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È morta Gloria: suicidio assistito in casa, con l’autosomministrazione del farmaco

Per la prima volta in Italia tutto il necessario per compiere l’estremo gesto è stato fornito al paziente dall’azienda sanitaria

La signora «Gloria», paziente oncologica veneta di 78 anni, è morta ieri alle 10.25: la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l'aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. Lo rende noto L'Associazione Luca Coscioni. «Gloria» è, inoltre, la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell'azienda sanitaria.

Per Gloria l'iter di verifica delle modalità e condizioni per accedere al suicidio assistito è durato circa sei mesi. La donna è stata seguita dall'associazione Luca Coscioni, a cui si era rivolta nel novembre del 2022. Gloria, come ha appurato l'azienda sanitaria, ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere alla morte assistita, dopo una patologia oncologica irreversibile che le produce atroci sofferenze. Il via libera dal comitato etico dell'azienda sanitaria era arrivato nel marzo di quest'anno, ad aprile è stato poi comunicato quale farmaco la donna avrebbe potuto utilizzare. L'azienda ha poi deciso di fornire alla paziente tutto quanto fosse necessario per somministrarsi da sola, autonomamente, il farmaco. "Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l'aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l'ultima parola per me sarà che la vita è bella e che sono stata libera fino alla fine», aveva detto Gloria.

Dall'associazione Luca Coscioni è arrivato il riconoscimento che la Regione Veneto «si distingue per la corretta applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato, che rende non punibile l'aiuto al suicidio a determinate condizioni».

Pubblicato su Corriere delle Alpi