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Ucciso a coltellate, giallo sulla morte di un 53enne a Roma. Forse un regolamento di conti

Questo è solo l’ultimo di una serie di omicidi avvenuti negli ultimi mesi a Roma

ROMA. Ancora un omicidio a Roma. Un uomo di 53 anni è morto dopo essere stato accoltellato alla schiena questa notte in via Singen, a Pomezia. Sul posto i carabinieri della stazione di Roma Tor de Cenci e i sanitari del 118. L'uomo è deceduto dopo essere stato portato al pronto soccorso della clinica Sant’Anna di Pomezia. Sul posto sono stati eseguiti i rilievi da parte del Nucleo Investigativo di Frascati che conduce le indagini assieme ai carabinieri della compagnia di Pomezia.

Questo è solo l'ultimo di una serie di omicidi avvenuti negli ultimi mesi a Roma. Un uomo, probabilmente originario del Pakistan, era stato colpito alla gola in strada alle 21 il 26 luglio scorso in via della Domus Aurea, nel quartiere romano Esquilino. L'uomo era morto sul colpo. Sul posto polizia e carabinieri. L'aggressore sarebbe fuggito via. Indagini in corso.

Quello avvenuto questa un mese fa era solo il penultimo degli omicidi che hanno sconvolto la Capitale. Era arrivato a distanza di un mese da quello di Michelle Maria Causo, la 17enne barbaramente uccisa a Primavalle. E nei primi mesi del 2023 non era andata meglio. Fino a marzo, infatti, erano stati 19 gli omicidi. E in cinque mesi e mezzo erano state ben 9 le donne uccise. Sette uccise nelle due stragi di Prati e Fidene, da Giandomenico De Pau e Claudio Campiti. E poi Martina Scialdone colpita a morte dall’ex fidanzato Costantino Bonaiuti, e Naomi Cabral, trans strangolata in un albergo sul litorale di Ardea dal suo ultimo cliente, Mirko Angeloni.

Una lunga scia di sangue che è andata peggiorando nel 2023: cinque delitti a febbraio, altri tre a marzo. Non solo. Nello stesso periodo sono stati una quindicina i ferimenti a colpi di pistola. In questo caso al centro c'è l'ambiente della malavita. Tra questi spiccano senza dubbio quelli di Antonio Da Ponte e della moglie, colpiti a Castel Porziano, e ancora i due ragazzi con precedenti per droga a Morena, Alessandro Corelli e Simone Daranghi, e infine il boss del Tufello, Marco Canali, sorpreso nel sonno nella sua abitazione. Ma ce ne sono stati anche altri, a conferma del fatto che la pax mafiosa nella Capitale sta scricchiolando. Agguati e regolamenti di conti riportano la città indietro nel tempo, al 2011, che si concluse con ben 52 omicidi.

Pubblicato su Corriere delle Alpi