Incendio della palazzina a Roma, il rogo partito forse da un macchinario dei pannelli solari. Un morto, tre feriti gravi e oltre cento sfollati
In uno stabile di 8 piani alla periferia est della capitale. La vittima è Antonio D’Amato, 80 anni
ROMA. Potrebbe essere un macchinario – forse dell’impianto dei pannelli solari – la causa dell’inferno che si è sviluppato venerdì poco dopo le 14, in un pigro primo pomeriggio romano. Un boato enorme, forse due, poi uno scoppio e le fiamme. Il bilancio è drammatico: un morto e tre feriti gravi nel violentissimo incendio in una palazzina di otto piani, in fase di ristrutturazione, nel quartiere Colli Aniene, alla periferia est di Roma. Il corpo di Antonio D’Amato, 80 anni, è stato recuperato dai vigili del fuoco sulle scale del palazzo.
Ancora da accertare con sicurezza le cause della tragedia: inizialmente si era parlato di un’auto, poi è sembrata più accreditata l’ipotesi che il fuoco si sia sviluppato dai materiali dei pannelli solari. Da lì le fiamme avrebbero determinato l’esplosione di alcune bombole di acetilene presenti nel cantiere, che a loro volta avrebbero coinvolto anche l’impalcatura del palazzo e un telo blu presente al secondo piano dello stabile, che in questi mesi era interessato da lavori di ristrutturazione realizzati grazie al bonus 110%, iniziati da alcuni mesi e non ancora completati.
Ancora nulla di certo, ci vorrà tempo. Sicuramente però le fiamme si sono sviluppate in pochi minuti e hanno coinvolto circa sette piani dell’edifico.
La mattina dopo
«I residenti questa mattina sono molto giù dal punto di vista psicologico, stanno prendendo atto di quello che è successo. Nessuno ha dormito nella “tendopoli” che avevamo allestito: tutti hanno trovato un alloggio dai parenti. Noi però la teniamo allestita ancora per qualche giorno», dice il presidente del IV Municipio, Massimiliano Umberti, che da ieri segue da vicino le operazioni di supporto alle famiglie colpite dall'incendio di via D'Onofrio, a Colli Aniene, nel quale è morta una persona. «Da ieri sera - spiega ancora - sono presenti sotto alla palazzina delle pattuglie della polizia e dei carabinieri, su entrambi i lati dell'edificio, per evitare che qualcuno possa rubare negli appartamenti e da stamattina alle 9 è possibile con i vigili del fuoco rientrare nelle abitazioni per recuperare le proprie cose, perché in due palazzine non ci rientrerà nessuno, temo». Stamattina, riferisce ancora il minisindaco, la situazione è di calma apparente: «Sembra tutto tranquillo, ma è tutto bruciato. Ora - riflette - si pone un problema normativo di come aiutarli, perché non si tratta di un palazzo pubblico, ma privato. Credo che debba prendere in mano la situazione il prefetto, che a quel punto potrebbe stanziare dei fondi ad hoc per aiutarli».
Rispetto alla stabilità del palazzo, Umberti riferisce che per fortuna «non è a rischio crollo, però ho visto delle foto dell'interno delle palazzine, e i solai sono crollati». I lavori di ristrutturazione, riporta il minisindaco, riguardavano il cosiddetto 110%: «Dal punto di vista del Municipio - riporta ancora - non ci risultano irregolarità» di ordine burocratico per il cantiere. Sulle ipotesi invece della causa dell'incendio, conclude Umberti, «al momento non ne ho, però escluderei quella di cui si parlava in un primo momento, una macchina bruciata: non c'erano automobili bruciate ai piedi del palazzo».
Fiamme altissime e fumo denso
Uno spettacolo impressionante, con una densa colonna di fumo visibile da buona parte della città. Immediata la macchina dei soccorsi: sul posto si sono riversati tutti i mezzi di soccorso disponibili: quattro autopompe dei vigili del fuoco, due autobotti, due autoscale, carro teli e carro autoprotettori, 118, carabinieri, polizia locale di Roma Capitale e polizia di stato. Presenti sul posto per un sopralluogo anche il pm di turno della procura di Roma e il prefetto Lamberto Giannini.
Pesantissimo il bilancio, in un pomeriggio di fuoco documentato sul web dai video girati dagli abitanti dei palazzi vicini: in tutti spiccano le grida «uscite da lì» rivolte a chi ancora si trovava nel palazzo in fiamme. Tre le scale coinvolte. Su una di queste ha perso la vita Antonio D’Amato, 80 anni, ucciso dal fumo e reso irriconoscibile dalle ustioni.
Altre 17 persone sono rimaste ferite o intossicate e sono state distribuite tra gli ospedali Sant’Eugenio, Umberto I e San Giovanni.
Frenetica l’attività dei vigili del fuoco impegnati nell’ispezione dei singoli appartamenti per verificare che nelle abitazioni ancora chiuse non vi fossero altre vittime della tragedia, mentre nell’area antistante il palazzo in fiamme si raccoglievano quanti sono riusciti a mettersi in salvo scendendo le scale, avvolti da fumo e cenere.
Oltre 100 sfollati oltre alla vittima e ai feriti
A fare il punto dopo la tragedia l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative della capitale Tobia Zevi: «Il palazzo è inagibile e ci sono oltre 100 sfollati – ha spiegato –. La protezione civile di Roma Capitale ha individuato almeno due palestre dove saranno alloggiati gli sfollati per questa notte e anche per domani notte nell’attesa di trovare altre soluzioni, come anche alberghi, da lunedì perché nel weekend sono tutti pieni».
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha rivolto sui social un messaggio alle famiglie: «Mi stringo al dolore della famiglia della vittima – ha scritto il primo cittadino – ed esprimo la mia solidarietà a tutti i feriti. Siamo vicini alle famiglie colpite da questa tragedia e le sosterremo in tutti i modi».
Ci vorranno probabilmente giorni per completare gli accertamenti e verificare la possibilità di fare rientro nelle abitazioni. Mentre spetterà alla procura di Roma la valutazione sul reato da contestare nel fascicolo d’indagine che sarà aperto nelle prossime ore.
Pubblicato su Corriere delle Alpi