Ancora niente carcere, il pirata che ha ucciso Chris finisce ai domiciliari. Il pm: «Così non c’è pericolo di reiterazione»
Davide Begalli, 39 anni, ha scritto una lettera ai familiari del ragazzo: «Non ho potuto impedire questa tragedia, non odiatemi»
E’ stato arrestato ma non andrà in carcere Davide Begalli, 39 anni, di Negrar, il pirata della strada che ha travolto e abbandonato morente il tredicenne Chris Abom. Sono andati a notificargli l’arresto i carabinieri di Negrar, sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal pubblico ministero Elvira Vitulli. I reati contestati sono omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. L’autorità giudiziaria ha ritenuto che i domiciliari fossero comunque una misura sufficiente per impedire la reiterazione del reato. Qualche ora prima il trentanovenne, attraverso il suo avvocato Massimo Dal Ben del foro di Verona, aveva inviato una lettera ai genitori del giovane morto dopo essere rimasto per più di un’ora abbandonato a bordo strada.
“La mia vita è finita nell’istante in cui è finita quella di vostro figlio. Quello che mi rimane da vivere merito di viverlo nel tormento e nel dolore per quello che è successo. Non vi chiedo perdono, vi supplico di non odiarmi e di credere che non ho potuto impedire questa tragedia. Vi auguro di trovare la pace che io non avrò mai”. Poche righe rivolte alla famiglia, nel tentativo di spiegare il suo stato d’animo. Era stata proprio la mamma di Chris, Diana, a rivolgersi all’automobilista che prima ha straziato suo figlio e poi ha tirato dritto senza chiamare i soccorsi. “Voglio vederlo in faccia e chiedergli perché”, aveva detto disperata, il giorno dopo la tragedia.
Nelle prossime ore il magistrato che coordina l'indagine disporrà l'autopsia sul corpo del giovane calciatore, che avrebbe compiuto 14 anni il prossimo 2 settembre. Intanto il parroco di Negrar ha già concordato con la famiglia la data del funerale, che sarà celebrato sabato 12 agosto nella chiesa del comune della Valpolicella.
Per aiutare la famiglia Abom la Polisportiva di Negrar ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi da donarle. “Un modo per far sentire ai genitori di Chris la nostra vicinanza”, ha spiegato il presidente Matteo Zanotti. “Stiamo organizzando un ritrovo per i ragazzi del gruppo frequentato da Chris, perché c'è bisogno di sostegno e di stare insieme in questo momento doloroso”.
«Preferirei essere morto io, al suo posto, credetemi», ha detto il 39enne in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
«Non sono scappato: io quel ragazzino non l'ho proprio visto. Vi pare che se mi accorgevo di aver investito una persona, poi me ne andavo via come niente fosse?». L'uomo, che abita con la fidanzata a poca distanza dal luogo dell'investimento, ha raccontato di «non mangiare e non dormire». Secondo il 39enne investitore l'incidente sarebbe avvenuto alle 21.40 (in questo caso Chris sarebbe rimasto accasciato a terra quasi due ore prima che scattassero i soccorsi), «ho sentito un colpo, mi sono fermato, sono sceso, mi sono guardato intorno e non ho visto nulla. Pensavo di avere sbattuto contro un cartello stradale, perché poco lontano ce n'è uno tutto accartocciato».
L'uomo in passato era stato denunciato per guida in stato di ebbrezza: «Si tratta di un errore di gioventù: avevo vent'anni» e, assistito dall'avvocato Massimo Dal Ben, ha confidato di aver deciso di scrivere una lettera ai genitori di Chris: «La darò al mio avvocato perché la consegni. Scriverò che mi dispiace. E che non l'ho fatto apposta a lasciare solo il loro bambino».
Pubblicato su Corriere delle Alpi