Chiese in Provincia di Trento - città di Cavedago: Chiesa di San Tomaso

Chiesa di San Tomaso
S. Tomaso

TRENTO / CAVEDAGO
Cavedago (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Orientata regolarmente ad est e circondata dal camposanto, la piccola chiesa di San Tomaso (già di San Vigilio) si eleva su di un poggio panoramico sopra il paese di Cavedago, lungo la strada romana che collegava l’Anaunia con le Giudicarie. Il primo nucleo della chiesa, corrispondente alla navata, e il campanile con quattro trifore con colonnine e capitelli a stampella e tetto piramidale in pietra, risalgono al XIII secolo; nel corso del secolo successivo la facciata e l’interno vennero... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Orientata regolarmente ad est e circondata dal camposanto, la piccola chiesa di San Tomaso (già di San Vigilio) si eleva su di un poggio panoramico sopra il paese di Cavedago, lungo la strada romana che collegava l’Anaunia con le Giudicarie. Il primo nucleo della chiesa, corrispondente alla navata, e il campanile con quattro trifore con colonnine e capitelli a stampella e tetto piramidale in pietra, risalgono al XIII secolo; nel corso del secolo successivo la facciata e l’interno vennero ornati da affreschi assegnati dagli studiosi a pittori di ambito veronese e riminese e a Giovanni di Costa Volpino (il Maestro di Sommacampagna). L’edificio venne poi ampliato e sopraelevato dal maestro intelvese Rocco de Redis di Laino, attivo anche a Denno e forse a Molveno, tra il 1546 e il 1547. Dopo una fase di relativo abbandono, la chiesa è stata restaurata e riaperta al culto tra il 1999 e il 2002. Sulla semplice facciata a due ripidi spioventi si aprono un portale architravato con frontone triangolare, una finestra rettangolare sdraiata sulla sinistra e l’accesso al sottotetto alla sommità; precede la facciata un portico sostenuto da due possenti pilastri a sezione rettangolare in pietra a vista, coperto da tetto piramidale a tre spioventi. Il fianco sinistro è cieco, mentre due monofore archiacute si aprono su quello destro e una sulla parete sinistra dell’abside poligonale, marcata da conci angolari sfalsati in pietra a vista. All’interno la navata unica è divisa in tre brevi campate dai peducci di sostegno alla volta reticolata, con costoloni in pietra a vista; un oculo si apre in controfacciata e due mense in muratura e pietra calcarea sono addossate specularmente alle due pareti, nei pressi dell’arco santo a sesto acuto. Un gradino conduce al presbiterio rettangolare, la cui parete sinistra è sfondata dall’arcata di collegamento al campanile; l’abside poligonale coperta da volta a ombrello sostenuta dai medesimi peducci lapidei è caratterizzata dalla presenza dell’iscrizione-firma del maestro costruttore, Rocco de Redis, alla sommità della parete di fondo.

Preesistenze

La navata della chiesa e il campanile, risalenti al XIII secolo, costituiscono la parte più antica della struttura.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, preceduta da un portico a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale; presbiterio a pianta rettangolare comunicante con il campanile a pianta quadrangolare e concluso da abside poligonale.

Facciata

Semplice facciata a due ripidi spioventi, intonacata raso sasso e ornata di affreschi nella porzione inferiore; vi si aprono un portale architravato con frontone triangolare, una finestra rettangolare sdraiata sulla sinistra e l’accesso al sottotetto alla sommità. Precede la facciata un portico sostenuto da due possenti pilastri a sezione rettangolare in pietra a vista, coperto da tetto piramidale a tre spioventi.

Prospetti

Il fianco sinistro è cieco, mentre due monofore archiacute si aprono su quello destro e una sulla parete sinistra dell’abside poligonale, marcata da conci angolari sfalsati in pietra a vista. Finiture a intonaco raso sasso, cornice sottogronda in pietra.

Campanile

Torre a pianta quadrangolare elevata sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza del presbiterio, dotato di accesso aereo sul lato ovest. Fusto intonacato raso sasso e marcato dai conci angolari sfalsati in pietra a vista e dalla presenza di tre ordini di fori pontai sui lati est e ovest; cella campanaria senza soluzione di continuità con il fusto, forata da quattro finestre trifore con colonnine e capitelli a stampella. Tetto piramidale a quattro falde, sormontato da croce apicale.

Struttura

Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volta reticolata costolonata sorretta da peducci in pietra; presbiterio e abside da volta a ombrello costolonata, sempre sorretta da peducci lapidei.

Coperture

Navata

XIII - XIII (costruzione intero bene)

Il nucleo più antico della chiesa di San Tomaso, la più antica di Cavedago, costruita lungo la strada romana che collegava l’Anaunia con le Giudicarie, insieme con la sua torre campanaria, risale al XIII secolo.

XIV - XIV (decorazione intero bene)

Gli affreschi presenti all’interno e in facciata sono stati assegnati dagli studiosi a pittori di ambito veronese e riminese del primo quarto del XIV secolo e a Giovanni di Costa Volpino (il Maestro di Sommacampagna), operante nella seconda metà dello stesso secolo.

1435 - 1435 (menzione carattere generale)

La piccola chiesa è menzionata in un documento del 1435 con la dedicazione a San Vigilio.

1537 - 1537 (cambio di dedicazione carattere generale)

Nel 1537 i visitatori vescovili la ricordano come cappella di San Tomaso Apostolo; ciò testimonia un avvenuto cambio di dedicazione.

1546 - 1547 (ampliamento e sopraelevazione intero bene)

L’edificio venne ampliato, sopraelevato e dotato di una nuova abside poligonale e di nuove volte tardogotiche costolonate tra il 1546 e il 1547, ad opera di Rocco de Redi di Laino.

1573/07/26 - 1573/07/26 (consacrazione carattere generale)

Conclusi i lavori il vescovo Gabriele Alessandri, suffraganeo e vicario generale del cardinale Ludovico Madruzzo, consacrò la chiesa il 26 luglio 1573; oltre all’altare maggiore dedicato a San Tomaso vennero consacrati i due altari minori, di Santo Stefano e di San Lorenzo (la titolazione muterà tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, con una dedicazione a Sant’Antonio Abate e al Crocifisso, poi a Santa Caterina).

1649 - 1649 (riparazione tettoia)

Nel 1649 la tettoia che copre il portico era esistente e bisognosa di riparazioni.

1727 - 1749 (riparazioni campanile)

Sono documentati diversi interventi di riparazione al campanile nel 1727, nel 1732 e ancora nel 1749, quest’ultimo piuttosto rilevante e di mano del tagliapietra Giovanni Maria Selva.

1740/04/26 - 1740/04/26 (erezione a curazia di secondo grado carattere generale)

Dopo che la comunità aveva acquistato nel 1691 una casa presso maso Pozza da destinare alla canonica per il suo primissario esposto, dipendente dalla parrocchia di Spormaggiore, il 26 aprile 1740 venne ufficialmente istituita la curazia di secondo grado, con facoltà di tenere nella chiesa la custodia eucaristica e il fonte battesimale.

1744 - 1744 (ricostruzione sacrestia)

Nel 1744 la prima sacrestia venne riedificata.

1838 - 1838 (spogliazione intero bene)

Isolata e distante dal nucleo più abitato del paese, la piccola chiesa venne spogliata di tutti gli arredi da un’incursione di ladri penetrati da una breccia fatta nel muro dell’abside nel 1838.

1868 - 1868 (danneggiamento intero bene)

Nel 1868 un incendio distrusse il tetto della chiesetta e danneggiò la sacrestia, che si decise perciò di demolire.

1874 - 1874 (riparazioni intero bene)

L’edificio venne riparato e riaperto al culto nel 1874.

1929 - 1929 (revisione tetto)

Il tetto venne revisionato nel 1929.

1952/08/03 - 1952/08/03 (benedizione campana)

Il 3 agosto 1952 monsignor Oreste Rauzi, ausiliare del vescovo di Trento, benedisse la campana Maria Dolens, per i defunti e i caduti di guerra, che fu posta sul campanile, su cui si eseguirono con l’occasione dei lavori.

1958 - 1958 (rifacimento tetto)

Nel 1958 il tetto venne rifatto.

1965 - 1965 (restauro affreschi)

Un primo intervento di restauro degli affreschi interni ed esterni, liberati dallo scialbo ad opera di Giovanni Pezkoller di Brunico, fu promosso da Nicolò Rasmo nel 1965.

1971 - 1971 (spogliazione intero bene)

Nel 1971 la chiesa venne nuovamente spogliata dai ladri, che trafugarono la pala e le statue lignee dell’altare. Da allora l'edificio subì una fase di abbandono e venne utilizzato quasi esclusivamente come deposito per gli attrezzi del cimitero.

1973/08/31 - 1974 (restauro esterno)

Opere urgenti di consolidamento della t

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