Addio al giornalista Francesco Lazzarini, per anni colonna dei quotidiani veneti
Una vita spesa per il giornale. Lavorò al Mattino di Padova dove fu capo della cultura e alla Nuova Venezia, prima di andare in pensione nel 2012
Schietto, generoso, con la schiena dritta e la battuta sempre pronta. Si è spento improvvisamente la notte tra lunedì e martedì, il compianto giornalista veneziano Francesco Lazzarini, 77 anni, per tutti, il mitico Checco.
Nato a san Donà di Piave, a cinque anni si è trasferito a Mestre, dove ha frequentato gli studi e dove ha vissuto, fino a quando ha preso casa a Mirano.
All’inizio della sua carriera ha insegnato latino e lettere, poi ha iniziato a lavorare nei nostri quotidiani.
Cronista purosangue, per anni ha lavorato al Mattino di Padova, dove ha ricoperto diverse mansioni nei settori sport, cronaca, provincia e anche cultura, di cui fu capo, per poi approdare alla Nuova Venezia, dove è rimasto a lungo, fino al pensionamento.
Caposervizio, al vertice della provincia prima, per poi passare nell’ultima parte della sua carriera, ad occuparsi delle Municipalità.
Allora nella foliazione della Nuova Venezia, era stata inserita una pagina per ogni organo decentrato, e Lazzarini aveva avuto il compito, assieme ad altri capi, di lanciare i cosiddetti ex quartieri diventati municipalità, con la sua verve di sempre e il suo intuito per le notizie.
Con lui una nutrita squadra di collaboratori in erba, che consumavano le scarpe per raccontare la cronaca più locale che ci fosse (vedi alla voce Maurizio Toso, Marianna Bonso, Andrea Martinello, Gianluca Codognato e molti altri), che Lazzarini valorizzava nelle pagine dedicate a Favaro, Campalto, Marghera, Chirignago e Zelarino. Una novità per il nostro giornale, e un unicum che ci ha contraddistinto per alcuni anni.
Ma, tra le sue passioni, che trascriveva poi nel giornale, c’era quella per il cibo e la tavola: dei veri e propri valori che si tramandavano attraverso gusto e sapore, le tradizioni di quel tessuto locale che lui amava e che la sua penna abilmente raccontava con dovizia di sfumature.
Lazzarini era a pieno titolo la “forchetta” migliore del giornale, e per anni ha tenuto una lettissima rubrica dal titolo “mangiar bene”, dove si raccontavano le specialità nostrane dei locali veneziani.
E se gli chiedevi scherzando «Checco, sono tutte ottime recensioni. C’è qualcuno che non sa cucinare?». Lui rispondeva secco e quasi piccato «Io scelgo solo ristoranti dove si mangia bene». E poi il suo amore per gli animali, tanto che spesso nell’allora redazione di via Verdi, portava anche la sua cagnolina, che se ne stava seduta sulla sua sedia, accovacciata dietro di lui, e abbaiava a chi non conosceva.
Lazzarini, non è stato solo un giornalista esperto, che ha dedicato la sua vita al lavoro, ma anche un uomo di cultura, amante del cinema, della musica, della scrittura, della letteratura.
E un capo sempre pronto a dare una mano ai novellini alle prime sostituzioni, che non conoscevano, come lui, i segreti del sistema, allora molto più complesso. E se vedeva che ci sapevi fare, ti insegnava anche i “codicini” per stringere i titoli. E allora ti pareva di essere venuto a conoscenza del settimo segreto di Fatima.
La festa della pensione, l’ha organizzata nel suo ristorante preferito, la mitica trattoria Da Paeto, in via Patriarcato, a Pianiga, della quale tesseva spesso le lodi. Anche i settant’anni li ha celebrati con gli amici e i colleghi.
Tra le persone alle quali era più legato c’era anche Francesco Gavagnin, mancato nel 2014, il fotografo della provincia per eccellenza, al quale Lazzarini ha dedicato un bellissimo ricordo sul nostro giornale.
In occasione dei 40 anni della Nuova Venezia, il sindaco di San Donà, Alberto Teso, ricordando i suoi anni da collaboratore per il nostro giornale, ha tracciato un bel ricordo del suo capo, che allora era proprio Francesco Lazzarini. Un pensiero che a lui ha fatto molto piacere.
Con la pensione si è dedicato alle sue passioni, tra cui scrivere di ristoranti, recensire locali e realizzare guide gastronomiche per diversi gruppi. E poi passare i mesi estivi in Sicilia, una terra che amava.
Le condoglianze di tutto il giornale e dei giornalisti delle testate del gruppo Nem, alla moglie, Nicoletta, conosciuta proprio grazie al giornale, e che gli è sempre stata accanto.
Pubblicato su Corriere delle Alpi