• Home
  •  > Notizie
  •  > Angelina Jolie: “L’attacco ad Hamas non giustifica il bombardamento di vittime innocenti”

Angelina Jolie: “L’attacco ad Hamas non giustifica il bombardamento di vittime innocenti”

L’attrice interviene sul conflitto israelo-palestinese: «Cessate il fuoco immediato»

«Quello che è successo in Israele è un atto di terrorismo. Ma ciò non può giustificare le vite innocenti perse nel bombardamento di una popolazione civile a Gaza che non ha nessun posto dove andare, nessun accesso al cibo o all’acqua, nessuna possibilità di evacuazione e nemmeno il diritto umano fondamentale di attraversare un confine per cercare rifugio».

Israele Hamas, le news sulla guerra del 29 ottobre

L’attrice Angelina Jolie, da sempre in prima linea sulle questioni umanitarie, interviene così sull'attacco di Israele a Gaza, è intervenuta ieri notte sul dramma della guerra con un duro post su Instagram. «Come milioni di persone in tutto il mondo -scrive l’attrice premio Oscar- ho passato le ultime settimane turbata e arrabbiata per l'attacco terroristico in Israele, per la morte di così tanti civili innocenti, chiedendomi come aiutare al meglio. Anch'io prego per il ritorno immediato e sicuro di ogni ostaggio, e per le famiglie che sopportano il dolore inimmaginabile per l'omicidio di una persona cara. Soprattutto, i bambini assassinati e i tanti bambini ora rimasti orfani».

Per 20 anni, la Jolie ha lavorato con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, conducendo una campagna a sostegno delle persone costrette a sfollare in tutto il mondo. Si è unita per la prima volta nel 2001 come ambasciatrice di buona volontà delle Nazioni Unite e poi nel 2012 è stata nominata inviata speciale. L’anno scorso si è dimessa dal suo ruolo presso l’Unhcr. «La mia attenzione è rivolta alle persone sfollate a causa della violenza in qualsiasi contesto sia», si legge nella dichiarazione di Jolie. «Gaza ha una popolazione di oltre 2 milioni di persone (la metà dei quali bambini), che vivono sotto un duro blocco da quasi due decenni, oltre a decenni di sfollamenti e di apolidia. I pochi camion di aiuti che stanno arrivando sono una piccola parte di ciò che è necessario (e veniva consegnato quotidianamente prima dell'attuale conflitto), e i bombardamenti stanno causando ogni giorno nuovi e disperati bisogni umanitari. La negazione degli aiuti, del carburante e dell'acqua sta punendo collettivamente un popolo. L'umanità chiede un cessate il fuoco immediato. Le vite palestinesi e israeliane - e le vite di tutte le persone a livello globale - contano allo stesso modo».

Pubblicato su Corriere delle Alpi