Nel 1534 il Comune firmò con Giovanni Lorenzo Sormani, appena reduce dai lavori a San Rocco, il contratto per la realizzazione del portale maggiore. Lo scultore terminò l'opera nell'estate del 1536.

1542 - 1542 (manutenzione vetrate)

Nel 1542 si fecero accomodare le vetrate della chiesa, allora di forma circolare.

1558 - 1558 (ristrutturazione intero bene)

Nonostante l'intervento correttivo fatto da Albertino Comanedi, a metà Cinquecento il grandioso edificio mostrò gravi segni di rovina; il Comune consultò allora l'architetto bresciano Lodovico Beretta, fratello dell'arciprete Francesco, ed egli riscontrò che la chiesa era fessa da cima a fondo e che ci sarebbero voluti mille ducati per consolidarla mediante chiavi in ferro. Dato che una tale somma non era disponibile, il Comune chiese al vescovo il permesso di tagliare e vendere del legname; verificato lo stato delle cose tramite il vicario di Tione, Pietro Festi, che confermò in una lettera del 30 maggio 1558 l'urgenza del lavoro e le necessità economiche, il vescovo acconsentì. Seguendo i consigli di Lodovico Beretta, diresse i lavori di ristrutturazione maestro Cristoforo muratore, forse il figlio di Giovanni Antonio Comani, che tra il 1527 e il 1532 aveva collaborato con il padre alla ricostruzione della chiesa di San Rocco.

1579 - 1579 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 1579 ordinò di fornire di vetri due f

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