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Strage di Mestre, si indaga sullo stato del guardrail: vecchio e arrugginito

Le condizioni delle barriere di sicurezza del cavalcavia della Vempa, le foto in rete, le accuse dell’Associazione Vittime Incidenti Stradali sul Lavoro: «Protezioni vetuste e inadeguate». Da un mese il manufatto è al centro di un cantiere da 5 milioni

MESTRE. Il guardrail divelto. La ringhiera sbriciolata e a penzoloni. E poi il vuoto, un salto di dieci metri. Quelle che dovevano essere barriere di protezione si sono rivelate fragili, fragilissime. Impossibile reggere il peso del bus. Stando ai primi rilievi, non ci sarebbero nemmeno segni di frenata sull’asfalto.

Il giorno dopo la strage di Mestre – con 21 vittime e numerosi feriti – in molti si interrogano sulle condizioni del guardrail e sull’eventualità che, se non fosse stato vecchio e arrugginito, forse qualcosa sarebbe potuto cambiare nella terribile serata del 3 ottobre.

L'avvocato Domenico Musicco, presidente della onlus «Associazione Vittime Incidenti Stradali sul Lavoro e Malasanità», centra il punto: «Le indagini dovranno accertare le cause che hanno portato all'incidente, ovvero un malore dell'autista o un problema tecnico. Si deve tuttavia già osservare che poco o nulla era stato fatto per prevenirlo. Mi riferisco al guardrail sfondato dal mezzo, che già ad prima vista appare di tipo vecchio e comunque totalmente inidoneo a garantire la sicurezza su un tratto di strada pericoloso come quello. Si tratta infatti di un viadotto di grande percorrenza. Questo aspetto è già sicuramente al vaglio degli inquirenti e sarà oggetto di consulenze».

«A dieci anni dalla tragedia di Avellino», conclude il penalista, «dove morirono quaranta persone a bordo di un pullman precipitato dal viadotto Acqualonga, ci troviamo così di nuovo a piangere oltre venti morti per protezioni vecchie e inadeguate».

Martedì 3 ottobre a Mestre, l’autobus dei turisti ha per primo sfondato il guardrail che delimita la carreggiata stradale da un percorso protetto per ciclisti e pedoni. Subito dopo ha sfondato anche la recinzione che separa il percorso protetto dal vuoto sui binari e l’area sottostante.

In rete e sui social girano immagini che mostrano il cavalcavia tra Mestre e Marghera – e in particolare il guardrail e la ringhiera – come un’opera vecchia e fatiscente. Nel tempo si sono susseguiti numerosi interventi sul manufatto che è stato costruito in varie fasi e ha tra 50 e 70 anni. Ma non interventi generali, bensì solo rattoppi.

Il primo, vero intervento sul cavalcavia è iniziato giusto un mese fa, ai primi di settembre. Nella fase 1, i cantieri stanno interessando circa 250 metri della corsia di marcia dal lato della stazione ferroviaria, nella prima parte di manufatto in uscita da Venezia in direzione Marghera/Tangenziale. Così fino a dicembre, quando il cantiere si sposterà sul lato di Marghera. L’intervento è finanziato in parte con fondi Pnrr per 5,7 milioni e durerà 600 giorni.

“Le principali lavorazioni del primo stralcio riguardano la parte superiore del cavalcavia, e consistono nel rifacimento dei cordoli, nell’adeguamento della piattaforma e delle barriere stradali, nella sostituzione dei giunti di dilatazione e nella predisposizione del nuovo impianto di illuminazione”, si legge in una nota del Comune che annunciava i lavori, “Per quanto riguarda il secondo stralcio, sostanzialmente sono previsti interventi all’intradosso, ed in particolare l’installazione di ritegni sismici, il risanamento dei pulvini e il rinforzo di alcune pile, il rinforzo della soletta degli impalcati, e la demolizione del fabbricato in appoggio al cavalcavia”.

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Pubblicato su Corriere delle Alpi