Folla e commozione ai funerali del calciatore morto dopo malore
La fidanzata di Giani 'dovevamo sposarci, non succederà mai'
MONTOPOLI VALDARNO (PISA), 22 APR - Un migliaio di persone al Santuario della Madonna di San Romano (Pisa) per i funerali di Mattia Giani, il calciatore 26enne del Castelfiorentino United morto all'ospedale di Careggi (Firenze) dopo un malore in campo domenica 14 aprile durante una partita in trasferta a Campi Bisenzio. Giani, originario di San Miniato, era andato a vivere da pochi giorni con la fidanzata. Il ricordo della ragazza è il più struggente: "Hai promesso che mi avresti sposato - ha detto Sofia - ma anche se quel giorno non ci sarà mai, le nostre anime saranno sempre assieme. Eri un ragazzo buono e gentile. Sono e sarò sempre fiera di te. Hai lasciato un vuoto incolmabile". "Lo conoscevo sin da piccolo - ha detto il parroco don Marco Casalini - Mi ha sempre colpito il suo sorriso". Don Marco si è rivolto alla famiglia di Mattia chiedendo di "non abbandonare Dio" e poi ai tanti giovani in chiesa, amici, compagni di calcio, compagni di scuola. "Non buttate via la vostra vita", "la domanda che ci stiamo facendo tutti e a cui non sappiamo rispondere è: Perché?", ha anche detto don Marco volendo così dare sfogo al dolore e alla tristezza per una tragedia di cui nessuno si capacita. C'erano il padre Sandro, la madre Debora, il fratello Elia che gioca nel Legnago Salus in C, i parenti e gli amici, oltre alle autorità religiose e istituzionali, dal vescovo di San Miniato don Giovanni Paccosi, ai sindaci di Montopoli in Val d'Arno, San Miniato e Castelfranco di Sotto. A rendere l'ultimo saluto a Mattia tantissime persone che lo hanno incrociato durante la sua carriera da giocatore, allenatori, istruttori, dirigenti e volontari delle società sportive. Sulla bara, oltre ai fiori, alle foto, ai biglietti e ai ricordi del 26enne, c'era una decina di maglie da calcio che aveva indossato durante la sua carriera sportiva, Castelfiorentino United, Empoli, Grosseto, Pisa, Ponsacco, Savona, Real Forte Querceta e Cascina. C'era anche una maglia azzurra della Nazionale. (ANSA).
Pubblicato su Corriere delle Alpi