Morta la donna ricoverata in ospedale per West Nile: troppo gravi le sue condizioni. È la prima vittima del 2024
L’anziana aveva riferito di non aver viaggiato o soggiornato in particolari zone a rischio, pertanto, il caso viene considerato autoctono. Riccardi: presenza anche in provincia di Udine
PORDENONE. È morta l’anziana colpita da West Nile e ricoverata in ospedale a Pordenone. Troppo gravi le sue condizioni. L'infezione era stata accertata martedì, come ha spiegato l'azienda sanitaria, nella paziente ricoverata nel reparto di Neurologia dal 12 luglio per febbre associata a sintomi neurologici. La vittima aveva 80 anni e viveva a Chions. È il primo decesso in Italia dopo il caso della 45enne veneta colpita nell’ottobre del 2023 e morta tre mesi dopo in ospedale.
Le condizioni generali della paziente sono apparse subito gravi. La signora, residente in provincia, non aveva viaggiato o soggiornato in particolari zone a rischio, pertanto, il caso viene considerato autoctono.
Subito dopo la segnalazione di positività sono tempestivamente partiti gli accertamenti del caso da parte del Dipartimento di Prevenzione dell'Asfo. Mercoledì, inoltre, è stata disposta dal Centro nazionale trapianti l'introduzione delle misure di sorveglianza e prevenzione nei confronti della trasmissione del virus mediante trapianto d'organo, tessuti e cellule per tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia, così come indicato dal Piano nazionale per le arbovirosi.
Riccardi: cordoglio per la morte della donna
Cordoglio e massima vicinanza sono stati espressi dall'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, ai familiari della donna di 80 anni di Chions deceduta oggi, all'ospedale di Pordenone, dopo essere stata affetta dal virus West Nile.
L'assessore ha ribadito le precauzioni generali per prevenire le punture da zanzare, principali veicoli del virus la cui contrazione, nei casi più frequenti, non presenta sintomatologie gravi (più ricorrenti invece per anziani e persone debilitate).
Si raccomanda, in particolare, di applicare zanzariere alle finestre e attivare il condizionamento almeno nelle stanze in cui si soggiorna, indossare indumenti chiari e coprenti, applicare prodotti anti-zanzare sulle parti che rimangono scoperte e svuotare di frequente vasi di fiori o contenitori con acqua stagnante.
Su tutto il territorio regionale sono posizionate delle trappole per la cattura delle zanzare al fine di monitorare, in collaborazione con la sorveglianza effettuata dai Dipartimenti di prevenzione, la circolazione del West Nile. Attualmente, la presenza del virus in regione è stata segnalata nei territori delle ex Province di Pordenone e Udine.
Le indicazioni dell’Infettivologo
Come ha spiegato il direttore del reparto di Infettivologia Massimo Crapis a oggi non esiste un vaccino contro il virus West Nile. «Oltre alle misure che prenderà il dipartimento di prevenzione – ha dichiarato –, sicuramente sarà necessario sensibilizzazione e informare gli utenti sulla necessità di proteggersi dalle zanzare, in particolare dalla specie Culex, che più frequentemente tendono a diffondere questo tipo di infezione».
Oltre a spruzzarsi il repellente all'imbrunire e durante le ore serali, Crapis consiglia di bonificare nei giardini delle abitazioni private, per quanto possibile, le pozze d'acqua e i tombini, due zone dove tendono a concentrarsi le zanzare. «L'ideale – aggiunge – è tenere abbassate le zanzariere considerando che si tratta di un tipo di insetto che predilige i luoghi chiusi».
A oggi, tuttavia, la situazione si può definire sotto controllo anche se l'attenzione rimane alta, così come per tutte le malattie infettive che vengono trasmesse dalla puntare delle zanzare, considerando che le alte temperatura favoriscono la loro presenza nell'ambiente.
«Sul fronte della febbre Dengue – conclude il direttore –, è costante la sorveglianza di coloro che rientrano da paesi endemici o per i quadri clinici che possono far sospettare questo tipo di infezione . Al momento non abbiamo infezioni accertate ma, anche in questo caso, l'attenzione è sempre alta per evitare che possano nascere focolai»
Pubblicato su Corriere delle Alpi