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Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa di Sant'Osvaldo
Chiesa di Sant'Osvaldo
S. Osvaldo
Dettagli
La chiesa di Sant'Osvaldo, antica parrocchiale di Garniga, si erge sul "Dos dei nozi", in posizione isolata e panoramica verso la valle dell'Adige. Poco al di sotto della chiesa di trova il camposanto. Il primo edificio sacro è menzionato per la prima volta nel 1377, ma venne più volte ampliato, fino a raggiungere nell'Ottocento la dimensione attuale. Orientato ad est, presenta pianta a croce latina, una semplice facciata a due spioventi, campanile sul fianco sinistro con fusto in pietra a vista e cella intonacata, un accesso laterale e la sacrestia a destra. L'interno è a navata unica, divisa in due campate voltate a crociera costolonata; un'arcata a sesto acuto conduce all'incrocio dei bracci del transetto, di cui quello sinistro corrispondente alla sacrestia antica, quello destro e il presbiterio a pianta rettangolare frutti dell'ampliamento della fine del XVIII secolo e illuminati da finestre a lunetta. La chiesa è officiata regolarmente nella stagione estiva e per matrimoni e funerali.
Preesistenze
Alcuni elementi lapidei riutilizzati nella struttura cinquecentesca provengono dalla prima chiesa di Sant'Osvaldo, della seconda metà del Trecento.
Pianta
Pianta a croce latina.
Facciata
Facciata a due spioventi con cantonali sfalsati in pietra a vista e finiture a intonaco; portale a luce rettangolare concluso da timpano e sormontato da monofora centinata.
Prospetti
Fianco sinistro cieco; una monofora a sesto acuto e una a pieno centro sul fianco destro, separate dall'accesso laterale. Braccio destro del transetto illuminato da finestre a lunetta, come la parete di fondo del presbiterio. Barbacane di sostegno al braccio sinistro del transetto. Sulla destra emerge il volume della sacrestia.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta sul fianco sinistro, in corrispondenza dell'innesto della navata nel transetto; cella campanaria illuminata da monofore centinate. Tiburio ottagonale; copertura piramidale ottagonale completata da globo, bandierina segnavento e croce apicale. Finiture in corsi di pietra a vista sul fusto; a intonaco sulla cella campanaria e sul tiburio.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a crociera costolonate; presbiterio e braccio destro del transetto da volte a botte con lunette; braccio sinistro da volta a crociera.
Coperture
Manto di copertura in coppi; campanile coperto da lamiera metallica.
Interni
Interno ad unica navata suddivisa in due campate separate da un'arcata a pieno centro in pietra; presbiterio elevato di due gradini, preceduto da un'arcata a sesto acuto e chiuso dalle balaustre dell'altare maggiore storico. A sinistra e a destra si sviluppano i due bracci del transetto, a pianta rettangolare e non perfettamente simmetrici. Dal braccio destro si accede alla sacrestia. Finiture a intonaco tinteggiato; cornicione plurimodanato corrente lungo le pareti del presbiterio; croci di consacrazione ed altri piccoli decori ad affresco sulle pareti della navata.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre di pietra grezza nella navata; in piastrelle di cotto nel presbiterio e nel transetto.
1377/09/29 - 1377/09/29 (menzione carattere generale)
La chiesa di Sant'Osvaldo viene ricordata per la prima volta in un documento sulla concessione di indulgenze datato 29 settembre 1377. Risulta dipendente dalla pieve di Santa Maria Maddalena di Trento.
1377/10/18 - 1377/10/18 (consacrazione carattere generale)
La chiesa fu consacrata il 18 ottobre 1377, festa di San Luca Evangelista.
1522 - 1522 (ampliamento intero bene)
La piccola chiesa subì un primo ampliamento nel 1522, che comportò il prolungamento della navata verso occidente.
1525 - 1529 (consacrazione carattere generale)
La nuova consacrazione avvenne tra il 1525 e il 1529.
1763 - 1781 (ristrutturazione intero bene)
Chiesa e campanile furono ristrutturati nel 1763; al campanile vennero aggiunti dei pilastrini in pietra, mentre la chiesa fu dotata di accessi secondari, che però vennero presto chiusi. Un nuovo accesso fu aperto sul lato destro nel 1779 e fu coperto da un tettuccio nel 1781.
1798 - 1798 (ampliamento intero bene)
Un secondo ampliamento interessò l'edificio nel 1798; la chiesa fu prolungata verso oriente e dotata del braccio meridionale del transetto. Architetto fu Giovanni Antonio Caminada.
1808/08/25 - 1808/08/25 (erezione a curazia carattere generale)
A partire dal 25 agosto 1808, in seguito alla soppressione della parrocchia di Santa Maria Maddalena di Trento, assorbita in quella di San Pietro, anche Garniga divenne curazia di quest'ultima.
1834 - 1838/05/14 (ampliamento intero bene)
Nel 1834 iniziarono i lavori di costruzione della nuova sacrestia, sul fianco destro; vi collaborarono come muratori i fratelli Cagliari di Castellano, Giovanni Battista Vanzo di Cavalese, Domenico Povoli e Giuseppe Franceschini e il falegname Antonio Piffer Cera di Cimone. La sacrestia era sicuramente terminata entro il 14 maggio 1838, quando venne utilizzata per la prima volta. La sacrestia vecchia, sul lato opposto, fu trasformata nel braccio settentrionale del transetto. Sempre nel 1838 venne chiuso un ingresso laterale.
1880 - 1880 (ristrutturazione tetto)
E' documentata una ristrutturazione del tetto nel 1880, finanziata da una donazione dell'imperatore Francesco Giuseppe I di 200 fiorini.
1910/05/22 - 1910 (ristrutturazione intero bene)
Il 22 maggio 1910 l'Ordinariato vescovile concesse l'apertura di un nuovo ingresso per gli uomini.
1920/01/26 - 1920/01/26 (erezione a parrocchia carattere generale)
La chiesa divenne parrocchiale con decreto del vescovo Celestino Endrici del 26 gennaio 1920.
1940 - 1965 (danneggiamento intero bene)
Con la costruzione della Parrocchiale nuova nel 1940, la chiesa di Sant'Osvaldo, spogliata dei suoi altari, venne abbandonata e lasciata al degrado. Vi contribuirono i soldati del I Reggimento Genio militare (gennaio 1962) e del Comando della Compagnia dei Teleferisti (1965), alloggiati nella vicina canonica, che spogliarono la chiesa di porte e finestre per farne legna da ardere. La mancata manutenzione fece crollare il transetto settentrionale e il tetto della sacrestia.
1966 - 1971 (restauro intero bene)
Un completo restauro avvenne tra il 1966 e il 1971 grazie all'interessamento di monsignor Francesco Manara, segretario della commissione di arte sacra della Diocesi e a cura del Soprintendente Nicolò Rasmo.
1998 - 2002 (restauro intero bene)
Un nuovo completo restauro dell'edificio avvenne tra il 1998 e il 2002.