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Guerriglia in Francia, sotto interrogatorio il passeggero in auto con Nahel ucciso dalla polizia. “Pompiere di 24 anni morto in un rogo”. Oggi raduni anti-violenza

Morto un vigile del fuoco nella notte mentre cercava di spegnere un rogo. Rinviato il faccia a faccia del pomeriggio Salvini-Le Pen: riunione in videoconferenza. Il ministro Darmanin: «Dialogo coi quartieri, fermi con i teppisti»

PARIGI. La polizia francese sta interrogando il terzo passeggero, che era a bordo dell'auto guidata da Nahel, il 17enne ucciso da un poliziotto martedì 27 giugno a Nanterre, in Francia. Intanto è ancora guerriglia, in Francia, dopo la morte del giovane. Nella notte ha perso la vita un vigile del fuoco di 24 anni a Saint-Denis mentre tentava di spegnere un incendio di una vettura in un parcheggio sotterraneo. Lo ha reso noto in un tweet il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, e riportato da Paris Match. Ma l’inchiesta sta cercando di verificare se la tragedia sia effettivamente legata agli scontri di questi giorni. Se così fosse, sarebbe la seconda vittima della rivolta: un altro giovane ha perso la vita nei giorni scorsi, cadendo dal tetto di un supermercato, durante una delle tante manifestazioni francesi. In un tweet la capogruppo del Rassemblement National all'Assemblea Nazionale di Parigi, Marine Le Pen, esprime cordoglio. «Condividiamo il dolore dei suoi cari e il cordoglio di tutte le forze dell'ordine che da cinque notti, con coraggio e sangue freddo, fronteggiano un'ultraviolenza senza limiti».

Vista la tensione che ancora minaccia le piazze, Marine Le Pen ha rinviato il faccia a faccia con il nostro ministro Matteo Salvini: i due si parleranno nel pomeriggio in videoconferenza. Ma dalla violenza – sostiene il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin – qualcosa si deve imparare: «Dobbiamo prenderci un periodo di riflessione per cercare di parlare ai quartieri», pur restando «fermi con i teppisti».

Raduno anti-violenza davanti ai Municipi

Oggi a mezzogiorno, convocato dai sindaci francesi, è previsto un raduno anti-violenza davanti ai municipi delle città. L'Associazione dei sindaci di Francia (Amf) ha invitato la popolazione a «una mobilitazione civica dei cittadini per un ritorno all'ordine repubblicano» a poche ora di distanza dal violento attacco contro la casa del sindaco di Hay-les-Roses, a sud di Parigi, con un'auto-ariete.

Sesto giorno di proteste

Al sesto giorno di proteste e assalti il presidente Macron ha convocato ieri sera un vertice di emergenza e incontrato tutti i sindaci delle 200 città colpite dalle tensioni. Secondo un bilancio ancora provvisorio sono oltre 3000 le persone arrestate dall’inizio delle rivolte. Tutti giovanissimi: l'età media delle persone arrestate è 17 anni. Soltanto ieri sera sono stati fermati 78 ragazzi. Nelle ultime ore non si segnalano più gravi incidenti. Un'auto in corsa è stata lanciata contro l'abitazione del sindaco di L'Haÿ-les-Rose, alle porte di Parigi: e la moglie e uno dei suoi due figli piccoli sono rimasti feriti. In questa tensione la nonna di Nahel rilancia un appello ai manifestanti: «Fermatevi. Non distruggete vetrine, scuole, bus, ci sono delle mamme».

Un agente colpito da un proiettile, salvato dal giubbotto

Un agente di polizia, colpito da un colpo di pistola, è stato protetto dal suo giubbotto anti-proiettilie durante le violenze urbane a Nimes. La procura ha aperto un'indagine per tentato omicidio, scrive Le Figaro. «Una radiografia ha confermato la presenza di munizioni nel giubbotto antiproiettile», il cui calibro rimane da determinare, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Nimes, Cecile Gensac. Nessuno è stato ancora arrestato. Nella notte tra venerdì e sabato, quattro agenti di polizia sono stati feriti da colpi di arma da fuoco a Vaulx-en-Velin, un sobborgo di Lione. La procura di Lione ha aperto un'indagine per «violenza intenzionale con un'arma su persone che detengono il potere pubblico e partecipazione a un gruppo al fine di commettere violenza». E’ partita subito una colletta online per gli aiuti, che in breve tempo ha superato di cinque volte quella per la mamma di Nahel.

Dal nostro governo arriva un appello agli italiani in Francia. «Stanotte la situazione è leggermente migliorata, ma invitiamo gli italiani in vacanza a seguire le indicazioni delle forze dell'ordine e del ministero dell'Interno francesi, evitando di avvicinarsi alle aree dove ci sono gli scontri», dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo ad «Agorà Estate» su Raitre. «La stessa nonna della vittima – ricorda il nostro ministro – ha lanciato un appello, ci si rende conto della strumentalizzazione. Bisogna impedire che la violenza si allarghi a macchia d'olio anche in Svizzera».

Come Tolosa nel 2012

Un appello alla calma in Francia è arrivato arriva anche da Latifa Ibn Ziaten, responsabile dell'Associazione Imad per la gioventù e la pace e madre di Imad Ibn Ziaten, il militare assassinato a Tolosa nel 2012 dal terrorista Mohammed Merah. «Mi voglio rivolgere ai genitori. E' il nostro dovere vigilare sui nostri figli, educarli e soprattuto proteggerli. Tutto quello che sta succedendo è molto grave. So che viviamo in difficoltà e che abbiamo problemi ma la violenza non ci porterà a niente», spiega Latifa Ibn Ziaten in un video postato su Twitter. «Tocca a noi - sottolinea - fare il possibile per vigilare suoi nostri figli, consigliarli. Vi prego. Se vogliamo manifestare dobbiamo essere degni e usciamo tutti insieme per farlo ma senza violenza. La violenza non ci porta a niente. Tutti questi giovani rischiano di finire in carcere e non ci porterà a nulla. Sarà molto complicato e solo dopo ci rammaricheremo. E saremo noi genitori a soffrire di più perché siamo noi i responsabili dei nostri figli. Oggi abbiamo bisogno di voi: aiutate i vostri figli». «Sono con voi. So che c'è una grande frattura ma questa frattura deve essere riparata dallo Stato», spiega ancora Latifa Ibn Ziaten.

L’attacco alla casa del sindaco di un piccolo centro a sud di Parigi

La moglie di Vincent Jeanbrun, sindaco di Hay-les-Roses, piccolo paese a sud di Parigi, ha riportato la frattura di una tibia mentre scappava con i figli, inseguita dai manifestanti dopo che un’auto in fiamme è stata lanciata contro la loro abitazione. Jeanbrun si trovava nella sede del municipio, barricato da filo spinato, quando un gruppo di persone si è radunato davanti a casa sua dove si trovavano sua moglie e i due bambini piccoli.

La moglie del sindaco è stata operata e non potrà camminare per tre mesi. Il primo ministro Elisabeth Borne e il ministro dell'Interno Gerald Darmanin sono andati a L'Hay-les-Roses, dove la casa del sindaco è stata attaccata con un'auto in fiamme. Il primo ministro ha condannato questo tra i «fatti intollerabili». «I colpevoli saranno perseguiti con la massima fermezza», ha detto, esprimendo il suo sostegno al sindaco e alla sua famiglia.

Mélenchon: sindacati di polizia di estrema destra da condannare

Ai microfoni del canale all news francese Lci è intervenuto il leader di «La France Insoumise», Jean Luc Mélenchon: «Chiedo, esigo che i dirigenti di questo Paese condannino i sindacati di polizia di estrema destra come Alliance» che in un comunicato il 30 giugno aveva affermato che di fronte a «queste orde selvagge, chiedere la calma non basta più, bisogna imporla (...) La polizia sta in battaglia perché siamo in guerra. Domani saremo in resistenza e il governo dovrà esserne consapevole».

L’ex premier Valls: “Crollate le istituzioni”

L’ex premier e ministro dell’Interno, Manuel Valls, dichiara: «C'è violenza nella società francese, forse più che altrove in Europa. La Francia è un Paese giacobino, verticale, dove lo Stato è molto forte. La crisi dell'autorità dello Stato porta a rimettere tutto in discussione». A questo «si aggiunge che nelle banlieue si sono concentrati gli immigrati e i loro discendenti, essenzialmente di origine africana. Parte di loro non si è integrata, non si è assimilata, non amano la Francia, le sue istituzioni, i suoi simboli». Non è però, secondo Valls, un tema di povertà: «È stato speso molto denaro, in quei quartieri. Nanterre non è una città povera. Il lavoro c'è». Piuttosto, «sono crollate le grandi istituzioni politiche, il partito Comunista, la Chiesa, i sindacati, le grandi associazioni. Anche i sindaci non hanno più la forza che avevano vent'anni fa. E l'Islam ha preso un ruolo importante, forse eccessivo».

Nelle altre città francesi

A Brest, nella regione di Finisterre, è stata incendiata una concessionaria di auto. A Nanterre le forze di polizia hanno presidiato nella notte il tribunale, per timori. Proprio nella cittadina di cui era originario Nahel si notano ancora per strada le carcasse di molte auto date alle fiamme e ancora non rimosse.

A Rennes ci sono stati scontri tra i manifestanti e la polizia nel centro della città. Lo stesso è avvenuto a Nizza dove c’è stata una ventina di arresti. A Marsiglia si segnalano incidenti in varie parti della città, in particolare lungo le strade che dal centro portano in periferia: un bar-tabacchi è stato saccheggiato e gli arresti sono stati 56. A Lione si segnalano scontri «leggeri» tra giovani e forze dell'ordine, gli arresti sono 22.

Un pullman dell'azienda bolognese di autonoleggio Saca è stato distrutto dalle fiamme nella notte tra giovedì e venerdì nel Comune francese di Tours, circa 200 chilometri a sud di Parigi. L’incendio è collegato alle proteste di questi giorni che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia. Il pullman era utilizzato da un gruppo di turisti emiliani, circa una ventina di persone, partito da vicino Modena mercoledì scorso per un tour tra i castelli della Loira.

Il consolato generale cinese a Marsiglia ha protestato per l'attacco subito giovedì da un bus turistico a Marsiglia durante i disordini e le violenze conseguenti all'uccisione del giovane Nahel. La sede diplomatica si è rivolta alle autorità francesi lamentando l'accaduto. Alcuni cittadini cinesi presenti a bordo sono rimasti leggermente feriti dalle schegge dei vetri andati in frantumi. La Cina esorta i propri cittadini che si trovano in Francia o siano in procinto di andarci ad esercitare la massima vigilanza.

La rivolta contagia anche la Svizzera

Ha contagiato anche la Svizzera la protesta violenta che fa seguito all'uccisione da parte della polizia di un giovane a Nanterre, nella banlieue parigina: la polizia elvetica annuncia che sei adolescenti e un adulto sono stati arrestati per aver danneggiato dei negozi a Losanna. Violenze urbane e saccheggi si sono verificati nel quartiere Flon. Sono stati danneggiati e saccheggiati un negozio della Fnac e un negozio di scarpe. Circa 200 persone hanno poi affrontato le forze di polizia giunte sul posto in assetto anti sommossa. Le persone arrestato sono almeno 7.

Fermi anche a Bruxelles

Un totale di 35 persone, 31 minorenni, sono state fermate e identificate a Bruxelles per avere organizzato una protesta a seguito dell'uccisione del giovane Nahel. Lo riferisce l'agenzia di stampa Belga. Secondo l'agenzia, la polizia di Bruxelles-Ixelles ha effettuato 35 fermi amministrativi, dopo che sui social network erano stati pubblicati inviti a nuove manifestazioni. I partecipanti si sono dati appuntamento nei pressi di una piazza della capitale e, secondo Belga, sarebbero stati sollecitati a turbare l'ordine pubblico. Venerdì la polizia di Bruxelles-Ixelles aveva arrestato 94 persone, e quella della zona nord della capitale belga, 7. Nel caso dei minorenni, spiega ancora Belga, la polizia ha avvisato le famiglie di venire a prendere i giovani.

Netanyahu: “Ondate di antisemitismo in Francia”

«Il governo israeliano segue con apprensione gli episodi e le ondate di antisemitismo che investono la Francia», ha detto il premier Benyamin Netanyahu nella riunione di governo a Gerusalemme. «Abbiamo assistito negli ultimi giorni ad attacchi criminali contro obiettivi ebraici. Condanniamo con forza questi attacchi e appoggiamo il governo francese nella sua lotta all'antisemitismo».

Crosetto: “Siamo vicini a Parigi, violenza inaccettabile”

«Siamo molto vicini al governo francese, perché è una situazione difficile da gestire – dice il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto -. Ci auguriamo che finisca perché non è accettabile la violenza che è scoppiata e che sta colpendo non soltanto la Francia e le istituzioni ma molti cittadini francesi. C'è paura in tutta la Francia. Da fuori non puoi che osservare e augurarti che cessi. Ma questo deve insegnarci qualcosa, perché io penso che le disuguaglianze che si sono create negli ultimi vent'anni vanno affrontate in modo serio. Penso che anche l'Europa deve porsi il tema».

Pubblicato su Corriere delle Alpi