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Strage di Suviana, è di Adriano Scandellari uno dei corpi ritrovati dai sommozzatori

Il tecnico padovano di Enel Green Power è stato trovato senza vita al piano 9 della centrale idroelettrica a quasi 48 ore dall'esplosione

È stata identificata la quarta vittima della strage di Suviana: si tratta di Adriano Scandellari, 58 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. La moglie è a Bargi. Il suo corpo è stato recuperato questa mattina insieme a quello di un altro disperso, quinta vittima.

Il 58enne di Ponte San Nicolò é morto probabilmente per un trauma da schiacciamento. Fatale, dunque, sarebbe stato il crollo del solaio tra il nono e l'ottavo piano inferiore della centrale idroelettrica di Bargi. E ancora: lui, come quasi tutti gli altri, ha percepito il pericolo e ha provato a mettersi in salvo. Lo hanno confermato Calogero Turturici, comandante dei vigili del fuoco di Bologna, con Giuseppe Petrone, responsabile nazionale del servizio sommozzatori dei vigili del fuoco, e Luigi D'Angelo, direttore operativo per il coordinamento dell'emergenza della Protezione civile. Il particolare è stato evidenziato nella conferenza stampa che ha confermato l'identità della quinta vittima della tragedia di Bargi, Paolo Casiraghi. Sia Scandellari che Bargi sono stati recuperati giovedì mattina, a tre metri l'uno dall'altro, al piano meno nove della centrale. Evidenti, appunto, i traumi da schiacciamento.

Le reazioni Il presidente della Regione: «Vicinanza alla famiglia»

Non ha tardato ad arrivare il cordoglio del presidente della Regione, Luca Zaia: «È una notizia tristissima che apprendiamo con immenso dolore, con lo stesso sentimento di sgomento che viviamo per tutti gli altri lavoratori deceduti e gli altri dispersi in questa immane tragedia. In questo momento ci stringiamo alla sua famiglia e a quelle degli altri Caduti ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza» ha commentato, per poi proseguire: «Sono certo di esprimere il cordoglio di tutti i Veneti. Scardellari, con il suo sacrificio, ha onorato fino in fondo, fino all’estremo, la Stella al Merito del Lavoro». Il vescovo di Padova: «Tempo del dolore»

Anche il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, a nome della Chiesa di Padova e del presbiterio tutto, esprime «profondo cordoglio per la morte di Adriano Scandellari».

«Fino all'ultimo» afferma Cipolla «si è pregato per un miracolo. Ora è il tempo del dolore, della vicinanza alla famiglia e agli affetti e amici più cari, in particolare alla moglie Sabrina e alle due figlie, alla sorella Raffaella e al fratello don Leonardo, nostro presbitero diocesano e all'intera comunità parrocchiale di Ponte San Nicolò, dove Adriano risiedeva ed era particolarmente attivo e presente anche con l'incarico di vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale».

Il vescovo prega «anche per tutte le famiglie delle altre persone morte, ferite e disperse a seguito di questo incidente, che richiama l'attenzione sulle morti sul lavoro: una tragedia che sembra non trovare fine, anzi. Non sappiamo ad oggi le cause e le eventuali responsabilità di questo incidente, che saranno vagliate da chi di competenza, ma si deve fare tutto il possibile perché drammi di questo genere non si ripetano. È tempo di attuare una riflessione forte - conclude - perché il lavoro è uno dei luoghi in cui si esprime la dignità della vita umana».

Il sindaco di Ponte San Nicolò: «Lutto cittadino»

«Sicuramente per Adriano Scandellari faremo il lutto cittadino. Ci saranno delle cose burocratiche da compiere, ma in questo momento l'aspetto umano prevale su tutto». Lo ha detto Martino Schiavon, sindaco di Ponte San Nicolò, la cittadina padovana dove abitava il tecnico riconosciuto quarta vittima della tragedia di Suivana. Schiavon sta rientrando da Bargi, dove aveva accompagnato la moglie di Scandellari, Sabina Greggio, che oggi ha ricevuto la notizia del ritrovamento e ha parlato con le figlie, di 16 e 14 anni. Anche la donna sta tornando a casa. «Purtroppo» ha proseguito il sindaco «è stata una mattinata straziante e scioccante. Il momento in cui sono state chiamate le figlie nel dolore è stato indescrivibile, anche se uno si crede pronto a tutto». «Ora» ha concluso Schiavon «penseremo a un progetto, per la vedova e per le sue bimbe».

Pubblicato su Corriere delle Alpi