Addio a don Lorenzo Dell’Andrea, per trent’anni direttore dell’Amico del Popolo di Belluno
Il sacerdote aveva 93 anni, martedì era stato vittima di una caduta in casa. Fu insegnante al Lollino. La Diocesi lo ricorda come un grande condottiero, “prete con la cravatta” per far breccia in ambienti in cui l’abito talare avrebbe provocato diffidenza
È morto ieri sera (mercoledì 6 marzo) don Lorenzo Dell’Andrea. Il sacerdote era stato ricoverato martedì sera a seguito di una caduta in casa, presto dimesso e ospitato a Casa Padre Kolbe a Pedavena, nella speranza che potesse rimettersi. Aveva 93 anni.
Era nato a Selva di Cadore il 15 dicembre 1930 da Grazioso e Rachele Zampolli. Prese i voti Santa Giustina il 2 luglio 1954: era quindi prossimo al suo 70° anniversario di sacerdozio. Si era laureato in lettere antiche (1954-1959), fu amministratore del Seminario (1959-1962) e mansionario della Cattedrale (1962-1973). Dal 1973 al 1985 fu canonico della Cattedrale; nel contempo è stato apprezzato ed esigente insegnante di latino al Liceo Lollino (1954-1987) e dal 1954 fin quasi alla fine del secolo scorso, iniziatore degli studenti di teologia alle tecniche della comunicazione sociale.
La Diocesi di Belluno-Feltre lo ricorda con l’immagine di un grande “condottiero”: fu presidente dell’Unitalsi e dell’Opera diocesana Pellegrinaggi (1962-1986), consulente ecclesiastico del Ctg (1962-1974); guidò innumerevoli pellegrinaggi in Terra Santa e a Lourdes. Fu artefice della ristrutturazione del Centro Giovanni XXIII e guida dall’Opera diocesana San Martino Vescovo (2001-2014); per trent’anni diresse L’Amico del Popolo (1962-1992); fu responsabile e poi amministratore delegato della Tipografia Piave dal 1962 al 2013 e amministratore unico della Plavis viaggi (1981-2013). Nel 1995 rilevò le quote di Telebelluno e le ridiede vita . «Ne viene il ritratto di un prete che amava indossare la cravatta, perché voleva portare la sua convinzione di fede in ogni ambiente, anche laddove l’abito clericale poteva erigere un muro di diffidenza – si legge nella nota di lutto della Diocesi - Seppe tenersi a lungo aggiornato, intuendo le novità che portavano i media dai caratteri mobili alle possibilità del web».
Pubblicato su Corriere delle Alpi