Scialpinisti morti in Svizzera a marzo, trovata la sesta vittima
La fusione della neve svela il corpo della ventottenne dispersa
AOSTA, 10 AGO - E' stato individuato nel pomeriggio di oggi il corpo della sesta e ultima vittima della tragedia avvenuta il 9 marzo scorso sulle Alpi svizzere, a 600 metri in linea d'aria dal confine con l'Italia. Si tratta - fa sapere la polizia del Canton Vallese - della donna ventottenne di Friburgo che aveva chiamato i soccorsi. Sul colle della Tete Blanche, a circa 3.500 metri di quota, sei scialpinisti svizzeri, membri della stessa famiglia, erano stati sorpresi dalla bufera di neve, che non aveva lasciato loro scampo. I soccorritori sono stati indirizzati da un indumento che la fusione della neve ha fatto riemergere. Nel primo pomeriggio di oggi, si legge in una nota, "durante un volo in elicottero, effettuato nel quadro delle indagini svolte in collaborazione con i nostri partner dell'Ocvs (organizzazione di soccorso) e Air-Glaciers (compagnia aerea), un equipaggio ha notato la presenza di indumenti in superficie, sulla Tete Blanche. Specialisti del Gruppo montagna della polizia cantonale del Vallese sono stati immediatamente inviati sul posto. Hanno potuto estrarre il corpo dal manto nevoso e procedere alla sua identificazione". Il 9 marzo, dopo l'allarme, per oltre 24 ore la tormenta aveva rallentato le ricerche, mentre gli scialpinisti, stremati, pian piano perdevano i sensi e venivano uccisi dal gelo. I cinque - di 21, 27, 30, 44 e 58 anni - fino all'ultimo avevano cercato di scavare un riparo nella coltre bianca, ma non era servito. "Sono morti congelati in quota, disorientati", aveva raccontato Anjan Truffer, capo del soccorso della compagnia aerea Air Zermatt. Il gruppo stava affrontando l'itinerario che da Zermatt, ai piedi del Cervino svizzero, porta alla località di Arolla. (ANSA).
Pubblicato su Corriere delle Alpi