Omicidio a Bicinicco: uccide l’amico con coltello, forbici e acido poi chiama i carabinieri
I due, che non sono marito e moglie come sembrava in un primo momento, si erano conosciuti tempo fa. La donna fermata dai carabinieri ha 42 anni ed è di Reana, la vittima aveva 43 anni
OMICIDIO A BICINICCO, COSA SAPPIAMO Stefano Iurigh, 43 anni, è stato trovato morto nella sua abitazione La vittima è stata colpita diverse volte alla testa e al volto con un coltello da cucina e un paio di forbici Fermata Silvia Comello, 42 anni, amica della vittima Il delitto dopo un’accesa lite tra i due: è stata lei a chiamare i carabinieri La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere La vittima era una persona riservata, raccontano i vicini (Video) Le prime parole della donna ai carabinieri: “Satana mi ha ordinato di farlo” (Qui l’articolo)
Che cosa è successo
Una violenta lite, poco dopo le 21 di sabato 4 maggio, e poi le coltellate, diverse, alla testa e al volto, con un coltello da cucina e un paio di forbici. Sul volto dell'uomo è stato gettato anche dell'acido muriatico.
Ad uccidere Stefano Iurigh, residente a Bicinicco, in via Roma, 43 anni, ma originario di San Giovanni al Natisone, dipendente di una ditta esterna che lavora per Fincantieri, è stata l'amica Silvia Comello, 42 anni, residente a Reana del Rojale, che, sabato sera, aveva raggiunto Iurigh nella sua abitazione.
I due, che non sono marito e moglie come sembrava in un primo momento, si erano conosciuti tempo fa. La donna, fermata dai carabinieri, sabato sera si è recata a casa del quarantatreenne e tra i due c'è stata una discussione.
Una violenta lite, poco dopo le 21 di sabato 4 maggio, avvenuta nel soggiorno dell’abitazione, poi le coltellate, alla testa e al volto, con un coltello da cucina e un paio di forbici.
Silvia Comello si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il procuratore capo Massimo Lia fa sapere che “gli elementi principali della vicenda sono già stati accertati anche se vanno ancora chiariti diversi aspetti, a cominciare dal movente dell’omicidio”.
Sono in corso le indagini per far luce sull'omicidio. Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118 e le forze dell'ordine.
La ricostruzione del delitto fatta dai carabinieri
La donna, dopo l’omicidio, ha chiamato il 112, riferendo di aver ucciso l’uomo, suo conoscente. Una pattuglia della compagnia carabinieri di Palmanova è intervenuta prontamente a Bicinicco e ha rintracciato in strada Silvia Comello con ancora indosso gli abiti sporchi di sangue. In una abitazione poco distante, è stato rinvenuto il corpo ormai esanime dell’uomo, che presentava numerose ferite da taglio.
Le indagini svolte dal nucleo investigativo del comando provinciale di Udine, coordinate e dirette sul posto dal Pm Andrea Gondolo, sostituto procuratore della Repubblica di Udine, hanno consentito di ricostruire gli eventi culminati nell’omicidio all’interno dell’abitazione, dove sono stati eseguiti i sopralluoghi da parte dei carabinieri della sezione rilievi.
La donna, alla presenza del proprio difensore, si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del pubblico ministero, che ha poi emesso a carico dell’indiziata il provvedimento di fermo. Dopo le operazioni di fotosegnalamento, la fermata è stata condotta nella casa circondariale di Trieste.
Come si erano conosciuti
Comello, che ha confessato di aver ucciso Iurigh, aveva conosciuto la vittima al Sert, servizio che entrambi frequentavano da anni per gravi problemi di droga. Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate. Al momento per gli investigatori non è tuttavia ancora possibile collocare il movente esclusivamente nel mondo della tossicodipendenza; serviranno riscontri scientifici.
La donna, prima di essere trasferita in carcere, è stata sottoposta a test tossicologici. La medesima procedura sarà eseguita per la vittima nel corso dell'autopsia. Secondo quanto è emerso, la donna nei primi minuti dopo l'arrivo dei carabinieri era in stato confusionale e pronunciava frasi sconnesse. Quando poi è stata raggiunta dal legale di fiducia, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
La vittima non era conosciuta in paese: faceva il manutentore nel settore della cantieristica navale e si recava spesso all'estero. Sì era traferito da poco nel piccolo centro friulano dopo la fine di una lunga relazione sentimentale da cui aveva avuto anche dei figli.
Pubblicato su Corriere delle Alpi