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Chiese in Provincia di Trento - città di : Cappella del Redentore
Cappella del Redentore
Dettagli
La piccola costruzione, orientata regolarmente ad est, si incontra lungo la strada che percorre la Val Cadino, a circa cinque chilometri dal paese di Molina; nelle vicinanze esisteva una antica segheria di proprietà di Bortolo Bortolotti, il quale nel 1900 ottenne il permesso di erigere a sue spese un luogo di culto, a protezione dei lavoratori del legno. Nel 1916 intorno alla cappella venne realizzato un piccolo cimitero militare che accoglie i resti di 23 soldati della prima guerra mondiale. Vi si accede salendo alcuni gradini ed entrando nel piccolo sagrato erboso cinto da una bassa staccionata lignea. La semplice facciata a capanna è segnata da conci angolari a corsi alternati in finto marmo a vista e da una cornice a denti di sega lungo gli spioventi; al centro si apre l'unico ingresso con portale architravato tra due finestre rettangolari, mentre al di sopra si trova un oculo cieco sormontato da una croce. Lungo i fianchi si aprono due monofore centinate; l'edificio è concluso da una breve abside poligonale. L'interno è coperto da una semplice volta a botte e ospita, nella parete di fondo, entro una nicchia, l'antico crocifisso un tempo esposto in un'edicola, precedente la costruzione della cappella.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; breve abside poligonale.
Facciata
Facciata a capanna, profilata da conci angolari a corsi alternati in finta pietra a vista e cornice a denti di sega lungo gli spioventi. Portale centinato serrato tra due finestre rettangolari, sormontato da oculo cieco con croce. Zoccolo intonacato a sbriccio; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Zoccolo perimetrale intonacato a sbriccio; fiancate marcate anch'esse da conci angolari a corsi alternati in finta pietra a vista e centrate da una monofora centinata. Breve abside poligonale. Finiture a intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volta a botte nella navata; volta tripartita a vele nell'abside.
Coperture
Tetto a due ripidi spioventi sulla navata e a più spioventi sull'abside; struttura portante in legno e manto di copertura in tegole a coda di castoro policrome in laterizio.
Interni
Interno a navata unica, con pareti lisce; un gradino la separa dalla piccola abside, che reca una nicchia centinata al centro della parete di fondo, ospitante un antico crocifisso. Sotto la nicchia si appoggia la struttura dell'altare ligneo. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a mattonelle quadrate bicolori in ceramica, disposte in corsi diagonali.
XVIII - 1722 (preesistenze intorno)
Un'edicola sacra esisteva nella zona in cui poi sorse la cappella prima del 1722, quando la Magnifica Comunità la dotò di un crocifisso e di un dipinto.
1900 - 1901 (costruzione intero bene)
La cappella, dedicata a Cristo Redentore, fu eretta a partire dal settembre del 1900 per volontà di Bortolo Bortolotti di Predaia e della moglie Giuliana Cavada, che possedevano una segheria lì vicino, detta "Al Tabià", poi "Al Cristo"; il primo ottobre 1901 i coniugi si assunsero l'onere degli arredi e del mantenimento dell'erigenda cappella e a questo scopo destinarono dei prati di loro proprietà. Al completamento della costruzione e all'arredo provvide il figlio Severino, anch'egli impiegato nella segheria del padre.
1901 - 1901 (benedizione carattere generale)
L'edificio sacro venne benedetto da don Luigi Bolner, decano di Cavalese, la terza domenica di luglio del 1901.
1916 - 1916 (costruzione del cimitero intorno)
Nel 1916 fu realizzato intorno alla cappella un piccolo cimitero di guerra dove riposano i resti di 23 soldati della prima guerra mondiale.
2001 - 2001 (ristrutturazione intero bene)
La cappella venne officiata una volta all'anno fino al 1984; seguì un periodo di abbandono. Nel 2001, in occasione del centenario della costruzione, l'edificio venne ristrutturato.