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Ecuador, ucciso uno dei candidati alle presidenziali: Villavicencio. Il delitto rivendicato da un gruppo legato ai narcos

Aveva 59 anni. L’attentato, avvenuto a colpi di pistola, al termine di un comizio a Quito. Le elezioni confermate per il 20 agosto

Fernando Villavicencio, tra gli otto candidati alle presidenziali dell'Ecuador, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco durante un evento elettorale nella capitale ecuadorena di Quito. Lo ha confermato il presidente Guillermo Lasso facendo riferimento al fatto che dietro all'uccisione di Villavicencio ci sia la criminalità organizzata. Villavicencio, 59 anni, giornalista, era il candidato alle presidenziali del movimento Build Ecuador. Le elezioni si tengono il 20 agosto. La polizia ha riferito che altre persone sono rimaste ferite, tra cui alcuni agenti. Il presidente ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre la presidente del Consiglio elettorale nazionale, Diana Atamaint, ha confermato la data delle elezioni. Secondo quanto riferito dai media locali, le votazioni, previste per il 20 agosto, si terranno e non sono sospese.

A rivendicare il delitto è stata l’organizzazione criminale Los Lobos: lo riporta il media spagnolo La Razon. In un video su Twitter la banda legata al cartello narcos di Jalisco, minaccia anche altri politici del Paese, tra cui Jan Topic, che corre per la presidenza. Il video mostra una ventina di uomini incappucciati: uno di loro legge una nota a nome dei leader del gruppo e avverte il popolo ecuadoriano che prenderanno misure forti contro i politici corrotti che non mantengono le promesse o usano milioni di dollari per finanziare le campagne elettorali.

«Vi assicuro che questo crimine non rimarrà impunito – ha riferito Lasso in una nota –. La criminalità organizzata è andata troppo oltre, ma sentiranno tutto il peso della legge». L'ufficio del procuratore generale dell'Ecuador ha detto che un sospettato dell'assassinio di Villavicencio è morto per le ferite dopo essere stato arrestato dalle autorità. In alcuni video sui social si vede Villavicencio lasciare l'evento elettorale circondato dalle guardie. Il 59enne entra poi in un camion bianco e seguono alcuni colpi di arma da fuoco. Le informazioni che sono state confermate all'Associated Press da Patricio Zuquilanda, consigliere della campagna di Villavicencio. Zuquilanda ha riferito che il candidato aveva ricevuto minacce di morte prima della sparatoria, che aveva denunciato alle autorità e portato a un arresto. Villavicencio è stata una delle voci più critiche contro la corruzione, soprattutto durante il governo dell'ex presidente Rafael Correa dal 2007 al 2017. Ha presentato numerose denunce contro membri di alto rango del governo Correa, anche contro lo stesso ex presidente.

La condanna unanime

La condanna dell'attentato contro il 59enne, delfino dell'attuale presidente Guillermo Lasso, è stata unanime anche da parte dei suoi avversari alla corsa alla presidenza. La favorita assoluta dei sondaggi, Luisa Gonzalez, candidata del partito dell'ex presidente Rafael Correa, ha manifestato la sua «indignazione» affermando che la morte di Villavicencio «è un lutto per tutti». Allo stesso modo il candidato del movimento indigenista Pachakutik, Yaku Peréz, in corsa per il ballottaggio, ha manifestato il suo cordoglio e ha affermato che «l'Ecuador non merita nessun'altra morte». «È il momento di unirci e recuperare la pace», ha detto. Il candidato indipendente di centrodestra, Otto Sonnenholzner, ha condannato l'attentato sostenendo che «il Paese è sfuggito di mano» al governo. Le elezioni presidenziali si disputeranno il 20 agosto nel contesto di una grave crisi della sicurezza provocata dalla presenza sempre più forte dei cartelli della droga nel Paese.

Lo stesso Villavicencio aveva denunciato nei giorni precedenti l'attentato di aver ricevuto minacce concrete da parte di un leader del narcotraffico di nome José Adolfo Macías Villamar, alias “Fito”. Il governo uscente del presidente Guillermo Lasso ha cercato fino ad oggi di gestire la grave situazione con un massiccio dispiegamento di militari e con misure straordinarie di ordine pubblico mirate su alcune province, ma senza risultati concreti.

Pubblicato su Corriere delle Alpi