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Uccisa da una statuetta caduta dal balcone: due indagati per la morte di Chiara

Tutte le ipotesi restano ancora al vaglio, si presume che l’oggetto potrebbe essere scivolato dalle mani del bambino. La coppia nega la proprietà della statuina

Ci sono due indagati per la morte di Chiara Jaconis, la trentenne colpita alla testa da un pesante profumatore per ambienti domenica pomeriggio a Napoli. A finire nel registro della Procura sarebbe una coppia di genitori che abita nell’appartamento al terzo piano da cui è caduto l’oggetto. Il reato contestato, si apprende da fonti qualificate, è di omicidio colposo per aver provocato ovvero non impedito il getto o la caduta della statuetta. Perquisizione e indagini in corso

Nella mattina di oggi, giovedì 19 settembre, agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione di via Santa Teresella: l’appartamento, al terzo piano di un edificio storico, ha un balcone che si affaccia su vico Sant’Anna di Palazzo dove Chiara è stata colpita fatalmente.

Tutte le ipotesi sono ancora al vaglio, ma si presume che l’oggetto possa essere scivolato dalle mani del figlio della coppia; non si esclude nemmeno che possa essere stato gettato di proposito. Non essendo imputabile per l’azione il minore, al momento ad essere indagati per omicidio colposo sono i genitori. La coppia nega la proprietà della statuina caduta

Secondo le testimonianze raccolte dalla Polizia di Stato e dalla Procura di Napoli che stanno indagando sulla morte di Chiara Jaconis, già in altre occasioni erano piovuti dall'abitazione coinvolta nella vicenda vari oggetti che però non avevano mai determinato gravi conseguenze.

Nell'abitazione al momento della tragedia era presente la coppia indagata e i loro due bambini. Durante la perquisizione eseguita nell'abitazione da dove sarebbe stata lasciata cadere la statuina (ritraente il volto di un faraone, verosimilmente un souvenir di viaggio, ce n'erano diversi in casa) sono stati prelevati i cellulari e i computer presenti.

L'oggetto che provocato le ferite mortali al capo di Chiara Jaconis, durante la caduta, si è infranto sul balcone sottostante sul quale ne sono stati riscontrati e sequestrati alcuni frammenti. Sul balcone anche i segni dell'impatto. I restanti pezzi sono stati ritrovati in strada, nelle immediate vicinanze del luogo dove Chiara si è accasciata.

Secondo quanto si è appreso, la coppia di professionisti, mostratasi parecchio addolorata per quanto accaduto a pochi passi da casa loro, ha più volte negato che l'oggetto precipitato sia di loro proprietà. Diffusione del video e intervento della Procura

Alla ricostruzione dettagliata della vicenda hanno contribuito i numerosi video di sorveglianza che inquadrano il vicolo dei Quartieri Spagnoli. Uno di questi, che ritrae gli ultimi momenti di vita di Chiara e girato da un bed & breakfast, è trapelato: la Procura partenopea ha aperto un fascicolo di indagine a carico di ignoti per rivelazione di segreto d’ufficio, in merito alla diffusione del video, diventato virale. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha assicurato alla famiglia giustizia per quanto successo a Chiara. Il corteo nei Quartieri Spagnoli

Ieri sera nei Quartieri Spagnoli ha preso vita un corteo organizzato dai residenti dello storico rione per accogliere la famiglia di Chiara e chiedere pubblicamente scusa per la tragedia. Un momento di grande potenza emotiva, che ha visto il padre Gianfranco Jaconis abbracciato dalla folla.

«Quello che è successo qui poteva capitare ovunque, ma quello che sta accadendo ora in questi vicoli poteva succedere solo qui», ha detto il papà in lacrime. Autopsia e funerali

Nella giornata di oggi è atteso l’affidamento dell’autopsia, che potrebbe essere svolta già nel pomeriggio. Per i funerali si dovrà attendere la prossima settimana, e potrebbero svolgersi nella basilica di Santa Giustina.

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Pubblicato su Corriere delle Alpi