Chiese in Provincia di Trento - città di : Chiesa dei Santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio Martiri

Chiesa dei Santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio Martiri
Ss. DIONISIO, RUSTICO ed ELEUTERIO martiri

TRENTO
Santa Croce, Bleggio Superiore (TN)
Culto: Cattolico
Diocesi: Trento
Tipologia: chiesa
Straordinario e stratificato monumento storico e artistico delle Giudicarie Esteriori, la pieve del Bleggio si affaccia sulla verde conca sottostante, al centro delle frazioni di cui era matrice, nella località di Spiazzo, che solo dall'inizio del Novecento prese ufficialmente il nome di Santa Croce, omaggio al ruolo di santuario assunto progressivamente dalla chiesa, dove si custodisce la croce lignea seicentesca ritenuta miracolosa, proveniente dal vicino monte San Martino. L'edificio... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

Straordinario e stratificato monumento storico e artistico delle Giudicarie Esteriori, la pieve del Bleggio si affaccia sulla verde conca sottostante, al centro delle frazioni di cui era matrice, nella località di Spiazzo, che solo dall'inizio del Novecento prese ufficialmente il nome di Santa Croce, omaggio al ruolo di santuario assunto progressivamente dalla chiesa, dove si custodisce la croce lignea seicentesca ritenuta miracolosa, proveniente dal vicino monte San Martino. L'edificio attuale, cinquecentesco, orientato ad est, è costruito sopra la precedente aula romanica a tre navate, detta impropriamente cripta; ma il rinvenimento di resti lapidei appartenenti al VI e all'VIII-IX secolo testimonia l'antichità di questo luogo di culto. La facciata a salienti, realizzata nel 1913 in stile neorinascimentale, è scandita da due ordini di paraste e conserva il portale originale cinquecentesco; i fianchi gradonati sono illuminati da finestre termali. Due cappelle emergenti, erette nel Seicento ai lati del presbiterio, formano una sorta di transetto e si concludono con absidi poligonali minori, in relazione con quella maggiore; il campanile, sul fianco destro, reca tracce delle varie fasi costruttive, dall'XI al XVIII secolo. L'interno ad ampia navata unica voltata a botte, sulla quale si aprono tre cappelle per lato speculari a pianta rettangolare, introdotte da ampie arcate a tutto sesto, riproduce il modello della basilica di Santa Maria Maggiore a Trento. Spicca la decorazione eseguita nel biennio 1911-1913 dal veronese Carlo Donati, che ha dipinto le volte con un motivo reticolato a finti cassettoni bordati di bianco, dove si dispongono 1400 croci greche e, all'interno dei riquadri, figurazioni simboliche dorate su fondo blu. Il presbiterio, a pianta rettangolare, elevato su tre gradini, è dominato dal monumentale altare maggiore in marmi colorati. Sul lato destro, con accesso dal presbiterio, scende la ripida scala che conduce alla cappella seminterrata di Sant'Agata, eretta sotto quella della Santa Croce; sul lato sinistro comunica con la cripta romanica, posta ad una quota più elevata di circa due metri. Questo suggestivo ambiente, quasi un unicum nel Trentino, è diviso in tre navate da quattro colonne libere e da una serie di semicolonne addossate, in tonalite, prive di base e sormontate da capitelli a dado smussato in pietra calcarea rossa; le volte a crociera sono ornate da un ciclo di affreschi di stile romanico assai attardato del 1303. L'abside attuale, introdotta da due grandi pilastri quadrangolari in pietra calcarea, è frutto delle manomissioni fatte nel Sei e Settecento per sostenere il coro e l'altare della chiesa superiore.

Preesistenze

Elementi lapidei emersi dagli scavi testimoniano la presenza di almeno due edifici precedenti a quello romanico, del VI e VIII-IX secolo. La parte bassa del fusto del campanile è contestuale alla chiesa inferiore (cripta), dell'XI-XII secolo; l'architrave del portale sud e alcuni frammenti di affresco appartenevano alla chiesa superiore del 1480 circa, distrutta dall'attuale.

Pianta

Pianta a croce latina; presbiterio concluso da abside poligonale, come ciascuno dei bracci del transetto.

Facciata

Facciata a salienti in bentonite, in stile neorinascimentale, dove il settore centrale corrisponde alla navata, i salienti alla profondità delle cappelle laterali; due ordini di sei paraste sovrapposte, con ritmo AABAA, poggianti su alti plinti e separate da una cornice orizzontale dentellata, le inferiori bugnate lisce, le superiori con fusto scanalato alla base e capitelli ionici; la parte centrale della muratura è lavorata a finti corsi di pietre, mentre le fasce laterali sono movimentate da riquadri rettangolari. Il portale cinquecentesco architravato, sorretto da colonne binate e completato da una lunetta figurata e un frontone spezzato, è sormontato dal grande oculo strombato con cornice ad ovoli. Il frontone triangolare è delimitato da una cornice modanata in for

I - II (preesistenze intorno)

Un sarcofago pagano, forse di un adepto della religione mitraica, già nell'orto della canonica, utilizzato come vasca di una fontanella e ora murato all'esterno di una casa privata a Madice, sarebbe indice della presenza di un luogo di culto tardo romano nella zona, lungo la strada di collegamento con Passo Durone.

VI - VI (preesistenze intero bene)

Gli scavi del 1974-1975 documentarono la presenza di un'absidiola semicircolare orientata ad est, al centro dell'aula romanica (cripta), databile presumibilmente al VI secolo. Sarebbe il primo luogo di culto cristiano.

VIII - IX (ricostruzione intero bene)

Sono datati dalla critica tra VIII e IX secolo i frammenti lapidei in arenaria scolpita rinvenuti durante varie campagne di restauro nella cripta romanica, testimonianze della presenza di una precedente chiesa altomedievale.

XI - XII (ricostruzione intero bene)

La chiesa altomedievale venne ricostruita tra XI e XII secolo a tre navate separate da colonne, conclusa da un'abside semicircolare. La struttura corrisponde, nella navata, all'attuale cripta.

1155 - 1155 (menzione carattere generale)

Il primo documento che menziona la Pieve "de Blezio" risale al 1155 e fu redatto per confermare alla popolazione del Bleggio il possesso del monte Boblino (Movlina), conteso e irregolarmente occupato dai Rendenesi.

1303 - 1303 (decorazione intero bene)

Nel 1303 le volte della chiesa romanica vennero ornate da affreschi figurati con angeli, sante, oranti, vari animali fantastici e la vicenda di Caino e Abele, di mano del cosiddetto "Maestro di Ceniga".

1480 - 1480 (costruzione chiesa superiore)

Un nuovo edificio venne eretto sopra il precedente, senza distruggerlo, intorno al 1480, data scolpita sull'architrave del portale laterale destro della chiesa, riutilizzato nel Cinquecento. L'iscrizione riporta il nome del pievano, Agostino di Parma, del cappellano Francesco De Cadalora, e quello del maestro costruttore, Pietro da Como.

1505 - 1507 (sopraelevazione campanile)

Il 24 novembre 1507 maestro Albertino Comanedi da Osteno ricevette il saldo per la sopraelevazione del campanile; all'interno della cella campanaria c'è un'iscrizione con la data del 1505, segno che all'epoca la costruzione aveva già raggiunto quel livello.

1524 - 1526/05/13 (inizio lavori ricostruzione intero bene)

Nel 1524 Antonio Gras di Pellio Superiore, collaboratore di Antonio Medaglia e reduce dal suo cantiere di Santa Maria Maggiore di Trento, progettò la nuova chiesa, che riprende da vicino il modello della basilica trentina, e avviò il cantiere. Ma ben presto lo abbandonò per ragioni ignote. Fu chiamato allora un certo maestro Giacomo, muratore e lapicida comacino, il quale però non risultò all'altezza del compito affidatogli. Furono incaricati quindi altri due maestri comacini, Giorgio e Pietro, figli di Giovanni, anch'essi come Gras di Pellio Superiore; ma ben presto sorsero contrasti con la popolazione locale, tanto che i costruttori lasciarono l'incarico e l'opera, rimasta incompiuta.

1526/05/13 - 1537/12/23 (completamento intero bene)

Risale al 13 maggio 1526 il contratto risolutivo per la costruzione, firmato da due maestri locali, Antonio Zenari di Larido ed Eleuterio da Favrio, che si impegnarono a terminare l'edificio secondo il progetto di Antonio Gras, in tre anni di lavoro. La popolazione del Bleggio fornì a proprie spese i materiali da costruzione e ogni famiglia offrì sei giornate di lavoro. Non sappiamo se furono o meno rispettati i tempi pattuiti, in ogni caso la chiesa era sicuramente completata il 23 dicembre 1537, data della stesura di una lunga relazione riepilogativa delle vicende costruttive, a firma del pievano.

1603 - 1603 (ampliamento intero bene)

Nel 1603, in seguito alle disposizioni impartite dalla visita pastorale, fu ampliata la chiesa cinquecentesca con la costruzione dell'abside. Per realizzare le strutture di sostegno necessarie, venne distrutta l

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