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Femminicidio di Primavalle, fiaccolata in ricordo di Michelle. La mamma: “La droga non c’entra”. L’urlo del papà: “Dov’è lo Stato?”. Presenti Gualtieri e Rocca, malore per il fidanzato

Dopo la confessione del 17enne, contestate le aggravanti di vilipendio e occultamento di cadavere: rischia 20 anni. Il nonno della giovane: «Impossibile che quel ragazzo abbia fatto tutto da solo»

ROMA. È iniziata ora, dal liceo Gassman di Primavalle, la fiaccolata per Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa mercoledì scorso e gettata in un carrello accanto ai cassonetti. In cima al corteo il nonno e la mamma della ragazza, raggiunti ora dal papà. Tutti con le candele in mano, molti i fiori, tantissimi i ragazzi e i compagni di scuola, qualcuno in lacrime. La fiaccolata procede in silenzio e in ordine. Oltre a fiori e candele, ci sono anche palloncini bianchi e rossi. Uno striscione sulla ringhiera della scuola con la scritta «Con Michelle nel cuore, vittime mai più. Il sindaco di Roma Gualtieri e il presidente della Regione Francesco Rocca, dopo aver depositato una corona di fiori nel luogo dove è stata uccisa la 17enne, hanno partecipato alla fiaccolata. Il padre di Michelle ha detto a Rocca e Gualtieri: «Qui sono tutti ragazzetti puliti. Il quartiere non c'entra niente». E ancora, riferendosi plausibilmente al presunto assassino: «Possibile che non si faccia una legge per sta gente?». Infine, parlando di Michelle: «Il problema è che era troppo buona, non vedeva il male».

I compagni di classe: la giustizia faccia il suo corso

«Troppo spesso leggiamo queste notizie e restiamo esterrefatti, ma sentire questo dolore sulla pelle è insopportabile. Noi della terza C confidiamo che la giustizia, la legge faccia il suo corso, non solo in nome tuo ma di tutte le vittime di femminicidio». Un compagno di classe di Michelle, durante la fiaccolata in sua memoria a Primavalle, ha letto commosso un intervento davanti anche agli esponenti delle istituzioni - Roberto Gualtieri sindaco di Roma e Francesco Rocca presidente della Regione Lazio - oltre che ai familiari della ragazza e a centinaia di residenti del quartiere e di giovanissimi. Un'altra compagna di classe ha aggiunto: «Il tuo posto in classe non verrà occupato, non ti dimenticheremo».

L’urlo del papà: dov’è lo Stato?

Qualche momento di tensione davanti al luogo dove e' stata ritrovata uccisa la giovane Michelle. Il padre ha urlato in romanesco: «Dove sta lo Stato? Avevano detto che sarebbero venuti, ndo stanno? Michelle poteva morire qua come poteva morire ai Parioli o nel centro storico. Lo scemo del villaggio c'è dappertutto. Non ve la prendete con il quartiere». Qualche momento di tensione con i giornalisti, c'è chi ha urlato di andare via e chi ha buttato un po' d'acqua su un cameraman che riprendeva la madre davanti ai fiori e agli striscioni appesi per ricordare la 17enne uccisa mercoledì scorso. In uno striscione si legge «Fai buon viaggio piccolo amore mio». La madre ha chiesto a gran voce ai giornalisti di fare un passo indietro e di rispettare il dolore dei familiari. «Vi chiedo di non girare adesso, la diretta tv può aspettare, rispettate questo momento di dolore».

Il sindaco Gualtieri: porto dolore di tutta la città

«È un momento importante, doloroso ma necessario. Credo ci siano poche circostanze più tristi e dolorose di trovarsi a piangere una ragazza nel fiore degli anni, strappata alla vita da chi l'ha uccisa barbaramente. Sono qui a esprimere il dolore di tutta la città, l'affetto di tutte le romane e i romani a tutti i familiari, gli amici, i suoi compagni, che la ricordano come una persona gioiosa, una giovane donna che non meritava di conoscere questa terribile violenza». Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha partecipato a Primavalle alla fiaccolata in memoria di Michelle Causo.

I residenti: noi abbandonati, ci chiamano Bronx e il sindaco viene solo ora

«Viene oggi che hanno ucciso una ragazzina e l'hanno abbandonata nel cumulo di rifiuti che qui non ritira mai nessuno. Oggi che dovremmo dirgli noi? Nessuno delle istituzioni si è mai preoccupato di ripulire il quartiere, di creare degli spazi per questi ragazzi». Tra i residenti di Primavalle che oggi si sono ritrovati per la fiaccolata in ricordo di Michelle Causo, c'è malumore e rabbia. Se la prendono con le istituzioni, a cominciare dal sindaco Gualtieri, presente col governatore Rocca alla fiaccolata organizzata dalla scuola della 17enne. «Siamo abbandonati da tutti, in primis da chi dovrebbe tutelarci - dicono - E oltretutto dipingono il nostro quartiere come il Bronx, come un covo di criminali».

Malore per il fidanzato di Michelle

Un lieve malore ha colpito il fidanzato di Michelle durante la fiaccolata in sua memoria a Primavalle. Il ragazzo, che si trovava in testa al corteo, forse anche per il caldo, si è sentito male. Allora le persone radunate sono state chiamate a fare spazio in modo da lasciare più spazio al ragazzo. Lui, una maglietta con la foto della fidanzata e la scritta «amore mio», si è seduto e ha ripreso le forze.

La zia Viviana: Michelle sognava di diventare criminologa

«Michelle da bambina aveva un sogno, diventare una criminologa. Per questo aveva preso il liceo Scienze Umane, l'ex psicopedagogico, così poi da proseguire gli studi». Lo racconta all'Adnkronos Viviana, la zia di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa mercoledì scorso a Primavalle. «In famiglia, con mia sorella, ci siamo sempre divise l'educazione dei figli, con lei si confidavano, io cercavo di seguirli nell'istruzione. Speravo si laureasse, come me. E riuscivo a seguirla perché, facendo i turni in Adr dove lavoro nella sicurezza, avevo più tempo libero. La mamma di Michelle, che lavorava come assistente alla poltrona, spesso invece rientrava anche alle nove di sera». Come si è arrivati, allora, alla tragedia? «A novembre scorso è morta mia mamma - spiega - che per Michelle era una mamma. È stata una tragedia improvvisa, l'ha portata via in poco più di un mese un brutto male. Lei, come il fratello, ne ha sofferto tantissimo; ha iniziato a fare diverse assenze a scuola. E nei suoi silenzi c'era tutto il dolore per quella perdita». «Non so però come si sia avvicinata a quel ragazzo e perché - continua - Io non lo conoscevo, e il giorno che è stata uccisa e l'avevo incontrata a casa di mio padre, mi ha detto che stava andando dagli amici».

Contestate aggravanti di vilipendio e occultamento di cadavere

Al 17enne arrestato per l'omicidio vengono contestate anche le aggravanti dell'occultamento e vilipendio del cadavere. Il ragazzo, che si trova attualmente detenuto nel carcere di Casal del Marmo, è accusato di avere ucciso la minore con almeno sei coltellate di cui alcune al collo, all'addome e alla schiena. Nel corso dell'aggressione, secondo quando emerso dall'autopsia, Michelle ha tentato di difendersi.

La mamma: la droga non c’entra nulla

«La droga non c'entra nulla. E allo stesso modo non credo che sia stata uccisa per un prestito, tra l'altro di una cifra tanto irrisoria. Prestava i soldi a chiunque ne avesse bisogno e non li chiedeva mai indietro. Non aveva il valore dei soldi. Non voglio sentire che questo ragazzo, perché minore avrà una pena minore, che sia giudicato come adulto». A dichiararlo è la madre di Michelle, Daniela, che insieme al padre e al nonno della vittima, è arrivata nel liceo Gassman dove gli amici della figlia oggi si sono ritrovati per un corteo. «Ho anche il numero di telefono di questo ragazzo - continua - L'ho visto due, tre volte al massimo. Mi è sembrato un ragazzo sicuramente non fortunato, perché viveva solo con la mamma. La prima cosa che gli chiesi è se studiava, come chiedevo a tutti gli amici di mia figlia. Gli dissi che in questo mondo così difficile senza cultura non si va da nessuna parte». E aggiunge: «La morte di Michelle sia l'ultimo grido di una donna che dice basta alla violenza, agli omicidi».

Il nonno: impossibile che quel ragazzo abbia fatto tutto da solo

«L'ho sempre detto, è impossibile che quel ragazzo abbia fatto tutto da solo. Michelle era bella robusta, lui mingherlino. Come ha potuto sollevarla da solo, a peso morto?». Lo dice Elio, il nonno materno di Michelle. «L'avevamo cresciuta io e mia moglie. Viveva con me, siamo stati nonni e genitori. È una cosa impressionante. Abbiamo già fatto una fiaccolata, c'erano molte persone. Tutti le volevano bene. Michelle era soave, aveva un cuore d'oro. Aiutava le persone, interveniva sempre col sorriso. Credeva nella sua bontà di aiutare delle persone che poi l'hanno uccisa. Non sapevo facesse volontariato, non me lo aspettavo. Quando quel giorno è uscita mi ha detto “nonno non ti preoccupare, mi vedo con degli amici poi torno e ti cucino io”. Poi non l'ho più rivista», ha concluso.

Indagini e accertamenti in corso

Dalle analisi dei cellulari sequestrati nella casa di via Dusmet, a Primavalle, si capirà se il 17enne arrestato per l'omicidio di Michelle Caruso abbia avuto contatti con terzi prima e dopo avere ucciso la ragazza. I pm hanno affidato una consulenza tecnica anche sul telefono della ragazza, trovato sempre nell'appartamento: obiettivo è cercare di capire anche che tipo di rapporto, tramite l'analisi delle chat, avessero i due. Chi indaga vuole accertare, anche grazie ai risultati dell'esame autoptico che verranno consegnati nei prossimi giorni, a che ora risale il decesso e se la morte della ragazza è sopraggiunta in pochi minuti o è stata una lunga agonia.

Pubblicato su Corriere delle Alpi