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Un’altra vittima della strada a Milano, una ciclista di 39 anni muore investita da una betoniera. Il conducente: “Uccidetemi”

Aperta un’inchiesta per omicidio stradale. Lunedì scorso il sit-in dei ciclisti milanesi davanti al Comune per chiedere strade più sicure. Organizzata per il pomeriggio un’altra manifestazione

Una donna di 39 anni, madre di una bambina di 6, è stata travolta e uccisa da una betoniera mentre era in sella alla sua bicicletta all'angolo tra via Francesco Sforza e Corso di Porta Vittoria nel pieno centro di Milano. Gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Le indagini sulla tragedia sono affidate agli agenti della Polizia locale.

La betoniera, guidata da un uomo di 53 anni, proveniva dalla circonvallazione interna, quando ha girato a destra su corso di Porta Vittoria, travolgendo la ciclista. La Polizia locale ha sottoposto l'autista, sotto choc ma illeso, a test per alcol e stupefacenti, risultati negativi. «Ho ucciso una persona, uccidetemi», avrebbe detto l’uomo agli agenti, secondo quanto riferito da un testimone.

Aperta un’inchiesta per “omicidio stradale”

La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio stradale sulla morte della donna.

Il fascicolo è coordinato dal pm di turno Mauro Clerici che è in attesa dei primi atti delle indagini della Polizia locale. Andranno effettuati tutti gli accertamenti per capire anche a che velocità stesse andando la betoniera e se il guidatore avesse messo la freccia per svoltare. Sarà necessario ovviamente iscrivere il conducente del mezzo nel registro degli indagati.

Il cordoglio del sindaco Sala

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso le sue più sentite condoglianze e la sua vicinanza alla famiglia della donna. «In attesa di conoscere l'esatta dinamica, questo incidente deve farci riflettere perché purtroppo non è la prima volta che ciclisti vengano investiti da mezzi al lavoro. Per questo dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare come istituzioni, imprese e cittadini per impedire che questi drammatici eventi si ripetano - ha spiegato il sindaco -. Ad esempio, possiamo iniziare con il regolamentare l'accesso in città a tutti i mezzi pesanti, limitandolo a quelli dotati di un dispositivo che permetta piena visibilità anche sull'angolo cieco. E implementando altre misure che sono allo studio della giunta».

Un minuto di silenzio

Anche il Consiglio comunale di Milano ha espresso la sua vicinanza alla famiglia della giovane donna di 39 anni, che è stata travolta mentre viaggiava in bicicletta da una betoniera in centro città. La seduta è stata aperta da un minuto di silenzio da parte dell'aula su richiesta del consigliere comunale del Pd Alessandro Giungi. «Mi sembra doveroso ricordarla così - ha spiegato - visto anche che è morta a poche centinaia di metri da qui».

La solidarietà della comunità ciclistica milanese

Fiab Ciclobby e altre associazioni hanno lanciato subito una chiamata: questa sera alle 19 in piazza Mercanti chi vuole potrà unirsi a una biciclettata che arriverà alle 19,30 sul luogo dell'incidente, davanti alla Biblioteca Sormani, per chiedere sicurezza sulle strade.

Legambiente: adesso basta, i camion devono essere dotati di sensori

Legambiente Lombardia ha espresso vicinanza alla famiglia della donna di 39 anni investita e uccisa mentre era in bici da una betoniera nel centro di Milano. «Adesso basta - ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia in una nota - Chiediamo all'amministrazione comunale di emettere ordinanze chiare per chi circola in ambito urbano con i camion, affinché ci si doti di sensori. Poco o niente è stato fatto di fronte agli incidenti che, sempre più frequentemente, si verificano in città. è necessario che si dia il via ai percorsi ciclabili d'emergenza. Una città in cui potersi muovere a piedi o in bicicletta senza rischiare la propria vita, questo deve diventare Milano».

Da tempo Legambiente, comitati e associazioni, chiedono una città in cui si viaggi con il limite di 30 chilometri orari, oltre che percorsi ciclabili per proteggano i ciclisti e una drastica riduzione del traffico in città. Per ribadire queste richieste è prevista una manifestazione alle 19:30 davanti alla Biblioteca Sormani di Milano, dove la donna è stata investita.

Il flash mob di lunedì scorso davanti a Palazzo Marino

Lunedì scorso si è tenuta in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, la manifestazione "Emergenza Milano - Strade per tutti e aria sicura" per chiedere al sindaco Beppe Sala e alla sua Giunta di «rendere Milano una città a misura di persone, diminuendo la presenza delle automobili, favorendo la ciclabilità sicura, migliorando la qualità dell'aria».

Tutte le persone presenti in piazza hanno indossato guanti rossi e hanno alzato tantissimi cartellini rossi in segno di ammonimento verso la Giunta Sala «che non adotta politiche adeguate per risolvere i problemi della mobilità sostenibile, della sicurezza stradale e dell'inquinamento». Sul palco hanno portato la loro testimonianza cittadini e cittadine, che tutti i giorni utilizzano la bicicletta per spostarsi in città. Un medico ha letto la lettera firmata da 14 mila pediatri e neonatologi inviata a tutti i sindaci per chiedere di agire subito contro l'inquinamento, poi Beatrice Macrì ha raccontato la sua storia di ciclista vittima di un incidente sul ponte della Ghisolfa due anni fa. Gloria Pellone, attivista di "Cittadini per l'Aria", ha illustrato i dati molto preoccupanti sull'inquinamento a Milano.

A Milano il record di ciclisti morti

Nella Città Metropolitana di Milano (su un parco circolante di 2,3 milioni di auto) nel 2021 si sono verificati 11.385 incidenti (8.043) che hanno provocato 87 morti (74) e 14.390 feriti (10.207 nel 2020). Nel corso del 2021 in tutta Italia sono deceduti 471 pedoni, 220 ciclisti (di cui 13 su bici elettrica) e 9 conducenti di monopattino, più un pedone morto investito da un monopattino. E se la provincia di Roma detiene il triste primato della città con il più alto numero di pedoni morti (50), seguita da Milano (20), Napoli (18) e Torino (15), la provincia di Milano spicca per il più alto numero di ciclisti uccisi (10), seguita da Padova e Pavia (8), Ravenna e Forlì-Cesena (7).

Pubblicato su Corriere delle Alpi