Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa di Santo Stefano

Chiesa di Santo Stefano
S.STEFANO protomartire S. Stefano

TRENTO
via Jacopo Antonio Maffei - Revò (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
La chiesa di Santo Stefano di Revò, posta in centro all'abitato, a poca distanza dalla chiesa figliale della Madonna del Carmelo, è stata la chiesa principale della pieve omonima per un lungo arco di tempo; in effetti la pieve stessa è menzionata a partire dalla fine del secolo XI. La chiesa, la cui data di erezione non è certa, subì diversi rimaneggiamenti: il più importante, che le fece acquisire forme simili a quelle odierne, fu travagliato e impiegò le forze di maestranze locali per tutto... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La chiesa di Santo Stefano di Revò, posta in centro all'abitato, a poca distanza dalla chiesa figliale della Madonna del Carmelo, è stata la chiesa principale della pieve omonima per un lungo arco di tempo; in effetti la pieve stessa è menzionata a partire dalla fine del secolo XI. La chiesa, la cui data di erezione non è certa, subì diversi rimaneggiamenti: il più importante, che le fece acquisire forme simili a quelle odierne, fu travagliato e impiegò le forze di maestranze locali per tutto il XVI secolo. La facciata, a spioventi, è serrata da due contrafforti angolari in conci lapidei, ed è attraversata da uno zoccolo, interrotto, al centro, da un portale lapideo a profilo ogivale strombato, coronato da guglie a rilievo. Al di sopra di questo, un rosone lapideo strombato ed una tettoia a due falde, inclinate quanto quelle della copertura; queste recano un elemento a parallelepipedo al sommo, coronato da una croce apicale. Le fiancate sono percorse dallo zoccolo visibile in facciata e presentano l'emergenza delle cappelle laterali interne all'altezza della seconda campata e dei bracci del transetto; entrambe le fiancate sono aperte da due finestre a doppio profilo trilobato sovrastate da ulteriore apertura mistilinea entro cornice archiacuta all'altezza della navata e presentano un ingresso laterale, dotato di portale lapideo e architravato, coperto da una tettoia, all'altezza della terza campata. Le pareti esterne del presbiterio sono aperte da due finestre per lato, del tipo di quelle presenti presso la navata. I bracci del transetto sono aperti da un oculo sul prospetto orientale e occidentale. All'altezza del presbiterio, sul fianco destro, si innesta il volume emergente della sacrestia, culminante a livello della parete di fondo dell'abside; questa è aperta da un oculo strombato. Il campanile, posto a meno di un metro a nord ovest della facciata in posizione isolata, presenta un fusto quadrangolare, aperto da feritoie e recante un quadrante sul prospetto orientale e su quello occidentale. La cella campanaria, delimitata da due cornici, è aperta sui quattro lati da una monofora a tutto sesto dotata di parapetto lapideo e affiancata da due lesene. Sulla piattaforma sommitale è innestato un corpo minore a ottagono irregolare, caratterizzato da aperture sui lati maggiori e da specchiature su quelli minori, coperto da una cuspide a piramide ottagonale a blanda pendenza, coronata da sfera e croce apicale. L'interno presenta una navata unica, scandita in quattro campate dai pilastri murali a sostegno delle arcate archiacute che si svolgono lungo le pareti laterali sui quali insistono i peducci della volta reticolare che copre l'ambiente. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sostenuta da due colonne lapidee lisce, servita da due rampe di scalini; la seconda campata presenta due cappelle laterali, elevate da un gradino. La quarta campata è aperta dalle arcate archiacute sui bracci del transetto, ospitanti cappelle laterali. L'arco santo ogivale introduce all'ambiente, elevato da un gradino, del presbiterio, separato dalla navata dalle balaustre, dotato di accesso lapideo, sormontato da cimasa a conchiglia, ai locali di sacrestia. Le vele delle volte interne recano elementi decorativi pittorici aventi carattere ornamentale e figurativo. Il prospetto meridionale esterno del campanile reca tracce di un riquadro ad affresco; il prospetto settentrionale esterno del braccio sinistro del transetto reca un riquadro ad affresco avente carattere figurativo.

Pianta

Navata a croce latina, con presbiterio rettangolare concluso da abside poligonale.

Facciata

La facciata, a spioventi, è serrata da due contrafforti angolari, digradanti, in conci lapidei, ed è attraversata da uno zoccolo, interrotto, al centro, da un portale lapideo ad arco acuto strombato, rinserrato da semicontrafforti coronati da pinnacoli, dai capitelli dei quali si diparte un profilo ad arco inflesso che culmina in crochet. Al di sopra di questo

1128 (?) - 1128 (?) (presenza pieve carattere generale)

Alcuni studiosi, tra cui Micheli (1979), riportano l'ipotesi che la pieve di Santo Stefano a Revò si estendesse sui territori di Romallo, Cagnò, Tregiovo, Rumo e Proves già dal 1128, retta allora da un pievano di nome Antonio; della chiesa pievana del tempo, però, non si sarebbe conservato nulla.

1228 - 1228 (menzione carattere generale)

La prima menzione ufficiale della pieve di Revò risale ad un atto del vescovo trentino Gerardo Oscasali, col quale affidava Revò e le tre pievi di Livo, Malé e Ossana della Val di Sole alla cura di un anonimo ecclesiastico.

1320 - 1320 (menzione carattere generale)

Curzel (1999) riporta un documento del 1320 a riprova dell'esistenza delle pievi di Cloz e Revò già sotto la reggenza della diocesi di Trento da parte del vescovo Adelperone (1084-1104).

1323 - 1323 (ricostruzione (incerta) intero bene)

Micheli (1979), riferisce, senza riferire ulteriori particolari, che l'antica chiesa, la cui data di erezione non è nota, viene ricostruita in quest'anno.

1480 - 1480 (restauro campanile)

In questo periodo il campanile viene restaurato.

1508 - 1508 (inizio ricostruzione intero bene)

Gli studiosi sono concordi nel collocare nel XVI secolo un'ampia opera di ricostruzione dell'edificio: Micheli (1979) ne riferisce il rifacimento della copertura nel 1508.

1519 - 1519 (ricostruzione facciata)

Il portale della nuova chiesa, datato con il millesimo "1519" e firmato dal maestro Michael Edelmann von Ulm, è frutto della ricostruzione dell'edificio sacro.

1534 - 1534 (fusione campana maggiore)

La campana maggiore, detta la "Stefana", viene fusa nel 1534.

1537/06/11 - 1537/06/11 (menzione carattere generale)

Negli atti visitali del 1537 è testimoniata la presenza, presso la chiesa pievana, di un sacello dedicato a San Giovanni Battista; secondo Curzel (1999) e Franceschetti (1998), questo fungeva da battistero; dagli atti visitali è noto inoltre che la chiesa versasse ancora in cattivo stato e necessitasse di restauri urgenti.

1554 - 1558 (ripresa lavori intero bene)

Nel 1554 gli abitanti di Rumo e di Proves tentano di sottrarsi agli oneri delle spese di ricostruzione, senza successo; nel 1558 vengono aggiunti i due portali laterali (quello meridionale reca il millesimo "1558").

1607 - 1624 (completamento intero bene)

I lavori di ricostruzione dell'edificio, cominciati circa un secolo prima, vengono ultimati: nel 1607 i comuni di Revò, Romallo, Proves, Cagnò, Rumo, si accollano le spese del rifacimento della copertura, e nel 1624, con la ricostruzione del presbiterio, viene ultimata la fabbrica della nuova chiesa pievana.

1685 - 1688 (restauro sacrestia)

In questi anni la sacrestia viene ampiamente rimaneggiata.

1781 - 1781 (restauro campanile)

In seguito ai danni subiti a causa di un fulmine, il campanile viene restaurato dall'artigiano comacino Pietro Bianchi.

1796 - 1796 (restauro presbiterio)

In questo anno sono documentati alcuni lavori presso il presbiterio.

1836 - 1836 (restauro copertura)

La copertura della chiesa viene restaurata da Giovanni Sontacchi di Trento.

1889 - 1889 (sostituzione pavimentazione )

La pavimentazione esistente viene sostituita con una in quadrotte rosse e bianche dagli scalpellini Carlo e Adriano Parteli di Sfruz e da altri artigiani.

1908/01/21 - 1910 (restauro intero bene)

Con atto relativo, viene fondato il "Comitato per l'abbellimento della chiesa parrocchiale" (Micheli, 1979); su progetto approntato dall'ingegnere Calderara di Cles, si procede al restauro delle pareti esterne, innalzate di oltre un metro, e alla decorazione delle pareti interne: gli episodi della vita di Santo Stefano dipinti ad affresco lungo le pareti interne e i dipinti nelle lunette della volta della navata, raffiguranti i santi dedicatari delle chiese figliali della pieve, risalgono al 1910, per mano di Sigismondo Nardi. In tale occasione vengono instal

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