Rivolte in Francia, resta in carcere il poliziotto autore dello sparo mortale contro il diciassettenne Nahel. Il Paese in fermento per la morte di Mohamed, la moglie: “Stava solo facendo foto”
Durante gli scontri del 27 giugno scorso l’agente esplose un colpo verso l’auto durante un controllo stradale. L’accusato: «Non ho mai detto la frase “Ti prendi una pallottola in testa”. Ho sparato perché mi sentivo accerchiato»
La corte d'appello di Versailles ha deciso oggi di mantenere in custodia cautelare il poliziotto autore dello sparo mortale contro Nahel, il ragazzo di 17 anni ucciso il 27 giugno a Nanterre, alle porte di Parigi, durante un controllo stradale: è quanto riferiscono fonti vicine all'inchiesta citate dalla France Presse.
Il motociclista della Police Nationale è indagato per omicidio volontario. Incarcerato nel penitenziario parigino di La Santé, è apparso in videoconferenza durante un'udienza della Chambre de l'Instruction di Versailles.
L'agente della polizia francese ha escluso dinanzi agli inquirenti di aver pronunciato la frase: «Ti prenderai una pallottola in testa». E’ quanto scrive il quotidiano Le Parisien, che oggi rivela i verbali della testimonianza dell'agente.
Nel corso dell'interrogatorio presso l'Ispettorato Generale della Polizia Nazionale (Igpn), Florian M, 38 anni, assicura di aver gridato a Nahel di spegnere il motore e conferma di aver colpito più volte il parabrezza dell'auto «per richiamare l'attenzione del conducente».
Nega invece di aver detto all'adolescente ucciso «ti prenderai una pallottola in testa». Dopo l'analisi di prove video diffuse sui social network, l'Igpn spiega di averlo sentito gridare «Spegni, spegni» (il motore,ndr,). Ci sarebbe però una terza voce, «possibilmente attribuibile» ad un collega poliziotto di Florian M, che avrebbe effettivamente gridato: «Ti prenderai una pallottola in testa», secondo il rapporto consultato da Le Parisien.
Florian M ha spiegato che nel giorno della tragedia, il 27 giugno, era al suo «nono giorno di lavoro consecutivo». Dichiara inoltre di essersi sentito accerchiato, stretto tra il veicolo Mercedes su cui si trovava Nahel e un muretto dietro di lui. Dice di aver aperto fuoco perché temeva che Nahel potesse ripartire con l'auto mentre il suo collega si trovava con la testa e la parte superiore del corpo protesa all'interno dell'abitacolo.
Intanto la Francia sembra tornare con fatica alla normalità sul fronte delle proteste violente. Otto giorni dopo l'uccisione di Nahel , la notte scorsa, ci sono comunque stati 20 arresti e un poliziotto ferito, secondo quanto ha fatto sapere il ministero dell'Interno. Un edificio è stato danneggiato e 81 tentativi di incendi sono stati riscontrati sulle strade del Paese, con obiettivi le auto parcheggiate e i cassonetti della spazzatura.
Ottimista comunque il presidente Macron che afferma: «L'ordine è stato ristabilito». Macron ha anche annunciato che verranno prese «decisioni profonde nelle prossime settimane che dureranno nel tempo». E ha parlato di un «problema di autorità nella società che comincia dalle famiglie».
Ma proprio in queste ore c’è la mobilitazione per organizzare a Marsiglia la «Marcia bianca» per Mohamed, anch’egli vittima di scontri con la polizia. La notte del 3 luglio il ventisettenne padre di famiglia è morto nel centro di Marsiglia proprio a margine delle rivolte seguite all'uccisione di Nahel.
Il caso Mohamed è al centro di una duplice inchiesta della giustizia e dell'Ispettorato di polizia (Igpn). Tra le ipotesi quella che un poliziotto abbia sparato con un'arma antisommossa (di tipo flash-ball). Mohamed era sul suo motorino e riprendeva foto e video dei furiosi scontri di Marsiglia. Secondo la procuratrice di Marsiglia, Dominique Laurens, è morto per uno «shock violento a livello del torace» causato da un proiettile di tipo flash-ball in dotazione della Police Nationale.
Sui social si moltiplicano gli appelli a partecipare alla marcia bianca «organizzata dai famigliari» di Mohamed questo pomeriggio alle ore 18, nel quartiere d'Air Bel, nell'undicesimo arrondissement di Marsiglia.
«Mohamed non era un casseur. Non faceva nulla di male. Stava soltanto riprendendo delle immagini. Io dico che è stato un poliziotto a sparargli», ha detto la moglie.
«A mio parere, è stato un poliziotto a sparargli adosso. Lo ha visto mentre stava filmando, ha sparato con un flash-ball», ha proseguito la vedova del giovane uomo. La coppia aveva un bambino ed era in attesa di un secondo.
Oltre a Marsiglia, la Francia si prepara ai molti cortei annunciati per questo sabato in tutto il Paese. Circa 90 organizzazioni di sinistra, tra cui i partiti La France Insoumise (LfI) ed Europe-Ecologie-Les Verts (Eelv) nonché i sindacati CGT e Solidaires, hanno indetto «cortei civici» per esprimere «lutto e collera» e denunciare le politiche ritenute «discriminatorie» nelle periferie della République.
Dopo la morte di Nahel, le organizzazioni chiedono, tra l'altro, che «il governo si assuma le proprie responsabilità e dia risposte immediate per uscire dallo scontro», si legge in una nota diffusa dal sindacato Solidaires.
Tra le riforme invocate da sindacati, associazioni e partiti politici di sinistra c'è anche una «profonda riforma della polizia, delle sue tecniche di intervento e dei suoi armamenti».
Pubblicato su Corriere delle Alpi