Scivola lungo il sentiero, muore un 26enne
Giorgio Allegri stava percorrendo il Tivan sul Civetta quando è volato per diversi metri
Una escursione in montagna si è trasformata in tragedia per Giorgio Allegri, 26 anni di Ravenna. Il giovane era in compagnia di alcuni amici e stava camminando sul sentiero Tivan sul monte Civetta nel comune di Alleghe quando è scivolato facendo un volo di diversi metri.
Immediata la chiamata da parte degli amici presenti al 118 che ha inviato l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Sbarcato, il personale sanitario ha subito capito che le condizioni del giovane erano particolarmente gravi visti i molti traumi riportati nella caduta e così dopo essere stato stabilizzato, il ventiseienne è stato caricato nel velivolo per essere trasportato all’ospedale di Pieve di Cadore. Purtroppo però, qui, dopo poco, il paziente è deceduto.
Il sentiero Tivan parte dal rifugio Sonino al Coldai a quota 2.132 metri. È un percorso che si snoda verso est del monte Civetta e ha un dislivello di oltre mille metri. Una escursione impegnativa di almeno 5-6 ore.
Giorgio Allegri, classe 1998, si è laureato in ingegneria biomedica al Politecnico di Milano e ha vissuto qualche tempo anche negli Usa per poi rientrare in Italia. E da poco si era trasferito ad Anversa in Belgio per lavoro.
Ragazzo studioso, aveva anche una grande passione per il nuoto, o meglio per la pallanuoto. Nella squadra della Ravenna Pallanuoto per molti anni, aveva giocato nel ruolo di difensore prima in serie C e poi in B. Ma dalla fine del 2023 aveva lasciato la società sportiva per dedicarsi al lavoro. Nonostante questo, i rapporti con i vecchi compagni e con il presidente della società Cesare Bagnari li aveva mantenuti tanto che proprio ieri si trovava ad Alleghe ospite nella casa di Bagnari. «Era un ragazzo d’oro», lo ricorda un compagno di squadra Alessandro Bustacchini, «studioso, sempre allegro, ligio alle indicazioni dei compagni più grandi. L’ho visto crescere praticamente. La notizia della sua scomparsa ci lascia affranti e dispiaciuti».
Ma tra le sue passioni, come si evince anche dal suo profilo Instagram, c’era anche la montagna, quella montagna che purtroppo gli è stata fatale.
Quella di ieri è la seconda tragedia registrata tra le Dolomiti bellunesi. Tragedie che spingono il presidente regionale del Soccorso alpino, Rodolfo Selenati a lanciare un nuovo appello agli escursionisti. «Purtroppo ultimamente stiamo registrando molte tragedie in montagna, e questo ci preoccupa non poco. Viste le circostanze, ci vediamo costretti ancora una volta a lanciare l’appello a tutti coloro che frequentano la montagna a prestare la massima attenzione quando si è fuori in escursione sia a piedi che in bicicletta. L’attenzione non deve mai calare. Bisogna essere allenati, bisogna organizzare bene l’escursione e capire anche il tempo necessario per completarla. Per questo in montagna bisogna partire presto, e rientrare altrettanto presto: indicativamente entro le 15-16 bisognerebbe essere già a casa o in albergo. Queste sono le regole basilari che mi hanno insegnato i miei genitori e che sono ancora valide. La pianificazione della gita va fatta molto bene».
Selenati evidenzia come il Soccorso Alpino da tempo stia intensificando la sua presenza anche nelle scuole per dare indicazioni sull’escursionismo in montagna ai ragazzi per evitare, per quanto possibile, le tragedie. «Poi, purtroppo c’è sempre l’imprevisto, l’imponderabile in agguato che anche un alpinista esperto e di lungo corso non può evitare. E poi purtroppo, può esserci sempre qualcosa che non funziona nell’insieme della pianificazione della gita, della scalata o della escursione in bicicletta». [FINETESTO]—
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Pubblicato su Corriere delle Alpi