E’ morta la psicologa Vera Slepoj
Trovata senza vita nella sua casa di Padova, a stroncarla un malore nella notte: aveva settant’anni. La sera prima aveva partecipato alla cena di fine anno sociale del Lions. Il ricordo di politici e amici
E’ stata trovata morta nella sua casa di Padova la mattina di venerdì 21 giugno Vera Slepoj, psicologa e scrittrice padovana. Originaria di Portogruaro, aveva 70 anni.
La sera di giovedì 20 giugno aveva partecipato alla cena del Lions Club Padova Jappelli di chiusura dell’anno al ristorante Villa Tevere. Nulla di strano, era tranquilla e disponibile come sempre. Poi il malore fatale, forse nella notte.
La perdita di Vera Slepoj è intellettuale, sociale e politica. La psicologa scrittrice è mancata nella casa, dove viveva da sola. Aveva compiuto 70 anni lo scorso 3 maggio ed era una donna attiva, militante del pensiero, che prendeva posizione, anche di fronte a temi che facevano discutere.
Non era una donna che si poteva dimenticare. Né nel suo ruolo primario di psicologa, né per la parentesi politica, né per le numerose iniziative: quelle culturali sono le più note, ma Vera Slepoj era anche innamorata degli animali, soprattutto i più fragili; era un’ambientalista; un’amica preziosa per tante persone.
La carriera
Si era laureata in psicologia all'Università di Padova nel 1977 con una tesi sulla “Devianza e i meccanismi di controllo in una società attuale”.
Nei primi anni Ottanta aveva gestito una rubrica nella rivista Riza Psicosomatica e su consiglio di Klaus Davi aveva scritto il suo primo libro, “Capire i sentimenti”.
In esso e in altri libri successivi trattava temi legati a relazioni affettive, problemi sociali e manie. Ha curato rubriche a tema psicologico nelle riviste Io Donna - Corriere della Sera, sui settimanali Oggi, Gioia, Diva e Donna e sulla rivista Giallo.
E’ stata editorialista di Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi e La Nuova Venezia.
Dopo essere stata candidata per Alleanza Nazionale nel 1999 alle Europee, dove non era stata eletta nonostante le circa settemila preferenze ricevute, nel 2006 è stata candidata al Senato dall'Udc.
Tra le varie attività svolte è stata psicoterapeuta della squadra di calcio del Palermo negli anni 1999-2000 e docente all'Università degli Studi di Siena per l'insegnamento di Sociologia della Salute, inoltre è presidente della Federazione Italiana Psicologi e dell'International Health Observatory.
Ha svolto il ruolo di consigliere per l'Authority per il Volontariato nel periodo 2000-2004 e quello di Consigliere del Ministro delle comunicazioni dal 2002 al 2006.
Dal 1999 al 2004 è stata nominata, su indicazione di Gianfranco Fini, assessore alla cultura, musei e servizi sociali alla provincia di Padova.
Il suo libro Géographie des sentiments è stato tradotto dalla casa editrice francese Payot.
Quindi le numerose collaborazioni e le partecipazioni ai più importanti salotti televisivi in qualità di esperta. Il corso sull’educazione all’affettività con Donazzan
«I piccoli comuni possono essere il volano per l'educazione all'affettività». Così aveva dichiarato Vera Slepoj, durante l'incontro “Educazione all'affettività”, tenutosi lo scorso martedì 6 febbraio nella sede della Regione del Veneto, con l'assessora all'istruzione Elena Donazzan.
Davanti a un centinaio di assistenti sociali, aveva ricordato come l'educazione ai sentimenti e le prime avvisaglie di relazioni poco sane, che possono sfociare in situazioni di violenza di genere se non addirittura di femminicidio, si colgono più facilmente nei paesi, dove la comunità è più coesa e c'è maggior conoscenza tra le famiglie.
Da qui, l'invito ad amministratori e assistenti sociali ad una maggior attenzione rispetto al proprio territorio e alle sue problematiche sociali. Il libro sulla pandemia
Durante la pandemia da Covid 19, da una collaborazione tra i nostri giornali e Vera Slepoj è nata la pagina “Pandemia e Psiche”, la prima puntata è del 15 marzo.
In essa la psicoterapeuta Vera Slepoj portava in superficie i rischi della nuova situazione in cui tutti eravamo costretti a vivere, e insegnava ai lettori a riconoscere i segni del disagio, a mettere in atto strategie di difesa e di automedicazione. I lettori cominciarono a scrivere, a chiedere consigli: ogni storia era personale, ma rifletteva una situazione collettiva.
Da quell’esperienza di dialogo costante con i lettori in tempo di lockdown, rimasta un caso unico in Italia, è nato un libro un libro: “L’orologio della mente” edito da Linea Edizioni e distribuito con i nostri giornali. Il podcast sui vizi capitali
Con le nostre testate aveva prodotto un podcast analizzando i vizi capital
Qui il link Le reazioni
Tra i primi messaggi di cordoglio giunti c'è quello di Sergio Giordani , sindaco di Padova e presidente della Provincia: «È mancata prematuramente questa notte la psicologa Vera Slepoj. Una perdita non solo per la comunità scientifica, ma anche per la città, dove lei, originaria di Portogruaro, aveva scelto di vivere dopo la laurea nella nostra Università. Vera Slepoj era molto nota anche per i suoi interventi, sempre molto interessanti e mai banali sui giornali e in televisione: la sua attenzione verso la comunità si era espressa, una ventina di anni fa, anche attraverso l’incarico di assessore alla cultura ai musei e ai servizi sociali della Provincia. Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, così come la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi importanti come le relazioni affettive e altre complesse problematiche sociali».
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la ricorda con stima: «Apprendo con grande dolore la notizia della scomparsa di Vera Slepoj. Una donna coraggiosa, una studiosa e psicologa di valore, una scrittrice e opinionista che ha saputo indagare con profondità e arguzia l’animo umano e la nostra società. Avendone apprezzato le doti e la sua sensibilità culturale , le chiesi di far parte del Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo del Ministero della cultura. Mancherà molto al suo Veneto e all’Italia intera». Molti dei suoi “compagni” politici della giunta di Vittorio Casarin la ricordano con grande affetto: «L’ho conosciuta alla seconda giunta Casarin, quando era assessora alla cultura. Era una donna profondamente colta e voleva partecipassero tutti: credeva nella cultura e aveva la capacità di trasferirla agli altri con iniziative sempre di altissimo valore», sono le parole di Mario Verza , allora assessore al personale, la mobilità e i trasporti e la sicurezza. «Era una donna molto riservata pur avendo relazioni umane durature, amichevoli, aperte al dialogo e al confronto. Sapeva cogliere spunti e istanze, sapeva parlare con tutti, recepire il popolo, anche se il suo spessore culturale era così alto».
Sebastiano Arcoraci , allora assessore alla pubblica istruzione: «Non riesco a crederci», scrive su Facebook, «Cara Vera ci mancherai molto. Quante cose insieme abbiamo fatto in Provincia, quante iniziative belle: cultura, istruzione, sport. Quante chiacchierate e dissertazioni insieme. E i tuoi libri? Pagine di vita moderna, specie sull'universo femminile, sull'amore, sulle ferite delle donne e degli uomini. Quanta eleganza e fascino emanavi con la tua presenza, verso chi ti ascoltava, ti incontrava, parlava. Quanto amore per il bello, le piante, i fiori, la pittura. Eri avida di nuovi stili, approcci, teorie. Ci mancherai».
Arrivano anche le condoglianze di Mario Conte , sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto: « Una grave perdita per la comunità scientifica e per tutti noi: negli anni, anche grazie alle collaborazioni con i quotidiani locali e nazionali, ha tratteggiato una fotografia sincera e obiettiva della società odierna, raccontando le fragilità e le problematiche sociali. La seguivo sempre con grande interesse e stima».
E poi Vincenzo Gottardo : « Una donna coraggiosa, una studiosa e psicologa di valore, una scrittrice e opinionista che ha saputo indagare con profondità l’animo umano e la nostra società. Ancora oggi, da allora, ci ispiriamo alle sue esperienze e ai suoi progetti».
E la scrittrice Catena Fiorello Galeano:
«Facevamo cose da ragazzine non prendendoci mai sul serio perché il nostro essere cervellotiche lo consideravamo un ostacolo da superare», scrive su Facebook, postando una foto di lei e la Slepoj come due “ragazzine” divertite scattata nell’isola di Pantelleria. « E abbiamo riso di cose stupide per sentirci “vere”. Ci siamo riuscite. Semmai accedesse di rivederci altrove (mi piace credere che possa accadere) ti prenderò ancora in giro e tu accetterai la mia scemenza onorandola come sempre. Ciao, Vera. Che brutto separarsi senza avviso».
I ricordi, l’affetto, i legami che Vera Slepoj aveva costruito nella sua vita sono un fiume in piena.
La ministra padovana per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Oggi è una giornata di grande dolore. Se n’è andata, così d’improvviso, Vera Slepoj, una persona speciale ma per me, soprattutto, l’amica di una vita. Vera aveva un dono straordinario, sapeva ascoltare, comprendere e “leggere l’anima” delle persone. Con lei ho condiviso gioie, idee, progetti, riflessioni e momenti privati e pubblici che non potrò mai dimenticare. Il suo equilibrio, il suo affetto, la sua profondità di pensiero, la sua generosa disponibilità mi mancheranno. Mancherà alle tante persone che l’hanno conosciuta, apprezzata ed amata. Che ti sia lieve la terra, resterai sempre nel mio cuore».
E Barbara Degani, ex presidentessa della Provincia ne dà un altro spaccato personale, da amica: « Per me Vera era una donna preziosa e stupenda, dalla sensibilità incredibile: verso le donne, verso l’ambiente, verso ogni declinazione della sostenibilità. Aveva ideato il Premio della Terra, l’ultima volta ci eravamo parlate qualche giorni fa per la seconda edizione, prevista a Pompei. Sono amica di suo nipote Federico, è lui che questa mattina mi ha dato la tragica notizia. E’ il fratello della sorella di Vera, che abita a Portogruaro, dove vive anche la mamma centenaria di Vera. Federico è in Italia per caso perché insegna ad Harvard. Federico mi ha raccontato che i suoi due cani sono stati con lei fino all’ultimo».
E ancora Maurizio Saia: «Il periodo in cui ci siamo frequentati è stato molto importante per me, per il nuovo partito che era nato (An) e per la crescita personale e politica delle persone che stavano lavorando al progetto», ricorda, «Ti sentivi sempre libero di parlarle e riusciva sempre a darti una visione, uno spunto, qualcosa che ti avrebbe aiutato. Ricordo che fu Giancarlo Fini a volerla con decisione: mi chiamo – e poi mi scrisse – per suggerirla come assessora: era la punta di diamante del mio partito di cui ero segretario e coordinatore regionale. Era un momento particolare: il gruppo di Fini era pronto ad aprirsi, a dimostrare di avere un futuro, ma restava una parte più chiusa, che non accettava chi non fosse dell’ex Msi. Invece Vera fu un grande acquisto politico. Non si sottrasse alle riunioni e diede un contributo importante. E poi, come dimenticare il suo sorriso: non l’ho mai vista imbronciata, nemmeno se c’erano stati screzi. Sapeva misurare i problemi, portava sempre una ventata di ottimismo: “Adesso risolviamo”. Furono anni straordinari e lei era perfettamente sintonizzata con quello spirito». L'ultimo articolo su Giulia e i femminicidi
Nell’ultimo articolo pubblicato sulle nostre testate Vera Slepoj rifletteva sul femminicidio di Giulia Cecchettin, sei mesi dopo la scomparsa.
Lo ripubblichiamo qui.
Pubblicato su Corriere delle Alpi