L'indiscrezione: «Alex Marangon, tracce di cocaina nel sangue»
Nei prossimi giorni verranno pubblicati i risultati dell’esame tossicologico eseguito sul corpo del barista 25enne, morto il 30 giugno scorso a Vidor durante un rito sciamanico
Alex, oltre all’ayahuasca, avrebbe assunto anche delle sostanze stupefacenti, come la cocaina. Nel suo sangue sarebbero state trovate le tracce di queste sostanze. Questo è quanto trapelato mercoledì 18 settembre da alcune indiscrezioni che anticipano la comunicazione del risultato dell’esame tossicologico previsto nei prossimi giorni, indiscrezioni che il procuratore non ha smentito.
Gli esami tossicologici sono stati effettuati sui tessuti molli e sul sangue del barman 25enne di Marcon, morto nella notte tra il 29 e il 30 giugno mentre stava partecipando ad un rituale sciamanico all’abbazia di Santa Bona di Vidor.
Il test eseguito in un laboratorio specializzato di Trieste, oltre al principio attivo che potrebbe essere ricondotto all'ayahuasca, la bevanda della tradizione amazzonica vietata in Italia per le sue proprietà allucinogene, avrebbe rilevato tracce di cocaina.
Ad oggi non è ancora noto il quantitativo esatto presente nel corpo di Alex e non è ancora possibile stabilire con certezza se lo stupefacente sia stato assunto dal giovane contestualmente al decotto dell’erba amazzonica o qualche giorno prima.
Non è possibile sapere neanche se la sostanza stupefacente possa aver interagito con i composti della ayahuasca, amplificando le allucinazioni.
Solo l’esito definitivo degli esami potrà portare le risposte attese sia dagli inquirenti che dalla famiglia Marangon. Quello che è certo è che quello a cui ha partecipato Alex quella sera è un rito sciamanico a base di decotti di ayahuasca.
Il giovane si sarebbe allontanato dall’assemblea intorno alle tre di notte, seguito dai due sudamericani incaricati a condurre il ritiro, i curanderos. Di lui si sono perse definitivamente le tracce. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti i 19 partecipanti al ritiro si sarebbero messi subito alla ricerca del 25enne, ma avrebbero chiamato i soccorsi solo dopo tre ore, alle 6.30.
Il corpo di Alex è stato ritrovato dopo 2 giorni, il 2 luglio arenato su greto del Piave a quattro chilometri di distanza dall’abbazia. Sulla salma è stata eseguita l’autopsia, condotta dal anatomopatologo Alberto Furlanetto, che ha messo in evidenza la presenza di numerose ferite sulla testa, verosimilmente provocate da un oggetto contundente, che potrebbero essere compatibili con un caduta dall'alto, ma anche essere il risultato di un gesto di violenza.A seguito dell’esame autoptico la Procura di Treviso aveva modificato il nome sul fascicolo da morte in conseguenza da altro reato a omicidio volontario.
L’esito definitivo del tossicologico consentirà di fare finalmente chiarezza. Nel frattempo sono stati sentiti più volte i testimoni.
«Qualcosa non quadra», aveva detto Sabrina Bosser, la mamma di ALex, «Ci sono persone che per potenziare l’effetto allucinogeno utilizzano e mischiano altre sostanze. Ci sono dei ciarlatani che buttano dentro di tutto, come dei pusher. C’è qualcosa che non torna,qualcuno sta mentendo».
Pubblicato su Corriere delle Alpi