Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa della Nativita di Maria

Chiesa della Nativita di Maria
Natività di Maria

TRENTO
via Fabio Filzi - Valmorbia, Vallarsa (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Orientata a sud-ovest e costruita in parte a strapiombo sulla valle, la parrocchiale della Natività di Maria risale al 1855, voluta dalla popolazione delle tre frazioni di Valmorbia, Dosso e Zocchio per supplire all’impossibilità di ampliare l’esistente espositura di Dosso, anch’essa dedicata alla Madonna. L’edificio sacro, dotato della cappella destra nel 1894, venne semidistrutto durante la prima guerra mondiale, risanato negli anni Venti e ornato da dipinti murali interni realizzati la... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Orientata a sud-ovest e costruita in parte a strapiombo sulla valle, la parrocchiale della Natività di Maria risale al 1855, voluta dalla popolazione delle tre frazioni di Valmorbia, Dosso e Zocchio per supplire all’impossibilità di ampliare l’esistente espositura di Dosso, anch’essa dedicata alla Madonna. L’edificio sacro, dotato della cappella destra nel 1894, venne semidistrutto durante la prima guerra mondiale, risanato negli anni Venti e ornato da dipinti murali interni realizzati la prima volta tra il 1921 e il 1927 da Francesco Giustiniani di Roma e più tardi, tra il 1934 e il 1940 dal pittore e sacerdote trentino Giuseppe Tarter. La facciata timpanata è serrata tra due lesene leggermente rilevate e caratterizzata da portale architravato e oculo centrale. Sul fianco sinistro si apre l’ingresso secondario ed emergono i volumi della sacrestia e del campanile, con monofore centinate allungate nella cella e tetto piramidale svasato; a destra si trova invece la cappella della Madonna. Il presbiterio e l’abside semicircolare sono costruiti su di un possente contrafforte in pietra. L’interno è coperto da due cupole ribassate su pennacchi, l’una nel settore centrale della navata, serrato tra i settori più esterni coperti da volte a botte e sostenuto da coppie di pilastri dipinti a finto marmo, l’altra sopra il presbiterio, elevato di due gradini e concluso dal catino absidale.

Pianta

Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale e corpo emergente semicircolare sul lato destro; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.

Facciata

Facciata timpanata serrata tra due lesene leggermente rilevate, con zoccolo intonacato a sbriccio, portale architravato e oculo centrale; frontone triangolare evidenziato da cornice aggettante. Finiture a intonaco tinteggiato.

Prospetti

Lungo il fianco sinistro si apre l’ingresso secondario ed emerge il volume della sacrestia, costruito, come il presbiterio e l’abside semicircolare, sopra un possente contrafforte in pietra. A destra emerge invece la cappella semicircolare della Madonna, dotata di due monofore archiacute simmetriche sui lati nord-est e sud-ovest. Le due fiancate sono forate ciascuna da una coppia di finestre a lunetta, una in corrispondenza della navata, l’altra del presbiterio. Le finiture sono a intonaco tinteggiato, con lesene intonacate bianche che scandiscono i volumi dei vari corpi di fabbrica; lo zoccolo perimetrale è intonacato a sbriccio.

Campanile

Torre a pianta quadrangolare emergente sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza dell’innesto tra navata e presbiterio, con fusto intonacato e tinteggiato marcato da lesene angolari, semplici quadranti di orologio e ampie monofore centinate allungate nella cella, che si sviluppa senza soluzione di continuità con il fusto. Tetto piramidale svasato sormontato da globo e croce apicale traforata.

Struttura

Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; la sommità del campanile è ricostruita in cemento. Strutture di orizzontamento: navata coperta da una cupola centrale semisferica ribassata raccordata alle murature con quattro pennacchi e da volte a botte nei settori più esterni, tutte realizzate in muratura in malta e tufo; il presbiterio è coperto da una seconda cupola semisferica ribassata e dal catino absidale, con struttura portante in legno e tamponamenti in malta paglia. La cappella è coperta da una volta a botte e conclusa da un catino.

Coperture

Navata e presbiterio coperte da tetto a due falde; tetto a più falde sopra l’abside e la cappella laterale. Struttura portante in legno; manto di copertura in elementi coppo-tegola in laterizio su navata e presbiterio, in lamiera di rame sopra l’abside, la cappella laterale e la cuspide del campanile.

Interni

Navata unica scandita da coppie di pilastri dipinti a finto marmo sorreggenti le arcate longitudinali e trasversali a cui si appoggia la struttura centrale de

1855 - 1858 (costruzione intero bene)

Nel 1827 don Giuseppe Manfroni, parroco di San Vigilio di Vallarsa, segnalò al vescovo Luschin che “l’espositura del Dosso abbisogna di una nuova chiesa essendo appena sufficiente a metà popolazione che è di 279 abitanti ed esposta in tale situazione che non può essere né restaurata né ingrandita”. Nel 1855, dopo l’invio di una seconda istanza al vescovo per sollecitare l’autorizzazione a costruire una nuova chiesa e un nuovo cimitero, e dopo aver appianato i contrasti con la comunità di Dosso, dove si trovava la chiesa antica, iniziò il cantiere. L’edificio sacro, eretto nella sottostante frazione di Valmorbia, venne dedicato alla Natività di Maria. I lavori terminarono nel 1858.

1858/09/08 - 1858/09/08 (benedizione carattere generale)

L’8 settembre 1858, festa della Natività di Maria, la nuova chiesa fu benedetta da don Giacomo Campanella di Rovereto, arciprete di San Marco e decano foraneo della Vallarsa.

1868/07/23 - 1868/07/23 (consacrazione carattere generale)

Il principe vescovo Benedetto Riccabona consacrò l’edificio durante la sua visita pastorale, il 23 luglio 1868.

1894 - 1894 (ampliamento intero bene)

La chiesa fu ristrutturata e ampliata con la costruzione della cappella della Madonna sul fianco destro nel 1894, per volere di don Aurelio Zulberti e con offerte private degli abitanti delle tre frazioni di Valmorbia, Dosso e Zocchio.

1896 - 1896 (pavimentazione sagrato)

Come testimonia l’iscrizione sull’acciottolato davanti alla porta principale, la pavimentazione del sagrato venne realizzata nel 1896.

1912 - 1912 (erezione a curazia carattere generale)

Secondo il catalogo del clero, nel 1912 Valmorbia fu eretta a curazia di Parrocchia di Vallarsa.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Durante la prima guerra mondiale la chiesa fu gravemente danneggiata dalle bombe e da un incendio scoppiato all’interno. Rimasero in piedi solamente i muri perimetrali e una parte della volta della navata; il campanile venne mozzato sopra il castello delle campane.

1919 - 1928 (ristrutturazione intero bene)

Liberata dai calcinacci e dalle rovine, la chiesa venne lentamente risanata a partire dal 1919. Il 5 settembre 1920 il parroco di Vallarsa benedisse una campana fusa dalla ditta Colbacchini di Trento, sistemata provvisoriamente su di un castello di legno. Nel 1921 furono acquistati i primi arredi per la chiesa ancora spoglia e monsignor Vincenzo Casagrande sottopose a Francesco Giustiniani di Roma il bozzetto per la decorazione a tempera dell’interno; il pittore terminò l’opera nel 1927. Risale al 1923 il nuovo altare maggiore marmoreo, consacrato dal vescovo Endrici in visita pastorale. Nel 1927, liquidati i danni di guerra, fu posato il pavimento in seminato alla veneziana e venne benedetto l’altare laterale della cappella. Il 5 gennaio 1928 don Giuseppe Iellici, arciprete di Vallarsa, benedì quattro campane realizzate sempre dalla Fonderia Colbacchini. Nello stesso anno fu installato il nuovo orologio, uscito dalle officine di Görz di Ulma e acquistato da Livio Nesler di Rovereto.

1934 - 1940 (decorazione interno)

Tra il 1934 e il 1940 don Giuseppe Tarter, curato di Valmorbia dal 1933 al 1946, abbellì l’interno della chiesa con una serie di dipinti murali lungo la navata, nella cappella della Madonna e nel presbiterio.

1945 - 1945 (danneggiamento intero bene)

Alla fine della seconda guerra mondiale, con la ritirata dei soldati tedeschi, scoppiarono presso il cimitero delle bombe che danneggiarono il tetto della chiesa e mandarono in frantumi le vetrate.

1945 - 1947 (riparazione tetto)

Il manto di copertura venne in parte riparato e in parte sostituito con lastre di eternit per interessamento di don Valerio Bottura, curato di Valmorbia dal 1947.

1960/01/07 - 1960/01/07 (erezione a parrocchia carattere generale)

La curazia di Valmorbia fu eretta a parrocchia il 7 gennaio 1960, per decreto a firma di monsignor Carlo de Ferr

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