Morto Andrea Spinelli, il Forrest Gump italiano contro il cancro: gli diedero pochi giorni di vita, ha viaggiato per 10 anni
Dieci anni fa la diagnosi di tumore, combattuto da viandante. Catanese di nascita, friulano di adozione è moto a 50 anni
Andrea Spinelli, l’amato scrittore-viaggiatore-fotografo nato e cresciuto a Catania e conosciuto in tutta Italia, cittadino del mondo, adottato dal Friuli Venezia Giulia è morto alla “Via di Natale” all’età di 50 anni. Da quando, nel 2013, ha ricevuto la diagnosi di cancro al pancreas non operabile e la prospettiva di vita di circa un mese ha scoperto la sua devozione per le camminate e la natura.
Aveva vissuto per anni a Pordenone, ultimamente la sua casa era un camper che condivideva con la moglie.
A ottobre gli era stato diagnosticato un secondo cancro al polmone che è quello che è degenerato portandolo prima ai ricoveri e poi alle complicazioni, risultategli fatali.
Andrea partecipò, nel settembre del 2022, al Festival dei Cammini dove raccontò che il carburante che gli ha consentito di fare ciò che ha fatto, è stato proprio il camminare, la «cosa più facile e normale per noi esseri umani».
Proprio nel suo primo suo libro (“Se cammino vivo – Se di cancro si muore pur si vive”, pubblicato nel 2018) aveva raccontato la sua malattia. Ecco come: «Sono arrivato fino all’oceano a piedi e ho un cancro inoperabile. L’ho gridato davanti all’Atlantico e l’oceano mi ha risposto. Mi ha detto: “Sei un pazzo, ma non ti fermare”. Il Cammino di ogni malato inizia dal momento in cui è diagnosticata la malattia; poi tocca a noi, solo a noi decidere in che direzione andare, non importa la strada che si fa o dove si va, ma come. Qualcuno l’ha detto molto prima di me: ogni cammino inizia con il primo passo.»
“La parola cancro fa paura”, scriveva Andrea Spinelli affetto da un adenocarcinoma alla testa del pancreas in stato avanzato e non operabile dall’ottobre 2013, “ma non deve essere un tabù”.
Lui ci convive da anni, un passo alla volta, ed è proprio il caso di dirlo, visto che per restare in equilibrio, per tenerlo a bada, ha deciso proprio di camminare. Questo antico e naturale modo di muoversi lo fa star bene e diventa il suo modo di ringraziare la vita, nonostante tutto.
Andrea ha cominciato con viaggi brevi, il tragitto casa-ospedale, e poi, pian piano, è passato ai grandi cammini: la Romea Strata, la Via Francigena, il Cammino di Santiago... In mezzo, ci sono stati momenti difficili, i “pit-stop” necessari per riprendere le forze, per affrontare le terapie, o sottoporsi ai temuti controlli. Il suo contapassi però aumenta di giorno in giorno e oggi conta più di diecimila chilometri, perché “se di cancro si muore, pur si vive”.
Pubblicato su Corriere delle Alpi