- Home
- > Chiese e Luoghi di culto
- > Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Ss. PIETRO e PAOLO apostoli
Dettagli
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Casez venne eretta in posizione lievemente isolata rispetto all'abitato probabilmente nella prima metà del XIII secolo. La prima menzione documentata della chiesa risale infatti al 1264; in occasione forse di un ampliamento a fine XV secolo, l'edificio venne adornato da affreschi scialbati nel 1616. Nel 1722 la chiesa assunse un'importanza particolare in virtù della scoperta di un affresco ritenuto miracoloso presso l'arco santo: in circa venti anni sono testimoniati numerosi pellegrinaggi alla chiesa, finalizzati all'esposizione di bambini nati morti; la pratica verrà interrotta da disposizioni vescovili. L'aspetto odierno risale dell'apparato decorativo steso da Carlo Bonacina nel 1937. La facciata, a ripidi spioventi, è rinserrata da due pilastri lievemente eminenti rispetto al prospetto. Al centro è situato il portale d'ingresso, lapideo e architravato, affiancato da due lapidi commemorative e sovrastato da una finestra lunettata. Uno zoccolo percorre il prospetto frontale e quelli laterali. Le fiancate rivelano il lieve rientro del corpo del presbiterio e presentano due contrafforti intervallati da una finestra a tutto sesto a livello della navata. Il prospetto destro presenta un ingresso laterale dotato di portale lapideo architravato seguito da una finestra a tutto sesto e inferriata, oltre la quale è presente una lieve eminenza nella porzione limitrofa al presbiterio; a questo aderisce il basso corpo aggiunto della sacrestia a pianta quadrangolare. La fiancata sinistra presenta due corpi aggiunti aderenti a livello della navata oltre il secondo contrafforte, seguiti dal volume della torre campanaria. Il prospetto posteriore rivela il profilo quadrangolare dell'abside, illuminata da due finestre a tutto sesto presso il lato meridionale e quello settentrionale. La torre campanaria presenta un fusto quadrangolare aperto da numerose feritoie e fori pontai ed è dotato di un accesso indipendente sul prospetto orientale. La cella campanaria, partita da due cornici lapidee, presenta un ordine inferiore di bifore a tutto sesto su ogni lato, sovrastato da un ordine di monofore a sesto acuto su tre lati; il prospetto orientale reca in questa posizione il quadrante dell'orologio. Dalla sommità della cella si diparte la cuspide a piramide quadrangolare, rivestita di scandole lignee e coronata da sfera e bandiera segnavento. L'interno presenta una navata unica, scandita in due campate da pilastri semi addossati alle pareti laterali a sostegno delle nervature delle due volte a crociera che coprono l'ambiente. Presso la parete laterale destra all'altezza della seconda campata si apre l'ingresso secondario; nelle porzioni limitrofe al presbiterio, le pareti presentano due nicchie centinate. L'arco santo a sesto acuto sostenuto da piedritti in conci lapidei a vista introduce all'ambiente elevato da un gradino del presbiterio, dotato di accessi ai locali di sacrestia e alla torre campanaria lungo le pareti laterali. L'ambiente, coperto da una volta a crociera le cui nervature poggiano su peducci angolari, è affacciato sulla campata absidale, coperta da un soffitto piano e ospitante l'altare maggiore. La facciata, il prospetto absidale esterno, la parete esterna sovrastante l'ingresso laterale, le pareti interne, la volta del presbiterio e i lati dell'arco santo sono caratterizzati da un impianto decorativo ad affresco avente carattere figurativo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio rettangolare, concluso da abside a pianta quadrangolare.
Facciata
La facciata, a ripidi spioventi, è rinserrata da due pilastri a sezione quadrangolare lievemente eminenti rispetto al prospetto. Al centro è situato il portale d'ingresso, lapideo e architravato, affiancato da due lapidi commemorative e sovrastato da una finestra lunettata. Uno zoccolo percorre il prospetto; le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Prospetti
Le fiancate
1200 - 1264 (costruzione intero bene)
Sulla scorta dei dati storici e stilistici desunti dalla bibliografia, si ipotizza che il nucleo originario dell'edificio sacro sia stato eretto nel corso della prima metà del XIII secolo.
1264 - 1264 (menzione carattere generale)
Secondo Weber (1938) al 1264 risalirebbero due documenti che attestano l'esistenza della chiesa ed il possesso da parte di questa di decime e stabili.
1491 - 1491 (impianto decorativo interno)
Il ciclo di affreschi interni viene realizzato in questo anno; testimonia l'intervento un'iscrizione recante il millesimo "1491" presso uno dei riquadri.
1497/09/24 - 1497/09/24 (consacrazione carattere generale)
Forse in seguito ad alcuni interventi edilizi, la chiesa viene consacrata in questa data dal vescovo suffraganeo di Trento Francesco Della Chiesa.
1616 - 1616 (scialbatura impianto decorativo)
In seguito alla visita vescovile del vescovo suffraganeo Pietro Belli, gli affreschi interni vengono ricoperti da uno strato di scialbo.
1635 - 1635 (erezione a primissaria carattere generale)
La chiesa riceve un beneficio primissariale, ottenendo un proprio sacerdote stabile dipendente dalla pieve di Sanzeno.
1641 - 1641 (realizzazione pulpito interno)
Il pulpito ligneo, oggi non più visibile, viene realizzato e posto in questo anno.
1665 - 1665 (erezione a curazia carattere generale)
In questo anno la chiesa viene eretta a curazia della pieve di Sanzeno, grazie ad un beneficio fondato dal nobile Alfonso Bertoldi di Casez.
1696 - 1696 (restauro copertura)
Morizzo (1903) riporta che le travi della copertura vennero sostituite in questo anno.
1722 - 1722 (scoprimento affresco interno)
La rimozione di un altare laterale portò, in questo anno, alla scoperta di un affresco mariano sulla parete retrostante, all'epoca sola immagine superstite del ciclo pittorico datato al 1491.
1723 - 1742 (pellegrinaggi carattere generale)
In seguito alla scoperta dell'affresco mariano si diffusero presto voci riguardanti il supposto potere miracoloso dell'immagine, tanto che tra il 1723 ed il 1742, grazie ad una licenza firmata dal provicario generale Antonio Flamacino che autorizzava i pellegrinaggi alla chiesa di Casez, il curato Michele Bartolomeo Trentadue stilò un registro in cui risultavano avvenute centotrenta presunte resurrezioni temporanee di bambini nati morti. I pellegrini giungevano dall'alta Val di Non, dalla Val d'Ultimo, dalla Val di Sole, dalla Valcamonica e in un caso dal bresciano. La pratica dell'esposizione dei bambini deceduti senza battesimo fu condannata durante la visita pastorale del 1742 da Pantaleone Borzi, vicario generale del vescovo Domenico Antonio Thun, decretandone così il termine.
1811 - 1811 (concessione fonte battesimale carattere generale)
Viene concesso in questo anno il fonte battesimale e la facoltà di amministrare il sacramento del battesimo.
1842 - 1843 (restauro intero bene)
La chiesa, che versava in condizioni di degrado almeno dal primo quarto del XIX secolo, venne probabilmente restaurata in questo periodo; agli interventi, secondo Weber (1938), si accompagnò l'ampliamento dell'edificio, fatto non testimoniato però da Morizzo (1903).
1937 - 1937 (impianto decorativo intero bene)
I dipinti presenti lungo le pareti esterne e le stazioni della Via Crucis presenti all'interno sono opera di Carlo Bonacina, risalenti al 1937.
1942 - 1942 (erezione a parrocchia carattere generale)
La chiesa viene elevata al titolo di parrocchiale.
1981 - 1981 (lavori presbiterio)
Vengono eseguiti alcuni interventi edilizi presso il presbiterio, ai fini dell'adeguamento dei poli liturgici alle disposizioni conciliari; alla stessa occasione risale la posa dell'impianto anti intrusione.
2013 - 2013 (restauro interno)
In questo anno vengono restaurate le porzioni delle pareti interne della navata in prossimità degli altari laterali, su progetto dell'architetto Stefania Wegher; in