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Chiese in Provincia di Trento - città di Andalo: Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia
Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia
Ss. VITO, MODESTO e CRESCENZIA martiri
Dettagli
Orientata a sud-est, la nuova parrocchiale di Andalo risale al biennio 1972-1974, frutto del progetto proposto dai fratelli bresciani Francesco e Giuseppe Rovetta, rispettivamente architetto e ingegnere, assidui frequentatori della località montana, che prestarono la loro opera gratuitamente in memoria del fratello Lodovico, caduto sulla Paganella qualche anno prima. La chiesa, a pianta circolare, si raccorda mediante un atrio vetrato alla parrocchiale antica ed ha una capienza massima di 2000 persone, 400 sedute nei banchi. Sedici pilastri in calcestruzzo disposti a raggiera costituiscono l’ossatura portante della struttura, integrati da muri perimetrali curvilinei in calcestruzzo per la zona presbiteriale e vetrate in cristallo bronzato, intelaiate da grandi serramenti in legno, per la zona dei fedeli. L’aula è accessibile attraverso tre ingressi, il principale dei quali sul lato nord-ovest. La copertura troncopiramidale, completata da un globo con la croce apicale sommitale, si prolunga oltre le pareti della chiesa, al di là dei setti murari che delimitano il portico anulare praticabile, ed è sostenuta da una serie di pali cilindrici in ferro. All’interno l’aula unica è coperta da sedici travi lamellari in legno a raggiera che sostengono l’orditura del tetto e illuminata da un lucernario sommitale. L’area presbiteriale, mistilinea e composta da libere forme curve, si sviluppa nella zona sud-est, è elevata di tre gradini e contiene tutti i poli liturgici; un grande rilievo figurato in conglomerato cementizio modellato, opera di Luciano Carnessali, ne orna la parete di fondo.
Pianta
Aula a pianta circolare comprensiva della zona per i fedeli e di quella presbiteriale, mistilinea composta da libere forme curve, oltre che di un portico anulare corrente. Un atrio a pianta mistilinea sul lato nord-ovest raccorda la chiesa nuova alla vecchia.
Prospetti
Sedici pilastri in calcestruzzo disposti a raggiera costituiscono l’ossatura portante della struttura, integrati da muri perimetrali curvilinei in calcestruzzo per la zona presbiteriale e vetrate in cristallo bronzato, intelaiate da grandi serramenti in legno, per la zona dei fedeli. L’aula è accessibile attraverso tre ingressi, il principale dei quali sul lato nord-ovest, gli altri due attraverso il portico di raccordo con la parrocchiale vecchia. La copertura troncopiramidale, completata da un globo con la croce apicale sommitale, si prolunga oltre le pareti della chiesa, al di là dei setti murari che delimitano il portico anulare praticabile, ed è sostenuta da una serie di pali cilindrici in ferrro. Finiture dei setti murari a intonaco tinteggiato; pilastri in cemento lasciato a vista.
Struttura
Strutture portanti verticali: sedici pilastri e murature in calcestruzzo; strutture di orizzontamento: sedici travi lamellari in legno a raggiera che sostengono l’orditura del tetto; lucernario sommitale.
Coperture
Aula coperta da tetto troncoconico a più falde disposte a raggiera, con struttura portante in legno e manto di copertura in lamiera di rame su supporto in bitume. Lucernario sommitale vetrato.
Interni
Aula unica circolare, caratterizzata da pareti parzialmente o totalmente vetrate raccordate da setti murari intonacati e tinteggiati o in cemento a vista. L’area presbiteriale, mistilinea e composta da libere forme curve, si sviluppa nella zona sud-est, è elevata di tre gradini e contiene tutti i poli liturgici. L’atrio di collegamento con la chiesa vecchia è utilizzato con funzione di sacrestia.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle rettangolari di cemento marrone, disposte in corsi paralleli.
Elementi decorativi
Un grande rilievo figurato in conglomerato cementizio modellato, opera di Luciano Carnessali, orna la parete di fondo dell’area presbiteriale.
1972 - 1974 (costruzione intero bene)
La nuova parrocchiale di Andalo venne realizzata nel 1972-1974 su progetto dell’architetto Francesco Rovetta e di suo fratello Giuseppe, ingegnere. I bresciani, assidui frequentatori della località montana, prestarono la loro opera gratuitamente in memoria del fratello Lodovico, caduto sulla Paganella qualche anno prima. Il progetto fu approvato dalla Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia il 22 settembre 1971 e dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche per il Trentino Alto Adige del Ministero dei Lavori Pubblici il 21 giugno 1972; gli scavi iniziarono nello stesso mese di giugno e il vicario generale dell’Arcidiocesi di Trento benedisse la posa della prima pietra il 15 agosto di quell’anno. L’opera, realizzata in economia, vide la luce grazie al contributo statale, all’appoggio comunale, all’investimento della parrocchia e alle offerte di paesani e turisti. Nel dicembre del 1974 la costruzione poteva dirsi compiuta e mancante unicamente delle finiture.
1974/12/22 - 1974/12/22 (benedizione carattere generale)
Il 22 dicembre 1974 la nuova costruzione venne aperta al culto e benedetta.
1975/08/24 - 1975/08/24 (consacrazione carattere generale)
L’arcivescovo Alessandro Maria Gottardi consacrò la chiesa il 24 agosto 1975.
1982 - 1989 (sostituzione coperture)
Presumibilmente nel corso degli anni Ottanta, a partire dal 1982, per ovviare a problemi di infiltrazione d’acqua nella zona dell’atrio di collegamento con la chiesa vecchia, il manto di copertura originario in tegole canadesi venne sostituito con la lamiera di rame e il tetto dell’atrio venne modificato.
2005 - 2008 (modifica impianto di illuminazione intero bene)
Nell’ottobre del 2005 l’architetto Stefania Wegher di Sanzeno presentò un progetto di nuova illuminazione dell’interno, mediante l’installazione di proiettori in vari punti dell’aula. L’opera è stata eseguita entro il 2008.