Due naufragi di migranti a sud di Lampedusa, una donna e un bimbo trovati morti in acqua. I superstiti: “Ancora 30 i dispersi”
Salvati dalla Guardia Costiera altri 57 disperati. Sull’imbarcazione viaggiavano persone fuggite da Costa d'Avorio, Gambia, Guinea, Mali e Senegal
Sono due i naufragi avvenuti nelle ultime ore al largo di Lampedusa, con una trentina di dispersi. Dopo lo sbarco sull'isola, nella tarda serata di ieri, di 57 migranti e due cadaveri (una donna e un bimbo) ripescati dalle motovedette della Guardia costiera, i mediatori dell'Oim, sentendo i superstiti, sono riusciti a ricostruire che le barche colate a picco sarebbero due. La prima carretta aveva a bordo 48 migranti, 45 dei quali sono stati salvati. Stando ai loro racconti, vi sarebbero 3 dispersi. Sul secondo natante c'erano invece 42 subsahariani, 14 dei quali recuperati. I dispersi dovrebbero essere circa una trentina.
I militari della Guardia costiera hanno già recuperato il cadavere di una donna è quello di un bambino di circa un anno e mezzo annegati in seguito al naufragio avvenuto nel pomeriggio, a circa 23 miglia Sud-Ovest da Lampedusa. Le due salme sono giunte, a bordo di due diverse motovedette, a molo Favarolo. Sono complessivamente 57 i naufraghi e dovrebbe esserci ancora un disperso, forse un minore. I primi a sbarcare sono stati 29 uomini e il cadavere di un bimbo di un anno e mezzo della Costa d'Avorio. Poi sono giunti, con una seconda motovedetta, altri 28 migranti, fra cui 10 donne, compresa la mamma del piccino che ha perso la vita annegando. Assieme a loro anche la salma della donna ivoriana che è stata ripescata, già morta, in mare. Fra i superstiti c'è il marito. I 57 migranti sono, stando alle loro dichiarazioni, originari di Costa d'Avorio, Gambia, Guinea, Mali e Senegal. Una sorte migliore hanno avuto invece un gruppo di profughi riusciti a mettersi in salvo dopo che il barchino su cui viaggiavano s'è schiantato, nella tarda serata di ieri, contro gli scogli della maggiore delle Pelagie. Bloccati sulla costa - di fronte il mare in tempesta e onde di 4 e 5 metri e alle spalle una scogliera di 140 metri impossibile da scalare - in 20 sono prigionieri della rupe di Ponente. I migranti in salvo, tutti adulti, sono riusciti ad arrampicarsi su una piccola insenatura dove dovranno restare almeno fino a domattina. Le motovedette della Guardia costiera, le Cp327 e Cp762, non sono riuscite ad avvicinarsi, né durante la notte, né nel corso della giornata. I tentativi sono stati tanti, ma soccorrerli per i militari è stato impossibile. Per l'intera giornata, s'è aspettato un momento di sosta, di attenuazione delle onde, che però non c'è stato. I vigili del fuoco, a partire dalla tarda mattinata, e dopo innumerevoli sforzi, sono riusciti a calare dall'alto i sacchetti con viveri, bottigliette d'acqua e delle coperte termiche. Le temperature si sono abbassate anche a Lampedusa e il Maestrale, arrivato a 30 nodi, è, in quel punto chiamato "All'Acqua", molto forte. Impossibile, proprio a causa del vento, che ha anche rallentato gli sbarchi - oggi sono stati 4, con un totale di 325 migranti- far intervenire un elicottero per imbracare e sollevare le persone. Intanto non molto distante, in centro abitato, Lampedusa è tornata a celebrare la vita: una 32enne ivoriana, durante la notte, ha partorito al Poliambulatorio. Eli, il piccolo di 2,8 kg, è il secondo bambino, figlio di migranti, che viene al mondo a Lampedusa nell'arco di 2 anni.
Pubblicato su Corriere delle Alpi