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Chiese in Provincia di Trento - città di Cavalese: Chiesa di San Vigilio
Chiesa di San Vigilio
S. Vigilio vescovo e martire
Dettagli
Orientata ad ovest, con la facciata rivolta verso il centro storico di Cavalese, la chiesa conventuale di San Vigilio denuncia la sua posizione originaria ai margini dell'abitato. La richiesta della Magnifica Comunità di avere qui un nucleo francescano fu inizialmente respinta "ob climatis asperitatem" dai Riformati Veneti, da cui un tempo dipendevano i conventi trentini e quindi accolta dopo la creazione della Provincia Francescana di San Vigilio. Superata l'opposizione dei cappuccini di Egna, che avrebbero voluto mantenere l'esclusiva influenza sulla valle, il tempio fu finalmente eretto tra il 1685 e il 1689, anche grazie all'interessamento imperiale e alla donazione di un palazzo e del terreno circostante da parte dei baroni Firmian. La facciata a ripidi spioventi si eleva su di una scalinata a tre gradoni semicircolari ed è caratterizzata dalla presenza di due nicchie con le stazioni XII e XIII della Via Crucis, affrescate da Domenico Bonora nel 1731, uniche sopravvissute della serie che interessava la piazza e il muro del convento. Sopra il portale architravato è raffigurato il santo titolare, incorniciato da una struttura architettonica dipinta, opera di Antonio Longo del 1801. Il campanile, molto sobrio, si trova sul lato sinistro, dove si sviluppa anche il complesso conventuale; a destra invece emerge il volume della cappella poligonale del Santo Sepolcro, che costituiva la XIV stazione della Via Crucis. L'interno ad ampia navata unica è privo di scansioni in campate e illuminato da finestre a lunetta; è coperto da volte a botte ribassata con unghie, in legno e incannicciato intonacato, ornate da cornici e composizioni a tempera di padre Angelo Molinari. La controfacciata è occupata dalla cantoria con l'organo; lungo il lato destro si incontra l'arcata di accesso alla cappella del Santo Sepolcro (o dell'Addolorata), impreziosita da affreschi sempre di Domenico Bonora. Arco santo a luce ribassata; che conduce al presbiterio rettangolare, elevato di un gradino e dominato dalla mole dell'altare maggiore storico. Attraverso le due portine laterali si accede al coro, all'interno dell'abside semicircolare, riservato ai frati. Fortunatamente la chiesa conserva ancora una preziosa collezione di dipinti della scuola di Fiemme, preservati dalla confisca a seguito della soppressione napoleonica per il fatto che tra il 1810 e il 1815 l'edificio rimase aperto al culto sotto la custodia del pievano di Cavalese. La chiesa, restaurata nel 2002, è quotidianamente officiata.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; cappella poligonale emergente sul fianco destro. Presbiterio rientrante a pianta rettangolare; abside semicircolare.
Facciata
Facciata a due ripidi spioventi, preceduta da tre gradoni semicircolari; zoccolo intonacato. Portale architravato tra due nicchie ospitanti le stazioni XII e XIII della Via Crucis. Al di sopra si trovano una nicchia affrescata con l'immagine del santo titolare e una coppia di finestre rettangolari simmetriche con imbotte a sesto ribassato; una terza finestra a lunetta si apre più in alto. Una fascia orizzontale segna l'inizio del frontone aguzzo, con un'apertura a croce patriarcale al centro del timpano.
Prospetti
Fianco sinistro prospiciente il complesso conventuale; fianco destro affacciato sulla strada, parzialmente celato dal muro di cinta, caratterizzato dall'emergere della cappella poligonale del Santo Sepolcro, preceduta da un ambiente a pianta triangolare adibito a ripostiglio e seguita dal corridoio di collegamento al coretto. Abside semicircolare illuminata da una finestra rettangolare con imbotte a sesto ribassato. Tre finestre semicircolari simili a quella in facciata si aprono su ciascuna delle fiancate, due a illuminare la navata e una il presbiterio. Finiture a intonaco grezzo.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta sul lato sinistro, tra presbiterio e abside. Fusto liscio finito a intonaco grezzo; nella cella campanaria delimita
1685 - 1689 (costruzione intero bene)
La prima richiesta di una presenza francescana a Cavalese, avanzata dalla Magnifica Comunità, vide l'opposizione prima dei padri Riformati Veneti, da cui dipendevano i conventi trentini prima della creazione della Provincia Francescana di San Vigilio e poi dei cappuccini di Egna, che avrebbero voluto mantenere l'esclusiva influenza sulla valle. A distanza di più di vent'anni dalla prima trattativa, l'intervento risolutore dell'imperatore Leopoldo I d'Austria ottenne finalmente il necessario permesso pontificio nel 1685; l'11 giugno l'arciprete Giovanni Francesco de Geremia eresse la croce sul luogo in cui avrebbe dovuto sorgere il convento (sul luogo dove esisteva un palazzo dei baroni Firmian, donato dalla famiglia ai frati) e benedisse la prima pietra della chiesa. I lavori durarono quattro anni e il 18 aprile 1689 i Minori Riformati entrarono ufficialmente nella nuova sede.
1698/08/25 - 1698/08/25 (consacrazione carattere generale)
Il principe vescovo Giovanni Michele Spaur consacrò la chiesa con i suoi tre altari il 25 agosto 1698.
1730 - 1731 (erezione della Via Crucis intorno)
Nel 1731 fu benedetta la prima Via Crucis della Val di Fiemme, con le edicole costruite nel luglio dell'anno precedente da "Francesco Miscolet, Capomastro de Murari di Cavales" e affrescate da Domenico Bonora, che si trovavano lungo la piazza e il muro della clausura. Le ultime tre stazioni, ancora esistenti, sono sulla facciata della chiesa e all'interno del tempio, sul fianco destro (cappella del Santo Sepolcro o dell'Addolorata, fatta erigere da don Andrea Jellico di Tesero), mentre le altre undici vennero distrutte tra il 1845 e il 1846, con la costruzione della nuova strada di ingresso a Cavalese, attuale via 9 novembre.
1801 - 1801 (decorazione facciata)
Nel 1801 don Antonio Longo affrescò l'immagine di San Vigilio sulla facciata, sopra il portale.
1810/10/04 - 1810/10/04 (soppressione del convento carattere generale)
Il 4 ottobre 1810 i padri ricevettero l'ingiunzione di abbandonare il convento, in seguito alla soppressione napoleonica dell'Ordine. La chiesa con la sacrestia fu consegnata al parroco e uno degli ex padri si occupò di officiarla. Per intercessione vescovile, rimase aperta al culto, in sostituzione di quella di San Sebastiano, all'epoca chiusa.
1815/10/24 - 1815/10/24 (riapertura del convento carattere generale)
Il 24 ottobre 1815 il convento e la chiesa, con i beni e gli arredi rimasti invenduti, furono riconsegnati formalmente ai Padri Riformati di Cavalese, sei sacerdoti e due fratelli.
1816 - 1820 (ristrutturazione tetto)
Nel 1816 furono sostituite le tegole a copertura del tetto della chiesa verso sud e verso il campanile; un nuovo intervento sul tetto è documentato nel 1820.
1843 - 1843 (ristrutturazione tetto)
Ancora nel 1843 venne sostituita parte della copertura in scandole di larice del tetto, questa volta sul lato settentrionale.
1878 - 1899 (ristrutturazione intero bene)
Una serie di interventi interessarono la chiesa nell'ultimo quarto dell'Ottocento: l'erezione della cantoria in controfacciata (1878); il rinnovo della pavimentazione con tavolette in cemento (1879), il rifacimento del castello delle campane (1883). Nel 1889 i fratelli Vallarsa eseguirono dei lavori di modifica, rinforzo e ridipintura delle volte. Nel 1891 fu posto il parafulmine; tra il 1894 e il 1895 la cantoria venne modificata per accogliere l'organo e si realizzò un accesso diretto dal primo piano del convento, sul lato sud. La sostituzione delle vetrate laterali avvenne nel 1895, mentre nel 1898 furono aperte le tre finestre in facciata; nello stesso anno fu ristrutturato l'oratorio affacciato al presbiterio. La facciata fu ritinteggiata nel 1899.
1900 - 1910 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1900 fu installata la luce elettrica. Nel 1903 furono realizzati in porfido la scalinata semicircolare e il nuovo selciato davanti alla chiesa e venne rinnovat